L’apertura a Silvio divide il popolo dem

17 Gennaio 2014

Carmine Saviano

Infine, la richiesta di un dibattito pubblico aperto e trasparente. Soprattutto se si tratta della legge elettorale. Per Libertà e Giustizia, l’associazione presieduta da Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, «si vorrebbero decidere le sorti del Paese in colloqui a tu per tu. Allora è inutile dire che le regole si scrivono tutti insieme».

berlusconi-telefono-258«Surreale». Renzi la bolla così. Ma la polemica aperta dalla sinistra del Pd in vista dell’incontro del segretario democratico con Berlusconi non smette di agitare elettori e militanti. Che per tutta la giornata di ieri hanno affidato i loro commenti ai social network. Un appuntamento al buio, quello tra il Cavaliere e il sindaco di Firenze, da molti osservato con preoccupazione. Una trappola, un tranello, il solito gioco del Caimano. E inviti a Renzi affinché «non ci caschi», non dia spazio a un’insperata riabilitazione politica di Silvio Berlusconi.
Certo, una consapevolezza tra gli elettori del Pd è diffusa: «Le riforme vanno fatte insieme all’opposizione », anche perché «abbiamo sempre criticato quelle fatte a colpi di maggioranza dal centrodestra». Il problema riguarda l’affidabilità politica di Berlusconi. E qui i «consigli a Matteo» sono tanti. Su Twitter Adriano Gozzi scrive: «Matteo, attenzione a Silvio. Il suo unico faro è il tornaconto personale». E in tanti richiamano Renzi ad aver consapevolezza del passato prossimo del centrosinistra. Vent’anni di «tavoli saltati».
E, proprio il richiamo al passato recente, è uno degli argomenti utilizzati dai sostenitori della strategia del segretario per controbattere alle critiche della sinistra interna. Le domande sono ciniche e richiamano le scelte del Pd targato Bersani. «Ma come? Dicono a Matteo di non parlare con Berlusconi e poi ci hanno fatto insieme due governi?». Ancora: «Mi sbaglio o il Pd guidato da Bersani è stato in maggioranza con Berlusconi dal novembre 2011 al novembre 2013?».
Ma i fautori del «non-incontro » insistono. E per tutta la giornata rilanciano le loro motivazioni. Sintetizzando: un evasore fiscale, condannato in via definitiva, non può ottenere una nuova agibilità politica proprio dal Pd. In questo senso le critiche sono nette. Regina Cusumano su Twitter: «Renzi, non far finta di non capire: trattare con Forza Italia va bene. Con Berlusconi, no». Luca Logi aggiunge: «In due milioni lo votano per cambiare verso e lui da dove si inizia? Dal Cavaliere…».
Altro luogo di discussione, il blog di Pippo Civati. Qui i commenti all’incontro sono oltre cento. E Anita parte da una constatazione: «In politica, si sa vige la legge del compromesso. È necessario parlare con tutti per portare a casa dei risultati». Poi la domanda: «Ma quello che non riesco a capire, è come mai un pregiudicato possa ancora esercitare un potere a livello politico. Qualcuno di buona volontà me lo dovrebbe spiegare. Perché non lo riesco proprio a comprendere ».
Infine, la richiesta di un dibattito pubblico aperto e trasparente. Soprattutto se si tratta della legge elettorale. Per Libertà e Giustizia, l’associazione presieduta da Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky, «si vorrebbero decidere le sorti del Paese in colloqui a tu per tu. Allora è inutile dire che le regole si scrivono tutti insieme».

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