Roma. Davigo presidente dell’ Anm. Il famoso “dottor Sottile” del pool Mani pulite di Milano al vertice del sindacato dei giudici, la famosa Associazione nazionale dei magistrati, nota per le battaglie contro Berlusconi, ma anche per le più recenti polemiche con Renzi per via dei tagli all’ età pensionabile e in quanto major sponsor della nuova legge sulla responsabilità civile delle toghe. Lui, Davigo, diventerà ufficialmente il capo dell’ Anm solo sabato 9 aprile, il giorno in cui è stato convocato il nuovo “parlamentino” composto dai 36 componenti eletti tra il 6 e l’ 8 marzo. Ma nelle febbrili trattative tra le correnti il suo nome ormai non viene più messo in discussione.
Fin qui il personaggio. Ma il suo “quid” sindacale adesso è un altro. Davigo è stato il concorrente più votato nelle elezioni per la nuova Anm dopo il lungo regno, ben quattro anni, del presidente Rodolfo Maria Sabelli (Unicost) e del segretario Maurizio Carbone (Area). Ha incassato 1.041 voti. Ha corso con la “sua” corrente, Autonomia e indipendenza, nata da una clamorosa rottura con Magistratura indipendente, il gruppo ultraconservatore della magistratura, che ha in Cosimo Maria Ferri, attuale sottosegretario alla Giustizia confermato da Renzi dopo la nomina con Letta e Cancellieri, il magistrato più noto e anche più votato quando si candidò al Csm (1.199 voti nel 2012).
Per ora Davigo conquista il vertice per un anno. Certo, i mal di pancia ci sono. Soprattutto perché si punta a una giunta unitaria, tutti corresponsabili, senza potersi giovare elettoralmente del ruolo di oppositori, come ha fatto Mi. È una condizione imprescindibile. In compenso Davigo, eletto presidente, potrà spendere la sua verve e la sua acclarata notorietà. Il Csm, dopo molti rifiuti, lo sta anche per nominare presidente di una delle sezioni della Cassazione.
La Repubblica, 30 marzo 2016