Caso Salis: Libertà e Giustizia chiede intervento opposizioni e Mattarella su governo

02 Febbraio 2024

«Il 28 febbraio mi hanno chiamato dalla cella dicendomi che c’era il mio avvocato. L’avvocato non c’era e invece ad aspettarmi c’erano due persone che mi hanno detto di essere della polizia ma non hanno esibito nessun distintivo. Mi hanno detto che il mio avvocato non sarebbe arrivato e neanche l’interprete e che volevano interrogarmi in inglese. Mi sono rifiutata e sono tornata in cella».
Questo è quanto scrive Ilaria Salis in una lettera consegnata al Consolato italiano a Budapest nell’ottobre 2023. Siamo nell’Unione europea, presunto faro dei diritti, dove da tempo, in Ungheria, vengono ignorate le più elementari garanzie previste dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, dalla Carta europea dei Diritti fondamentali e dalle direttive europee in materia di garanzie procedurali.

L’Unione europea si è mossa in modo tardivo e incerto nei confronti del governo di un Paese che é sotto procedura di sorveglianza ai sensi dell’art. 7.1 del Trattato, per il quale non dovrebbe più valere la presunzione di rispetto dei diritti fondamentali e il mutuo riconoscimento dei provvedimenti adottati dalle sue autorità politiche e amministrative.

La condizione di Ilaria Salis, da mesi in carcere in attesa di giudizio per un presunto scontro con manifestanti naziskin in Ungheria, è una vergogna civile. Il governo italiano non sta assicurando che farà rimostranza nelle dovute sedi e che difenderà gli interessi legittimi e inviolabili di una sua cittadina.
Le dichiarazione oltraggiose pronunciate dal vicepresidente e ministro Matteo Salvini, nei cui confronti il padre di Ilaria Salis ha già annunciato querela, dimostrano come l’attuale esecutivo, pur glorificando la retorica patriottica, faccia prevalere il rapporto privilegiato con il leader dell’estrema destra ungherese Viktor Orbán alla tutela dei diritti e della dignità dei nostri connazionali all’estero.

Riteniamo urgente e doveroso che le opposizioni, e chiunque abbia a cuore le nostre libertà civili e politiche, si muovano per attivare le istituzioni e gli organismi dell’Unione europea, a cominciare dalla Commissione, in quanto Guardiana dei Trattati, dal Parlamento europeo e da Eurojust, quale strumento di cooperazione transfrontaliera in materia penale, oltreché il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa.

Ci rivolgiamo infine al Presidente della Repubblica Italiana affinché si interessi per quanto è in suo potere di questa vicenda.
Le condizioni carcerarie di Salis, portata in processo con le catene alle mani e i ceppi alle caviglie, è lo specchio di quel che, in una prospettiva di crescente autoritarismo, potrebbe succedere in tutta Europa.

Il consiglio di presidenza di Libertà e Giustizia*
1 febbraio 2024

* Daniela Padoan (Presidente), Sandra Bonsanti, Emilio De Capitani, Roberta De Monticelli, Enzo Di Salvatore, Domenico Gallo, Niccolò Nisivoccia, Paola Regina, Elisabetta Rubini, Nadia Urbinati

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