Care amiche e cari amici di Libertà e Giustizia, permettetemi innanzi tutto di ringraziarvi per questo esercizio di democrazia e trasparenza che mi date l’opportunità di fare e per il prezioso contributo al dibattito politico che, non soltanto in occasione delle elezioni, portate con le vostre battaglie e iniziative. Condivido con voi la necessità di aprire una nuova – o forse addirittura una prima, dopo troppi anni, se non decenni – “Stagione Costituzionale” e, per questo, sarei tentata di rispondere alle vostre suggestioni riferendomi unicamente ai principi ispiratori della nostra Costituzione. Nella Carta, infatti, vi è risposta a ciascuna delle “bandiere” di Libertà e Giustizia.
Sarebbe perfetto, semplice e diretto, ma suonerebbe retorico. Perciò, fermi restando i principi della Costituzione Italiana come base e guida per impostare ogni futura azione di Governo, dettaglierò le mie risposte sulla base non soltanto della mia esperienza umana, politica e amministrativa, ma anche e soprattutto su come credo che la coalizione di centrosinistra (Pd – Cd – Sel) possa e debba agire se chiamata a guidare il Paese.
Per quanto riguarda, dunque, il lavoro e l’ingiustizia sociale, sono convita che non possa esistere crescita senza solidarietà, né tantomeno equità sociale senza diritti: su questi criteri si misurerà la vocazione sociale del nuovo Governo, che avrà il dovere e la responsabilità di impostare una strategia di “Sviluppo Responsabile” capace, certo, di garantire rigore, ma in grado anche di tornare a offrire stabilità di reddito ai lavoratori e possibilità d’investimenti alle imprese, proprio attraverso politiche economiche e fiscali come strumento di equità.
Sul conflitto di interesse non occorrono giri di parole: serve una legge, sul modello degli altri Paesi europei, una legge che nessuno, a destra come a sinistra, ha fatto negli ultimi vent’anni. Per quanto concerne, invece, la libertà d’informazione non servono affatto leggi bavaglio, leggi sull’intercettazioni o sulla carcerazione. È sufficiente l’Articolo 21 della Costituzione. È umiliante sentire reporter senza frontiere che, affermando che la cattiva legislazione sull’informazione continua in Europa,puntualizza che questo accade specialmente in Italia dove la diffamazione deve essere ancora depenalizzata e si fa un pericoloso uso delle leggi bavaglio.
A proposito di giustizia, ed è davvero un’urgenza, credo sia necessario un riequilibrio tra garanzie ed efficienza del processo, in un ripensamento del sistema di prescrizione e nella reintroduzione di reati come il falso in bilancio, strumenti fondamentali anche per la lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione.
Quello dei diritti civili è un tema a me particolarmente caro. Io credo nel diritto di ciascun individuo all’autodeterminazione, ad amare e a morire secondo la propria coscienza. Sapendo che la garanzia di un diritto altrui tutela tutta la comunità. Il mio auspicio è che chi avrà la responsabilità di Governo abbia anche il coraggio di intraprendere un’iniziativa come quella, di alcuni giorni fa, del Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama <http://legalizelovebug.com/> affermando che “Il nostro lavoro non sarà completo finche i nostri fratelli e le nostre sorelle gay non saranno trattati come chiunque altro in base alla legge…»Strettamente collegato è il ragionamento sulla laicità dello Stato: io credo in uno Stato laico che, nel semplice rispetto dei dettami Costituzionali, garantisca a tutti diritto di professare liberamente la propria fede religiosa. Siamo chiamati a immaginare, e a costruire, un Paese che non rinneghi i diritti umani e civili, come le coppie di fatto e il biotestamento, e le libertà individuali.
E ancora, la legge elettorale deve essere cambiata. Non sono un tecnico, per tanto non voglio dilungarmi in ricette o sistemi, ma credo che ogni cittadino abbia diritto a una legge elettorale capace di garantire rappresentanza, governabilità e scelta diretta dei candidati. Personalmente, a questo proposito, vorrei che le primarie fossero una procedura democratica regolata e obbligatoria per legge a tutti i livelli, dal Premier ai comuni.
A proposito dei Partiti (Art. 49 della Costituzione), sono convinta che serva regolamentare diversamente i rimborsi elettorali, non abolendoli, ma rendendoli effettivi, con un tetto di spesa, alle spese documentate sostenute in campagna elettorale. Credo inoltre, tornando anche al tema della corruzione, nella necessità di un “Patto etico”, da trasformare nella nuova legislatura in legge, che non consenta la candidatura di condannati, che sospenda gli amministratori sotto processo, che garantisca la trasparenza degli imprenditori.
Formazione e ricerca scientifica: negli ultimi dieci anni gli studenti universitari italiani sono cinquantamila in meno (-17%), gli investimenti pubblici e privati in ricerca ci collocano alle ultime posizioni tra i Paesi europei, la scuola dell’obbligo vive in uno stato di dismissione e abbandono evidente. E’ fondamentale tornare a investire nella scuola, allineando la percentuale di Pil investita in ricerca e sviluppo almeno alla media europea e prevedere sgravi fiscali per le aziende che investono in innovazione.
Lo stesso ragionamento vale per la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. Il risparmio fine a se stesso non ci allontanerà dalle sacche della crisi e per questo sono fermamente convinta che investire in quelle che sono le due principali eccellenze del nostro Paese – cultura e ambiente – sia una scelta lungimirante e capace di ripagare anche in termini di occupazione e sviluppo, ma soprattutto in grado di far crescere la coscienza del Paese. Un’impostazione che stiamo promuovendo con successo in Regione Toscana e che sono convinta sia la strada maestra per scongiurare la dissoluzione del nostro patrimonio naturale e culturale e insieme ad esso la nostra memoria.
Infine, un cenno sulla tutela del territorio: anche in questo caso, credo che la questione non debba essere affrontata soltanto da un punto di vista economico (la messa in sicurezza del territorio è una priorità per scongiurare le catastrofi che con sempre maggiore frequenza colpiscono l’Italia). Serve, innanzi tutto, una rivoluzione culturale che sostituisca al mito del mattone il vanto della tutela del paesaggio.
Credo, insomma, che tre delle bandiere di Libertà e Giustizia possano essere il trait d’union per unire questi temi, tutti importanti quanto onerosi per un Paese gravato dalla crisi e dal debito: cultura, lavoro e legalità. Con una nuova cultura della legalità, sottraendo soldi alle mafie, erodendo sommerso ed evasione, attaccando le sacche di corruzione, sarà infatti possibile mettere in campo tutti quegli interventi che mi sono limitata ad accennare qui sopra in ogni campo strategico per lo sviluppo del nostro Paese e così sarà possibile anche tornare ad avviare l’ingranaggio, oggi rotto, del mondo del lavoro.
Concludo, ringraziandovi per l’opportunità concessa e con la consapevolezza che la sintesi è spesso foriera di scarsa completezza. Molti, infatti, sono i temi sui credo il nuovo Governo dovrà agire: dalle questioni di genere al dramma delle carceri, dall’ammodernamento infrastrutturale a una nuova politica energetica, dalla realizzazione di un vero percorso di integrazione con gli immigrati (a cominciare dallo ius soli), il ruolo dell’Italia in Europa, il rapporto tra mondo politico e mondo finanziario, l’impegno del nostro Paese nell’industria bellica e nelle operazioni internazionali, la difesa del nostro tessuto imprenditoriale… per citarne solo alcuni altri rispetto a quelli di cui sopra…
* Assessore alla cultura della regione Toscana, candidata con il Centro Democratico di Bruno Tabacci e Massimo Donadi