Vogliono sovvertire il voto degli italiani
Questa espressione può riferirsi sia a componenti eterodosse della maggioranza, sia alle forze politiche d’opposizione, sia a magistrati che svolgendo il loro lavoro si trovano a dover indagare su esponenti del governo o che sostengono il governo. Più in generale, l’espressione tende ad indicare come intrinsecamente criminale alcuni comportamenti che in democrazia dovrebbero essere considerati normali: stimolare il dibattito interno ad un partito; criticare le scelte del governo ed evidenziarne errori e limiti se si è forza d’opposizione; perseguire penalmente un cittadino se vi sono prove a suo carico senza badare alla sua collocazione sociale o istituzionale. Il riferimento alla “sovversione” vuol far apparire come un crimine contro il popolo ciò che è invece assolutamente fisiologico, ovvero che i limiti, le contraddizioni e i fallimenti dell’azione di governo vengano denunciati e, al limite, il governo si trovi privato dell’appoggio della propria maggioranza. Ovviamente coloro che gridano alla “sovversione del voto popolare” sono i primi che, quando si trovano all’opposizione, urlano alla “occupazione di tutti gli spazi”, ai “brogli elettorali” e allo “stato di polizia”. Il responso popolare si rispetta solo quando arride alla propria parte: in caso contrario, viene considerato un’estorsione truffaldina ai danni del popolo.
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