Teatrino della politica – basta con il
Espressione molto fortunata che accompagna l’esordio del premier (il quale in realtà frequentava la scena già da decenni). Si collega a “scendere in campo”: è sceso in campo anche per fare chiudere il teatrino. Avviene però l’esatto contrario: la discesa in campo trasforma la politica in uno spettacolo che va in replica da diciassette anni. Sebbene vi abbondino le forme teatrali, si tratta però soprattutto di spettacolo televisivo. Ed è forse ormai questo il principale motivo per cui ancora attrae buona parte del pubblico, che ne viene affascinato specialmente durante le campagne elettorali.
In origine, è servita al premier per fare credere agli italiani che condivideva l’insofferenza verso protagonisti e copioni della stagione politica tra la fine degli anni Ottanta e primi Novanta. In effetti, non certamente per merito suo, calò il sipario su Piazza del Gesù, Via del Corso e le Botteghe Oscure.
Adesso che siamo giunti verosimilmente all’ultimo atto – ovviamente quello in cui si svela tutta la trama, il più significativo e pericoloso – molti comprendono che il più grande “teatrino della politica” della nostra storia si trova in Via del Plebiscito. Per evitare che se ne accorgano anche gli altri, da un po’ di tempo il premier non usa più questa espressione tanto spesso. A chi penserebbero infatti subito gli italiani, anche quelli che continuerebbero comunque a votarlo? Forse, se ce la faremo a far calare anche questo sipario, anche da destra coloro che la vorrebbero davvero conservatrice, liberale e dignitosa, ci ringrazieranno.