Il 9 Marzo è iniziata la lunga “Festa dell’uomo”, che durerà fino al 7 Marzo del prossimo anno.
Il primo regalo che i maschilisti si sono fatti è la negazione della parità di genere nella prossima legge elettorale.
Niente è più Italicum dell’uomo in Parlamento e la donna a casa. La sottomessa italica, però, può sublimare il proprio stato d’inferiorità, insultando chi cerca di ribellarsi.
C’è la grillina – che ubbidisce a due uomini – che dà dell’ipocrite alle donne “in bianco”, mentre una pitonessa – che porta da anni il cognome di un uomo – snobba la lotta per benaltrismo istallato su un ego ipertrofico.
Ma il meglio di sé lo danno i franchi tiratori del PD, che continuano a cecchinare il partito in ogni voto segreto di svolta.
I maschilisti trasversali, quando fiutano il pericolo, si ricompattano immediatamente nella “libertà di coscienza”. Ci mancherebbe: parità sì, ma mica per davvero.
E le mimose appassite sono già nei cassonetti.
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