Appello per la legge elettorale

04 Gen 2012

In attesa della decisione della Corte Costituzionale sull’ammissibilità dei due referendum elettorali sottoscritti da un milione e duecentomila cittadini, 115 costituzionalisti, tra cui Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky, si augurano che l’iniziativa referendaria continui a svolgere la funzione di pungolo per il varo di una nuova legge elettorale

Il Comitato referendario per i collegi uninominali ha diffuso un appello, promosso da Andrea Morrone, sottoscritto finora da 115 costituzionalisti.

L’appello, auspicando che il referendum sia ammesso dalla Corte costituzionale, esprime il convincimento che, grazie alla decisione di ammissibilità, l’iniziativa referendaria continui a svolgere la funzione di pungolo per il varo di una nuova legge elettorale, nel solco dei quesiti sottoscritti da un milione e duecentomila cittadini.

I quesiti referendari, se ammessi dalla Corte costituzionale, potranno aiutare le forze parlamentari impegnate nel delicato sostegno al governo Monti a realizzare gli obiettivi indicati dal Capo dello Stato.

Il testo:

“All’inizio della campagna referendaria, molti di noi lanciarono un appello ai cittadini, perché appoggiassero una iniziativa che costituiva una “occasione imperdibile per ridare base e senso al nostro sistema politico, stimolando il Parlamento a compiere il suo dovere di dotare l’Italia di una legge elettorale all’altezza della Costituzione e della dignità del popolo italiano”. Adesso che la raccolta delle firme ha avuto un così ampio successo, ci rivolgiamo ai gruppi parlamentari e ai partiti perché affrontino immediatamente il problema, utilizzando al massimo l’ultima parte della legislatura. L’iniziativa referendaria ha già svolto un compito importante, riaprendo un tema che sembrava chiuso e riproponendo alla coscienza popolare il rischio di votare, per la terza volta, con un sistema che calpesta fondamentali principi della Costituzione. Il referendum – se ammesso, come auspichiamo, dalla Corte costituzionale – non solo non interferirà con la attività di governo ma, anzi, potrà aiutare i gruppi parlamentari nello sforzo per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria. Il referendum, infatti, potrà diventare nei prossimi mesi non solo uno stimolo, sempre più forte, per affrontare le tematiche istituzionali auspicate dal Presidente della Repubblica accompagnando le misure di risanamento e di rilancio dello sviluppo, ma potrà, altresì, evitare lacerazioni fra i gruppi parlamentari impegnati in una così importante e delicata missione per il Paese. Al di là di aspetti che il Parlamento potrà sempre correggere, il ritorno alle “leggi Mattarella” potrebbe contribuire a ricostituire, attraverso i collegi uninominali, un rapporto più diretto fra parlamentari ed elettori e potrà evitare, pur in un quadro tendenzialmente maggioritario, la formazione di coalizioni rissose, fragili ed eterogenee, artificiosamente tenute insieme dalla conquista di un premio di maggioranza a livello nazionale. Sarebbe una sciagura se – nonostante la condanna, ormai generale, dell’attuale sistema elettorale – l’inerzia e gli interessi di parte impedissero nuovamente al Parlamento di intervenire. Ma poiché questo pericolo esiste realmente, e lo sarebbe ancora di più senza lo stimolo referendario, invitiamo i partiti ad assumersi tutte le responsabilità e a lavorare immediatamente attorno a questo problema alla ripresa dei lavori parlamentari.”

Hanno finora aderito (1):

Salvo Andò, Vittorio Angiolini, Luca Antonini, Adele Anzon, Paolo Armaroli, Enzo Balboni, Vincenzo Baldini, Augusto Barbera, Franco Bassanini, Ernesto Bettinelli, Raffaele Bifulco, Roberto Bin, Giuditta Brunelli, Maria Agostina Cabiddu, Marina Calamo Specchia, Licia Califano, Paolo Caretti, Agatino Cariola, Massimo Carli, Emilio Castorina, Elisabetta Catelani, Paolo Cavaleri, Alfonso Celotto, Augusto Cerri, Ginevra Cerrina Feroni, Francesco Cerrone, Enzo Cheli, Omar Chessa, Lorenzo Chieffi, Anna Chimenti, Pietro Ciarlo, Giovanni Cordini, Pasquale Costanzo, Antonio D’Aloia, Marilisa D’Amico, Luigi D’Andrea, Gian Candido De Martin, Gianmario Demuro, Giuseppe de Vergottini, Giovanni Di Cosimo, Alfonso Di Giovine, Giampiero Di Plinio, Guerino D’Ignazio, Filippo Donati, Damiano Florenzano, Tommaso Edoardo Frosini, Carlo Fusaro, Silvio Gambino, Paolo Giangaspero, Adriano Giovannelli, Tommaso Francesco Giupponi, Stefano Grassi, Enrico Grosso, Riccardo Guastini, Guido Guidi, Giovanni Guzzetta, Armando Lamberti, Sergio Lariccia, Aldo Loiodice, Isabella Loiodice, Nicola Lupo, Jörg Luther, Elena Malfatti, Alessandro Mangia, Stelio Mangiameli, Andrea Manzella, Angelo Mattioni, Luca Mezzetti, Roberto Miccù, Andrea Morrone, Giovanni Moschella, Silvia Niccolai, Ida Nicotra, Nicola Occhiocupo, Maurizio Oliviero, Valerio Onida, Maurizio Pedrazza Gorlero, Roberto Pinardi, Cesare Pinelli, Ferdinando Pinto, Andrea Piraino, Alessandro Pizzorusso, Anna Maria Poggi, Fabrizio Politi, Salvatore Prisco, Andrea Pugiotto, Margherita Raveraira, Saverio Francesco Regasto, Antonio Reposo, Paolo Ridola, Francesco Rigano, Angelo Rinella, Raffaele Guido Rodio, Giancarlo Rolla, Roberto Romboli, Claudio Rossano, Emanuele Rossi, Antonio Ruggeri, Antonio Saitta, Carmela Salazar, Roberto Scarciglia, Michele Scudiero, Stefano Sicardi, Andrea Simoncini, Antonino Spadaro, Sandro Staiano, Rolando Tarchi, Vincenzo Tondi della Mura, Roberto Toniatti, Alessandro Torre, Giuseppe Verde, Lorenza Violini, Gustavo Zagrebelsky, Nicolò Zanon, Antonio Zorzi Giustiniani.

(1) Tra i firmatari non compaiono Federico Sorrentino e Alessandro Pace che, assieme a Nicolò Lipari e Vincenzo Palumbo, comporranno il collegio di difesa dei quesiti referendari nell’udienza della Corte costituzionale che si terrà l’11 gennaio 2011.

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