Il proconsole era qualcuno che agiva al posto di (pro) un magistrato ufficiale. Aveva tutta l’autorità di un console e, in alcuni casi, era un ex-console, la cui carica governatoriale veniva prorogata con un altro mandato (la cosiddetta prorogatio imperii). Vi ricorda qualcuno, tipo… Gentiloni, ad esempio? Che agisce al posto e per conto di… Renzi, s’intende. L’attuale, insomma, è una situazione piuttosto antica, che stiamo rivivendo pari pari, a distanza di un paio di millenni. Altro che tour de force!
“Nelle consultazioni -ha dichiarato il Signor G., quando ancora era premier incaricato- è stata registrata l’indisponibilità delle maggiori forze di opposizione a condividere un governo di responsabilità. Quindi non per scelta, ma per (dovere) senso di responsabilità ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente” (Mattarella ce lo chiede). E, soprattutto, ha poi aggiunto il premier in pectore circa il proprio impegno, esso sarà teso a “accompagnare e se possibile facilitare il percorso delle forze parlamentari” in vista della nuova legge elettorale. Da qui il facilitatore, accompagnatore suonava assai bruttino.
A questo punto se vi viene da ridere siete in errore: non è una burla. E’ tutto vero: questo è il quarto governo di fila della Repubblica che viene nominato senza essere frutto di alcuna elezione. Monti, Letta, Renzi, Gentiloni: tutto normale? Insomma, normale in casa dei pazzi commenterebbe qualcuno. Nel frattempo sono passati due Capi dello Stato, due e mezzo a essere precisi: Napolitano, Napolitano bis, Mattarella. E due Papi: Ratzinger e Bergoglio. Adesso abbiamo anche due premier: Renzi e Gentiloni. Si proseguirà con due presidenti del Senato e della Camera e poi giù giù per li rami?
Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia per via delle proprietà commutativa, sostengono i professori di matematica Non cambia perché si sdoppia. E poi raccontano che stanno ultimando il seguito di “Blade Runner” con i replicanti, anteprima nazionale il 5 ottobre. Solo maldicenze. Del resto, è o non è un governo facilitato dalla pedalata assistita di un esecutivo pro? Protempore o proRenzi, non fa nulla.
Dunque, ricapitolando: il golden boy della politica italiana (appena un po’ meno golden e un po’ meno boy) non lascia la politica, né l’Italia. Non si prende un anno sabbatico, non va in Africa, né in America. Non si allontana tanto neppure da Palazzo Chigi: certo gli scatoloni li ha riempiti, ma dove li ha messi? Nel sottoscala, sussurrano i bene informati, guardandosi intorno con cautela. Anche la sua squadra -il dream team- non cambia; tranne qualche piccola modifica al giglio magico, qualche petalo in meno quasi insignificante, tutto resta uguale.
E il referendum? Archiviato. La parola d’ordine è rimozione, ce l’ha insegnato Recalcati: fate come non fosse mai successo. Maria Elena Boschi, dopo la sonora bocciatura della riforma costituzionale, non è più titolare delle Riforme, anche perché riforme non se ne faranno, almeno nelle intenzioni dell’esecutivo. E a che serve un ministro o una ministra senza dicastero? Molto meglio imboscarsi come sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, di un Consiglio per di più senza scadenza. E’ il posto fisso che trionfa: a casa, a casa, ma se la loro casa è la casa di tutti? Sono i senzatetto della Leopolda.
Tutti nominalmente sarebbero in attesa del 24 gennaio, data del pronunciamento della Corte Costituzionale in merito alle questioni di legittimità sollevate sull’Italicum: attribuzione dei seggi, premio di maggioranza, ipotesi di ballottaggio e capilista bloccati. E’ quello il nuovo Capodanno: e poi? E poi chi lo sa. Tra politica estera, terremotati, banche e pubblico impiego ce n’è abbastanza per passare il tempo ben oltre il Natale. Sotto l’albero, perciò, tanti pacchetti regalo con un occhio al futuro: a parte l’ordinaria amministrazione dei fiocchi e della carta regalo, alcuni doni contengono un buono speciale, quello per la pensione datato settembre 2017. Tanti auguri!