L‘affaire Ceccanti ha prodotto, un’altra volta, bei risultati: sulla scia di altre clamorose sviste politiche (vale per tutti una proposta di legge per imporre il Crocifisso nelle scuole, di cui non si sentiva proprio il bisogno e che è stato poi costretto a ritirare), questa volta il senatore pd Stefano Ceccanti l’ha combinata grossa, offrendo in pasto un uomo come Giorgio Napolitano alle oscene fauci del Il Giornale.
Che il quotidiano della famiglia del presidente del Consiglio agiti scheletri negli armadi e inesistenti fantasmi farebbe ridere i polli se non aggiungesse qualcosa di macabro a questa povera e disperata Italia, dominata dal potere dell’uomo i cui amici e collaboratori più antichi sono condannati per mafia, corruzione, appropriazione indebita, ricettazione eccetera, eccetera, eccetera. E lui stesso è sceso in politica con l’intento dichiarato di salvarsi attraverso leggi ad personam.
Sappiamo che il Colle fa gola al Cavaliere, ma per fortuna il suo momento non è ancora venuto e noi ci auguriamo fortissimamente che non venga mai.