Cari amici,dico subito che condivido in pieno le perplessità e le obiezioni di Gustavo. Non è che non mi renda conto della gravità di certe situazioni e che non sia preoccupato. Ma penso, come Gustavo, che la nostra linea deve essere affermata nel merito dei tanti problemi politici e istituzionali, non trasformando il nostro impegno in una battaglia ad personam (come certe leggi!). Oltre tutto, sono convinto che l’atteggiamento personalizzante sia inconsapevolmente succubo dello stesso “vizio” di personalismo e leaderismo che connota la situazione che combattiamo; e che questa insistenza monocorde solo sul singolo personaggio non faccia che rafforzarlo o mantenere intorno a lui un consenso che non avrebbe tante giustificazioni oggettive. Non è che ogni cosa che accade in Italia dipenda da Berlusconi o sia “per natura” a favore o contro Berlusconi! In questo modo gli si attribuisce un ruolo e un peso sproporzionati alla realtà. Basta pensare che, se diminuisse sensibilmente il consenso, vero o presunto, che si dice circondi tuttora la figura e soprattutto il ruolo politico attuale di Berlusconi (trasformandolo in consenso non più maggioritario, ma minoritario, come quello che anche nella nostra storia ha circondato e circonda tanti personaggi populisti), tutto cambierebbe, anche se i problemi del paese resterebbero gli stessi e dovrebbero essere affrontati nel merito senza più l’ossessione di Berlusconi. Allora è, semmai, quel consenso che tuttora impedisce di affrontare meglio i problemi: e quel consenso non si erode andando in piazza contro una persona (al contrario ciò può perfino rafforzarlo per reazione e aumentare il “vittimismo” che il Presidente del Consiglio ama mostrare), ma si erode aprendo il più possibile gli occhi degli elettori sul merito dei problemi.
Se poi il consenso maggioritario non riguardasse solo Berlusconi ma, nel merito, tutte le politiche e le azioni dell’attuale maggioranza, servirebbe a poco chiedere le dimissioni di uno per avere al suo posto un altro che faccia le stesse cose.
Quindi, concludo: per mio conto Libertà e Giustizia come tale non deve “andare in piazza” ma continuare a proporre e costruire occasioni di riflessione e di consapevolezza sui tanti temi politici, istituzionali, morali, allargando il “consenso della ragione”.
Con stima ed amicizia
Valerio
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