Il ruolo della società civile: il contributo di Genova

03 Novembre 2009

In vista di sabato, quando insieme i soci di LeG discuteranno sul ruolo della società civile e di Libertà e Giustizia, mettiamo a disposizione le riflessioni dei soci, man mano che arrivano dai circoli.
Il ruolo dell’AssociazioneCirca il ruolo che l’Associazione deve svolgere, vengono sottolineate, come risulta anche da interventi nel Blog, due diverse esigenze. Vi è chi enfatizza il fatto che il berlusconismo corrisponde a un diffuso atteggiamento di massa, ritiene irrecuperabile a breve la deriva del sistema politico, opposizione inclusa, e chiede perciò di lavorare sui tempi medio-lunghi; altri manifestano invece l’opportunità di intensificare l’impegno in interventi concreti, al confine con l’azione politica vera e propria. Entrambe le opzioni hanno motivazioni reali, e pertanto non devono essere considerate in alternativa tra loro; si tratta di trovare il giusto equilibrio, nel lavoro dell’Associazione, tra iniziative finalizzate all’uno e all’altro obiettivo.
Aprirsi a tutti i possibili interlocutori per contribuire alla costruzione di un Movimento per una alternativa di governoLa conclusione dell’incontro di Genova dovrebbe avere ambizioni molto alte: proporsi di essere non una iniziativa una tantum, bensì il lancio, da parte dell’intera “società civile”, di un Movimento per una alternativa di governo, in Italia e in Europa. Ciò richiede di sviluppare sistematicamente i contatti già avviati con altri interlocutori: associazioni e gruppi (con alcuni dei quali i nostri circoli hanno sistematici rapporti), anche singole persone finora non coinvolte.

Occorre sforzarsi per essere non solo fermento, ma collante, capaci di interloquire anche con organizzazoni le cui modalità operative siano diverse da quelle tradizionali, ma con le quali vi siano (in positivo, non solo in termini di protesta) obiettivi convergenti: ciò potrà facilitare la visibilità delle nostre azioni, problema questo cruciale in una realtà pesantemente condizionata dal potere mediatico dell’uomo che governa il Peaese sulla base di un clamoroso conflitto di interessi.Ci sarà poi, inevitabilmente, il rapporto con i partiti dell’opposizione; ma, appunto, dopo, perché è preliminare il tentativo di coagulare chi ne è fuori, o magari è iscritto ma non appartiene al loro establishment, e comunque di dare una occasione di impegno a tutti i cittadini disponibili a contribuire alla costruzione di questa alternativa.Le primarie del 25 ottobre sono state un evento importante: ancora una volta, oltre due milioni di cittadini non iscritti al Partito Democratico hanno voluto mostrare che -al di là delle delusioni che spesso sono state provocate da comportamenti, da presenze e da assenze da parte dei partiti dell’opposizione – c’è una diffusa speranza in un rilancio dell’opposizione stessa, nella prospettiva della costruzione di un programma di governo adeguato alla esigenze del Paese, e soprattutto a quelle di chi soffre maggiormente l’attuale crisi. L’opposizione non può coincidere con il solo Partito Democratico, che potrà peraltro vederlo protagonista se esso sarà capace di aprirsi al suo esterno.

Sole ma decisive discriminanti devono essere il rigore del costume politico, senza alcuna tolleranza per comportamenti ambigui dei propri aderenti, nonché, a sinistra, l’accettazione appunto di una logica di governo, con un programma credibile e non demagogico, senza alcuna indulgenza per gli atteggiamenti meramente protestatari.
Ricercare strumenti concretiLa domanda da affrontare è: come può un gruppo numericamente limitato incidere nella vita politica senza cadere nella tentazione di fare da “avanguardia”, con inevitabile frustrazione da insufficiente risultato?Alcune azioni, ambiziose, non possono ambire a risultati a breve termine, ma sono indispensabili per far sì che l’opposizione sia non solo rumorosa ma propositiva.Le scuole di formazione, che rappresentano già per L&G una esperienza molto positiva, dovrebbero divenire uno strumento permanente. Esse possono contribuire a diffondere consapevolezza e impegno civico nelle nuove generazioni, ed anche preparare il terreno affinché persone preparate e provenienti dalla “società civile” divengano risorse prezione per la politica, ascoltate anche dai partiti in quanto competenti e autorevoli (sempre che i partiti stessi non si limitino alla ricerca di meri serbatoi di voti). Per l’attuazione delle scuole vi sono ovviamente problemi pratici e finanziari, per risolvere i quali è opportuno tentare anche di allargare la ricerca di sponsors.Altro strumento da costruire può essere la costituzione di gruppi di studio tematici, ai quali partecipino i soci che nei diversi circoli hanno interesse per specifiche problematiche e sono in grado di fornire apporti significativi.

I moderni strumenti telematici consentono di lavovare in rete; i gruppi possono perciò, senza eccessivi oneri, raccogliere persone anche da sedi lontane e farle interagire. Nei casi in cui il lavoro sarà stato in grado di raggiungerre conclusioni consistenti, o comunque di produrre elaborazioni adeguate, si potrà poi dar luogo a Convegni pubblici, dai quali emergano, sulle diverse questioni, contributi costruttivi nella logica di una opposizione che voglia costruire prospettive di governo.
Contrastare il governo di oggi con un preciso riferimento a modelli alternativi: qualche esempioLa mobilitazione sui diversi temi non deve essere finalizzata solo alla prospettiva del domani. Essa consente di intervenire anche sull’immediato, contrastando l’azione del governo non demagogicamente o solo in termini negativi, ma con un preciso riferimento a realistici modelli alternativi. Presentiamo qui di séguito, a mero titolo di esempi, alcuni spunti di riflessione su questioni che riteniamo particolarmente rilevanti in relazione ai valori che ci hanno spinto a aderire a Libertà e Giustizia.
I diritti civili delle persone, senza compromessi su laicità e immigrazioneUna piattaforma politica di centro-sinistra, oltre a impegnarsi sulle tematiche “sociali”, non può in alcun caso far trascurare l’aggancio a fondamentali riferimenti etico-civili (diritti universali dell’uomo, laicità delle istituzioni pubbliche) e alla loro traduzione in termini istituzionali (la Costituzione in Italia, la Carta di Nizza in Europa); è doveroso riproporli sistematicamente, anche in funzione di educazione civile.

Vi è chi teme che, a breve, ciò penalizzi elettoralmente. Non è così, perché l’area di centro-sinistra non guadagna nulla nel diminuire il rigore a tale proposito: chi è sensibile al richiamo della foresta (xenofoba o clericale che sia) vota comunque chi è pienamente collocato su tale terreno, non chi cerca di venire a deboli compromessi ai margini di esso. Sfumare le differenze rappresenta sempre una scelta perdente: ciò vale non solo per questo punto, ma anche per tutti i successivi.
La legalità, la lotta alla criminalità economicaLa sinistra dovrebbe porre con forza il problema della legalità, nonché della certezza della pena, a tutti i livelli, iniziando dai più alti: che si è fatto sulla criminalità economica, sulla pressoché totale scomparsa dei reati finanziari dal codice penale, sulla possibilità -per chi si può permettere avvocati di grido- di scalare i diversi gradi di giudizio fino alla prescrizione?Sarebbe il momento di mostrare agli elettori che il vituperato primato delle istituzioni pubbliche rispetto alle aziende è in realtà una garanzia per i cittadini: non solo per le fasce più deboli, ma anche per il ceto medio e per gli imprenditori non banditeschi.
Gli interessi diffusi, quasi sempre sacrificatiOccorre dare una reale centralità al tema degli interessi diffusi, della società non rappresentata. Ciò costituisce una decisa rottura con la tradizione di una sinistra che ha quasi sempre privilegiato le categorie organizzate, gli interessi concentrati.


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