Riforma costituzionale, guerra di cifre tra Boschi e Malan

05 Lug 2016

490 milioni di euro o solo 50? La ministra Pd e il senatore di Fi danno dati completamente diversi sui risparmi possibili con la riforma costituzionale su cui si terrà il referendum in autunno. Vista l’enorme differenza delle stime, sono vivamente attese ulteriori informazioni.

Non succede spesso, ma quando succede, volentieri riportiamo una discussione basata sui dati fra due membri del parlamento. I protagonisti sono la ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi (Pd), e il questore del senato Lucio Malan (Fi). Tutto è iniziato con un’interrogazione a risposta orale depositata a inizio giugno dal capogruppo di Sinistra italiana – Sinistra ecologia e libertà Arturo Scotto. L’interrogazione, destinata alla ministra Boschi, chiedeva dell’ammontare dei risparmi previsti con la riforma costituzionale di recente approvata.

L’8 giugno scorso Maria Elena Boschi ha risposto all’interrogazione  individuando nei seguenti punti i risparmi immediati previsti, per un totale di 490 milioni di euro: 80 milioni all’anno dalle indennità parlamentari dei senatori, 70 milioni all’anno dal funzionamento delle commissioni e rimborsi ai gruppi di Palazzo Madama, 320 milioni l’anno dal superamento delle province e 20 milioni l’anno dalla soppressione del Cnel.

Una cifra molto alta, che è stata ripresa da molti giornali. In risposta alla ministra, però, si è mosso l’attuale questore di Palazzo Madama e senatore di Forza Italia, Lucio Malan. Il parlamentare ha pubblicato un documento di 6 pagine intitolato “Le cifre vere e quelle false di Maria Elena Boschi“.

La prima cosa che emerge è l’enorme differenza nel totale dei risparmi previsti: la ministra parla di 490 milioni di euro, mentre secondo Malan i risparmi sarebbero poco più di 50 milioni (circa il 10%).

 

chart boschi matalan

Ma anche le altre cifre di Boschi e Malan sono molto diverse. Gli 80 milioni che rimarrebbero dalle indennità e rimborsi dei senatori, sarebbero secondo Malan poco più di 42  (il 53%); dei 70 milioni derivanti da gruppi parlamentari e commissioni, Malan ne riconosce come reali solo 5,5 (l’8%). Mentre i 320 milioni da accantonare grazie al superamento delle province non esisterebbero in quanto queste sono già state abolite dalla legge Delrio. Infine dei 20 milioni ottenuti dal taglio del Cnel, solo 2,2 sarebbero reali (l’11%).

È evidente che parliamo di grandezze completamente differenti, che avrebbero un peso molto diverso sulle casse dello stato. Le considerazioni da fare a questo punto sono due. La prima è che finalmente due politici di schieramenti opposti si sono “scontrati” nel merito su un argomento mettendo i dati al centro del discorso. La seconda è che aspettiamo con ansia una risposta della ministra Boschi. Di certo di fronte ad una replica così esplicita e motivata (Malan cita puntualmente il bilancio del senato), che arriva a tutt’altre conclusioni, la ministra non potrà rimanere inerte.

Per approfondire:

OpenBlog, 27 giugno 2016

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