Una domenica di reazione civile

04 Marzo 2013

Massimo Marnetto

Domenica a Largo Argentina – insieme agli amici di Articolo 21 – abbiamo denunciato con il megafono la gravità assoluta del golpe del sen. De Gregorio, che ha confessato di essere stato comprato da Berlusconi per far cadere il governo Prodi

Domenica a Largo Argentina – insieme agli amici di Articolo 21 – abbiamo denunciato con il megafono la gravità assoluta del golpe del sen. De Gregorio, che ha confessato di essere stato comprato da Berlusconi per far cadere il governo Prodi, ma anche la presenza abusiva di Berlusconi in Parlamento che in base ad una legge vigente dal ’57 sulla inelegibilità dei titolari di concessioni pubbliche, non doveva neanche entrarci.

“Tutti dobbiamo sapere – diciamo a chi aspettava l’autobus e a quelli a bordo quando si aprono le porte – che l’Italia ha subito un golpe, perché la sovranità popolare che ha eletto Prodi è stata calpestata con l’acquisto di un senatore-traditore che lo ha fatto cadere!”

Alcuni si avvicinano per saperne di più. Ad altri diamo un volantino con i punti salienti della vicenda, scritti con lettere grandi a prova di mancanza di occhiali e concetti lineari per raggiungere tutti.

Due donne ci insultano e dicono di aver votato Berlusconi. Ne nasce una polemica con altre persone che rischia di degenerare.
Le avvicino dicendo che rispetto il loro punto di vista. Si calmano. Ma chiedo loro con gentilezza se è giusto che i soldi di un miliardario abbiano più potere del voto dei cittadini. Mi guardano per un attimo in silenzio, poi una urla “siete tutti ladri!” e strattona l’altra verso il loro autobus in arrivo.

Altri si fermano disorientati dal silenzio dei partiti di fronte a un fatto così grave.
“Se volantinassero per denunciare questi scandali e non solo per far campagna elettorale, avrebbero un’altra credibilità”.

“E’ un fatto gravissimo – gridiamo nel megafono – che la destra PDL già voglia falsificare questo golpe, parlando di aggressione dei giudici, già offesi come “cancro” e “peggiori della mafia”. Ma è ancor più indecente la faccia tosta di annunciare una manifestazione contro una sentenza. BASTA! INDIGNAMOCI !”
“Finché ci saranno corrotti in Parlamento, il Parlamento non farà mai una legge contro i corrotti! Vogliamo una legge vera contro la corruzione!”

Molti ci danno ragione e si sentono incoraggiati dal nostro presidio.

“E poi – continuiamo col megafono, mentre la voce inizia a faticare – vogliamo che le leggi che ci sono, siano rispettate. Come quella che dal 1957 prevede che chi ha concessioni televisive dallo Stato, non può entrare in Parlamento! C’è una petizione che ha già ricevuto oltre 50 mila firme; qui si può firmare”.

Alla fine raccogliamo oltre 100 firme per la petizione lanciata da MicroMega per l’ineleggibilità di Berlusconi al Parlamento.
Ma soprattutto mettiamo in chiaro – a cinque palazzi di distanza da Palazzo Grazioli – che quando si manomette la democrazia, i cittadini reagiscono.

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Guarda il volantino dell’iniziativa

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