Più di 2000 “I like” sul sito, centinaia di condivisioni sulla pagina Fb e rilanci su Twitter, la lettera di Sandra Bonsanti al presidente Napolitano ha suscitato una discussione molto animata in rete.
“Caro presidente Napolitano – scrive la presidente di LeG – non è mai successo nella nostra difficile storia che un intero Parlamento fosse minacciato dal capo del governo e segretario del partito unico e dai suoi vice di esser “sciolto” se non accetta di votare una riforma, LA RIFORMA, secondo lo schema già concordato in un incontro, un “patto” rimasto segreto. Sì, segreto”.
Sul cosiddetto patto del Nazareno si concentrano molti commenti: “Ci difenda – così Giancarlo rivolto al Capo dello Stato – e difenda la Carta costituzionale. Chieda ai ministri e in primis a Renzi in cosa esattamente consiste questo patto. Chieda e pretenda trasparenza. Non si possono più gabbare oltre 60 milioni di italiani. Ho 74 anni, moglie, 3 figli e 4 nipoti e ho vissuto il dopoguerra orfano sfamandomi con gli aiuti del piano Marshall. Cosa lasceremo alle nuove generazioni?”.
Sono d’accordo con quanto sopra sentitamente esposto e mi meraviglio che stravolgimenti e patti “segreti” possano essere così sottovalutati dai media e gran parte della pubblica opinione. Vivo negli Stati Uniti e la dialettica tra potere legislativo ed esecutivo, pur talvolta esasperante ed aspra, garantisce la democrazia di questa grande nazione. Tutta la politica fa costante riferimento ai principi della costituzione e gli eventuali emendamenti sono sottoposti ad un aperto, lungo e considerato dibattito dato il grande rispetto che tutte le parti politiche nutrono nei confronti dei padri fondatori (Claudio).
“Cara Sandra Bonsanti – scrive Maria – condivido con te una rassegnazione che nei momenti di sconforto mi attanaglia e che cerco in ogni modo di vincere, ma mi sento veramente presa in giro…”.
“Cara Sandra, ho letto attentamente il contenuto della tua lettera al Presidente della Repubblica. Per quanto possa servire, condivido in toto e sottoscrivo e ti posso solo assicurare che chi, come me, ha fatto la Resistenza non è certamente disposto a farsi travolgere da questa ondata di totale ignoranza democratica che sta imperversando sul Paese. Coloro che pensano di trattare la Repubblica Italiana come un qualsiasi raggruppamento di boy scout, devono sapere che c’è ancora gente disposta a morire ma con le dita negli occhi dell’avversario” (Umberto ex partigiano, classe ’26).
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