Sabato 12 Ottobre si va in piazza per dire che la Costituzione è la “via maestra” per realizzare la società che vogliamo.
Lo hanno deciso associazioni come Articolo 21, Libera, Libertà e Giustizia, il sindacato della Fiom, Emergency, Micromega, Movimenti per i beni comuni e tante altri cittadini che vogliono che la Costituzione sia applicata tutta e modificata solo con l’accortezza che impone l’art. 138 e soprattutto da chi ha la “disciplina e l’onore” richiesti per occuparsene.
Quindi non si creerà un nuovo partito, né sono nati nuovi “guru” da seguire.
Ma dalla piazza di Roma del 12 (ancora da definire) salirà una potente richiesta per “costituzionalizzare” la politica, per farla ritornare a servizio dei bisogni e dei diritti dei cittadini.
E’ una scommessa e un impegno.
La scommessa di sollevare la politica dalla bassa disputa su un delinquente abbracciato alla sua poltrona e ai suoi miliardi.
L’impegno di noi cittadini a riprendere la “parola pubblica”.
Per denunciare il furto di tutele costituzionali che si vuole consumare; per far capire ai borseggiatori dei diritti che c’è un’opinione pubblica che vigila, reagisce e si organizza; per presidiare la Costituzione della buona politica, da chi la considera un intralcio perché ha fatto sempre della pessima politica.
Massimo Marnetto
Libertà e Giustizia di Roma
Dalla lettura del documento sottoscritto dai cinque promotori – Zagrebelsky, Rodotà, Carlassare, don Ciotti e Landini – e dagli interventi di Rodotà e Landini mi pare di aver capito che non c’è in loro alcuna intenzione di dar vita a soggetti politici nuovi, essendo, appunto, ‘la via maestra’ un’altra: quella del fare politica nel solco della Costituzione, contrastando chi mira ad una ‘stagione costituente’ ed impegnandosi, invece, in quella che Zagrebelsky ha a suo tempo chiamato – con espressione felice ed efficace – una ‘stagione costituzionale’: difendere la Costituzione, quindi, esigendone la sua piena attuazione. Unico modo – come più volte ci siamo detti – per impedirne manipolazioni e stravolgimenti.
Molti degli interventi sono stati particolarmente critici nei confronti dell’ “attuale” centro-sinistra e del PD in particolare. Ma da Rodotà e Landini sono venuti ripetuti inviti a non indulgere a facili demonizzazioni e, comunque, a privilegiare – in questa delicatissima fase – l'”inclusione” sull'”esclusione”. E’ da tempo la mia posizione, come sapete, sia perché penso che ‘escludendo’ qualsiasi dialogo con Pd e SeL non si vada molto lontano, sia perché continuo a pensare che l’idea di centrosinistra cui hanno lavorato per quasi un anno Bersani&Vendola sia ben diversa da quella che ha in mente Renzi e che un successo al prossimo congresso della linea più vicina all’ex segretario (rappresentata da Cuperlo, Barca e Civati, giusto per fare tre nomi riconducibili all’area di sinistra del PD) non sarebbe del tutto indifferente per la riuscita dell’ambizioso progetto di Zagrebelsky & C. ( e…..viceversa ! ).
So bene che la stragrande maggioranza dei presenti all’assemblea vede difficilissimo, se non impossibile, qualsiasi dialogo con il Pd&Sel. La gravità del momento, però, ci obbliga a ‘osare la speranza’ e a fare tutto il possibile perché il coinvolgimento di cittadini disposti a intraprendere la strada maestra sia il più ampio ed includente possibile.
Se in questo Paese il difficile e nobile lavoro di mediazione ha ancora una sua cittadinanza e non viene assimilato, automaticamente, al deprecabile stile inciucesco che tutti aborriamo, io avrei intenzione di dedicare la mia intelligenza, la mia passione eGiovanni De Stefanis le mie energie a ricucire le tante lacerazioni che si sono prodotte nel delicato tessuto della sinistra italiana. Senza farisaismi diplomatici – come si è raccomandato Rodotà – ma anche senza dogmatismi e frettolose quanto irreversibili scomuniche.
Giovanni De Stefanis
Libertà e Giustizia di Napoli