C aro direttore, la vicenda delle stragi nazifasciste del 1943-45, che riguarda circa 15.000 vittime, è spesso oggetto di trattazioni prive di completezza d’informazione.
Finora non c’è stata una vera assunzione di responsabilità da parte del Governo italiano circa la vicenda dei fascicoli «occultati», che tanto danno hanno provocato, ai fini delle indagini. È vero, anche, che dal 2006, quando cioè ha terminato i suoi lavori (ed è finita la legislatura) la Commissione di inchiesta parlamentare, istituita proprio per scoprire le cause del mancato utilizzo e dell’occultamento di quasi mille fascicoli, non si è riuscito a ottenere che il Parlamento discutesse sulle relazioni conclusive della Commissione stessa.
Mi permetto però di segnalare alcune iniziative che costituiscono a mio parere dei significativi passi in avanti per mantenere viva l’attenzione su questi tragici fatti e per ottenere finalmente verità e giustizia.
Un libro recente di Buzzelli, De Paolis, Speranzoni, La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia (ed. Giappichelli – 2012), non solo contiene una completa ed esauriente ricostruzione dei fatti e delle vicende connesse alle stragi suddette, ma riporta, alla fine, un’ampia bibliografia di ben tredici pagine.
E tra breve, uscirà, per le edizioni Carocci, un volumetto curato dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) intitolato: Le stragi nazifasciste del 1943-1945 tra memoria, responsabilità e riparazione, che prende spunto dal Convegno che l’Associazione ha tenuto, in una sala del Senato, il 29 gennaio 2013, con relatori illustri, foltissimo pubblico e particolare attenzione, anche della stampa.
L’Anpi (che Franco Giustolisi continua a ritenere parte di una presunta «congiura del silenzio») ha avviato una petizione popolare per chiedere, appunto, che si discuta finalmente la vicenda in Parlamento e ha svolto la sua Festa nazionale, a Marzabotto, nel giugno 2012, dedicandola a tutte le vittime delle stragi e tenendo, in quella sede, un forum sul tema, molto partecipato da studiosi ed esperti e anche da rappresentanti di Associazioni delle vittime delle stragi.
Per non parlare dei ripetuti e molteplici incontri che si sono svolti al ministero degli Esteri, con diverse Associazioni e con l’Anpi in prima persona, per discutere sul come ottenere giustizia, risarcimenti, riparazioni. In una di queste riunioni, recentissima, erano presenti anche rappresentanti della Germania; e con loro e con i dirigenti italiani si è discusso di un progetto dell’Anpi stessa e del Insmli (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia) per la redazione di un completo Atlante delle stragi, di cui si chiede alla Germania il finanziamento. Il sottoscritto ha quindi consegnato al ministero degli Esteri, così formalizzandola, una serie di richieste da far valere presso il corrispondente ministero tedesco, tra cui anche l’esecuzione, in Germania, delle sentenze italiane.
L’Anpi, inoltre, ha contribuito alla presentazione di un ampio documento, sottoscritto da un intero gruppo parlamentare, su tutta la vicenda, per ottenere che si discutesse in Aula, si accertassero finalmente le responsabilità e si contribuisse anche a «riparare», ove possibile. Purtroppo quell’interpellanza è decaduta per fine legislatura e ora se ne sta predisponendo un’altra, cercando di raccogliere molte firme e di esercitare una seria pressione perché finalmente si discuta tutto a viso aperto.
Certo, ci sono ancora molti vuoti, quello del dibattito parlamentare mancato, quello di una chiara assunzione di responsabilità «italiana» per la vicenda dei fascicoli occultati, quello dei ministeri competenti che non si sono adoperati perché le sentenze emesse dai Tribunali militari italiani fossero eseguite ovunque, e dunque anche in Germania, quello di coloro che (penso al Tribunale di Stoccarda che archivia vicende per le quali, in Italia, sono stati irrogati otto ergastoli, con sentenze definitive) preferiscono rimuovere una pagina storica veramente terribile. Sono vuoti che stiamo cercando di colmare, con fatica e con impegno (non da soli: penso ai commossi interventi, a Marzabotto e a Sant’Anna di Stazzema, dei Presidenti della Repubblica dell’Italia e della Germania), talora cercando accordi conclusivi con la Germania (ricordo la relazione del gruppo di storici italo-tedesco, che è stata presentata nel novembre scorso e che, pur con qualche parte discutibile, rappresenta una fase saliente del cammino che si sta cercando di percorrere). E da una più ampia informazione, ripeto, non potrà che derivare un vantaggio non solo per il nostro lavoro, ma per l’attesa e l’ansia di verità e giustizia che anima ancora coloro che hanno vissuto, direttamente o indirettamente, gli effetti di questa enorme tragedia.
* Presidente nazionale dell’Anpi