Le foibe furono una tragedia, un’azione efferata da parte di quanti, nella Seconda guerra mondiale, erano comunque dalla parte giusta e sacrosanta, contro il male assoluto costituito dai fascismi. Ottocento le vittime, secondo uno storico tra i più attenti, seri, documentati come Angelo d’Orsi [di cui qui ripubblichiamo il saggio “10 febbraio, la Giornata del Ricordo e il revisionismo sulle foibe”], considerando anche i morti nei campi di prigionia titini, tra le 3 e le 5 mila, secondo le cifre di altri storici, ormai assunti come riferimento sulla voce di Wikipedia.
.
Una tragedia e un orrore, dunque. Da parte di quanti stavano dalla parte giusta e sacrosanta ve ne furono altre, come è noto. In Italia non mancarono gli stupri da parte di soldati degli eserciti alleati, difficili da calcolare ma in alcuni casi non semplicemente episodici: si pensi alle truppe della Francia libera, in maggioranza marocchini, algerini e senegalesi, del generale Juin (vi scrisse un romanzo Moravia, “La ciociara”, divenuto film con De Sica).
.
Le foibe furono una tragedia/orrore, ma ve ne furono altre e più gravi. La distruzione di Dresda con due giorni e mezzo di bombardamenti a tappeto, distrutte 24.866 case del centro su un totale di 28.410. Decine di migliaia i morti fra i civili. Infinitamente più grave, infine, l’azione che pose fine alla guerra, la Bomba su Hiroshima e Nagasaki, centinaia di migliaia di vittime, per almeno due generazioni successive.
.
Ma il presidente Truman non è mai stato condannato come se quella duplice distruzione fosse un crimine, né Churchill per Dresda. E negli Stati Uniti non è venuto in mente a nessuno di istituire “Giornata della Penitenza” (magari subito dopo la “Festa del ringraziamento” o il 4 luglio dell’Indipendenza) per la scelta di ottenere la resa del Giappone con la Bomba e centinaia di migliaia di morti.
.
In nome della ritrovata alleanza occidentale Dresda e Coventry (distrutta dall’aviazione nazista) si gemellarono, ma a nessun parlamento e governo tedesco saltò in mente di istituire una “Giornata del Ricordo” con cui esecrare quanti avevano ordinato la distruzione della città. E anzi ogni revisionismo e negazionismo dei crimini nazisti è stato bandito in Germania per legge, anzi proibito per Costituzione.