Intanto, mentre si aspetta la quarta votazione, una cosa possiamo dirla: l’aria che si respira oggi a Montecitorio è proprio diversa da quella in cui era cominciata questa difficile competizione per il Quirinale. Molto è cambiato, dopo il fallimento di Franco Marini e della strategia di Bersani. Da ora in poi, comunque vadano le cose, il vertice del Pd sa che non può fare senza la propria base. La base del partito e i molti che in questi anni hanno insistito a votarlo. E’ una base che ben conosce i motivi per cui è impossibile un’alleanza con Silvio Berlusconi, l’uomo che viola le regole e ferisce la democrazia.
Conosce e riconosce questi motivi anche perché negli anni del potere berlusconiano qualcuno ha provveduto a tenere alta la bandiera del rigore e della Costituzione.
Noi siamo fra quelli e oggi, se l’aria è cambiata e si intravedono soluzioni dignitose, è anche merito nostro e del lavoro sul territorio dei circoli di LeG.
Non è cosa da poco.
Sono le battaglie di Zagrebelsky e di Rodotà. Ne andiamo fieri.
L’abbraccio in aula di Bersani a Alfano chiude un’epoca. Fatecelo sperare.
Gentilissima Bonsanti, purtroppo i giochi sono ancora aperti. Bersani ancora una volta non propone Rodotà, ma Prodi, per ricompattare il partito o per fallire ancora una volta ed abbracciare quindi Alfano. La candidatura più logica ed opportuna non la prende in considerazione perchè -a questo punto è evidente- a lui (ed agli altri) non interessa nè Marini, nè Prodi, a LORO interessa solo il Grande Inciucio, fortemente voluto dall’ex-inquilino del Colle.
Propongo Rodotà Presidente della Repubblica che difende da sempre la ns. Costituzione. Se il PD Vuole Prodi, Proponiamolo come Presidente del Consiglio.
Ho condiviso in questi giorni i commenti, molto chiari, di Sandra Bonsanti. Ieri abbiamo manifestato a Bologna a sostegno di Rodotà e non ci rassegnamo che il suo nome non venga preso in considerazione dal PD.
Le uniche ragioni che trovo è che è troppo laico, troppo indipendente, talmente indipandente che a Bologna è il primo firmatario del referendum a difesa della scuola pubblica, mentre il sindaco PD ha dichiarato che, comunque vada il referendum, lui manterrà il finanziamento!
E’ vero, qualcosa è cambiato, ma un cambiamento vero vorrebbe dire Rodotà Presidente della Repubblica, a difesa del “diritto di avere diritti” come titola il suo libro e potrebbe voler dire Prodi presidente del consiglio!
Mi spiace molto non poter concordare. In questo Paese niente cambia.
Fuoco e fiamme. Aria di rivolta. Poi basta un sorriso rassicurante e si torna alla tranquilla saggezza democristiana. Ma intanto niente cambia.
Forse è la nostra forza. Io credo che non lo sia. Almeno non in questo momento in cui una grande parte della nostra società soffre, chiede un vero cambiamento, è alla ricerca di punti di riferimento.