L’indegno spettacolo

28 Aprile 2014

Carmine Saviano

L’argine alla propaganda. Come se non bastasse il conflitto d’interessi. L’essere padrone di tre reti televisive. Utilizzate come avamposto della propria campagna elettorale. Scandalo, peggiore, è che “la televisione pubblica” consenta a Silvio Berlusconi, condannato, di mettere in scena la solita “tragicommedia” fatta di magistrati che gli hanno impedito di governare e di fanta-complotti che gli hanno sottratto l’agibilità politica. Libertà e Giustizia rivolge un appello alla Rai. Per risparmiare ai cittadini italiani “l’indegno e avvilente spettacolo del condannato per un grave reato, espulso dal Senato e tuttora oggetto di procedimenti penali in corso, che spadroneggia sulle reti del servizio pubblico”. Per non riprodurre, ancora, l’anomalia dell’ultimo ventennio della democrazia italiana.

Ecco il testo dell’appello: “Almeno la Rai dica no a Berlusconi”

In vista delle prossime elezioni europee, la tragicommedia italiana dei rapporti tra informazione e politica torna alla ribalta in tutta la sua gravità. Tanto grave è il deficit di democrazia che il nostro paese sopporta da ormai oltre vent’anni, che si fa finta di non vederlo: lo si rimuove dal dibattito pubblico, per non riconoscerne l’assoluta inaccettabilità.

Vale la pena di ripetere che è inaccettabile che un leader politico controlli tre reti televisive nazionali, in pratica l’intera emittenza televisiva nazionale privata non a pagamento. Si tratta di un caso unico: in tutti i paesi europei e occidentali esistono regole che impediscono che una situazione analoga possa anche lontanamente realizzarsi. E a causa di questa abnormità italiana il nostro paese è relegato, nelle valutazioni internazionali, al rango di un paese a democrazia limitata.

Giustamente, perché laddove l’informazione è subalterna e ancella al potere politico non vi è democrazia: i cittadini non fruiscono di un’informazione indipendente, che li aiuti a formarsi opinioni libere e consapevoli, ma sono sistematicamente esposti a manipolazioni e propaganda.

L’uso sfrontatamente propagandistico che Berlusconi sta facendo delle sue televisioni in questa fase preelettorale ne è una riprova evidente: incurante della condanna penale subita, e ancor più dello stato disastroso in cui i suoi governi hanno lasciato il paese, Berlusconi ci costringe ancora a subire le sue invettive contro i giudici e contro chi “non lo ha lasciato governare”, complici l’uso padronale delle reti televisive  e  il servilismo dei “suoi” giornalisti.

Ma  lo scandalo peggiore è che, a questo leader politico che ha esposto l’Italia al disprezzo planetario e si è macchiato di gravi reati contro la cosa pubblica, la televisione pubblica riservi ampi spazi, in cui ripetere le sue ridicole accuse contro la magistratura e l’Europa; che un soggetto condannato in via definitiva per frode fiscale – cioè per avere illecitamente sottratto risorse allo Stato – possa trovare ospitalità e farsi propaganda sui canali televisivi alimentati dal canone pagato dai cittadini onesti.

Libertà e Giustizia chiede alla Rai e ai suoi consiglieri che in attesa della riforma della disciplina dell’emittenza televisiva in Italia, si risparmi ai cittadini l’indegno e avvilente spettacolo del “politico” condannato per un grave reato, espulso dal Senato e tuttora oggetto di procedimenti penali in corso, che spadroneggia sulle reti del servizio pubblico. Senza peraltro che giornalisti degni di questo nome lo mettano di fronte alle sue colpe e senza che si levi un moto d’indignazione da parte del Pd che con Berlusconi sta facendo le riforme.  

Qui il sito di Libertà e Giustizia

Leggi l’articolo sul blog di Repubblica

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.

×