Il parziale sblocco del cosiddetto federalismo demaniale non deve ingannare. L’avvio del censimento dei beni pubblici da “devolvere” alle autonomie locali è poco più che un passo nel vuoto del mitico “federalismo italiano”. Il più drammatico “effetto collaterale” della tragedia greca che ha sconvolto i mercati, infatti, riguarda proprio il federalismo fiscale.
Nel governo berlusconiano e nella maggioranza forzaleghista nessuno ha il coraggio di dirlo pubblicamente, al Paese e al Parlamento. Ma è ora di chiarire l’equivoco. Il federalismo fiscale non si fa più. E’ ormai fuori dall’agenda della legislatura. Il vessillo della Lega, l’obiettivo mistico vagheggiato da Bossi fin dai tempi dell’ampolla pagana sul Dio Po, sventola ormai solo nelle adunate padane del Carroccio. Ma non sventola più sui palazzi romani, da Palazzo Chigi a Via XX Settembre.