Il governo, interesse di tutti. Sì, ma maggioranza e opposizione hanno il dovere di non ostacolarlo

14 Lug 2010

Il falso dossier fabbricato contro Stefano Caldoro non è soltanto un problema all’ interno del Pdl e delle sue correnti. Siamo, bensì, di fronte ad un vero e proprio attentato contro il nostro sistema democratico, ad un complotto teso a condizionare la scelta del candidato dello schieramento che partiva favorito nella gara elettorale regionale e che avrebbe avuto l’ effetto di consegnare la strategica carica di presidente della regione Campania in mani diverse da quelle di chi è poi risultato vincente. Non conosciamo le modalità per cui tale tentativo è fallito, ma un fatto è certo: se lo stesso Caldoro denuncia che esistono imprecisati centri di potere che assumono decisioni a sua insaputa, se il losco tentativo di delegittimarlo c’è stato (come non si può ragionevolmente negare che vi sia stato), se tanto ci dà tanto, i cittadini campani, sia quelli che hanno votato Caldoro sia quelli che (come chi scrive) non l’hanno votato, in questa squallida vicenda, dovrebbero aver ben chiaro da che parte stare. Occorre che a Stefano Caldoro sia fornita la massima solidarietà e che chi ha partecipato al complotto, o ne sarebbe risultato comunque beneficiario, sia costretto a fare un passo indietro. L’ invito rivoltogli ieri dal direttore del Corriere, Marco Demarco, di farsi carico fino in fondo delle responsabilità che la sua carica gli assegna, è sacrosanto. Ma esso deve essere inteso come uno stimolo ad andare avanti, sottraendosi ad ogni tentativo di condizionamento. Guai a non capire che nell’ attuale situazione il presidente della Campania va innanzitutto sostenuto da tutti i cittadini che rispettano ed hanno a cuore le istituzioni. Qui non conta aver votato a destra o a sinistra. Sono in gioco i fondamenti stessi della democrazia e della legalità che rischiano di essere destabilizzati. Il presidente deve fare la sua parte, ma potrà farla compiutamente solo con un sostegno materiale e morale bipartisan, visto che proprio nella maggioranza che dovrebbe sostenerlo si annidano alcuni dei suoi più subdoli avversari. Mai quanto in questo momento, quindi, c’è bisogno che Caldoro sia forte. Sarei perciò piuttosto cauto a voler a tutti costi evidenziare passaggi critici nel suo operato: un esercizio questo che avrebbe soltanto lo sciagurato effetto di indebolirlo. Recentemente il presidente americano Obama ha dovuto superare una difficile prova: sostituire in Afghanistan il generale Mc Crystal per le dichiarazioni rilasciate ad un periodico che mettevano in imbarazzo proprio il presidente e la sua amministrazione che avevano molto puntato su di lui. Dai resoconti molto precisi dell’ Herald Tribune, che ha riportato tutti passaggi effettuati da Obama prima di prendere la propria decisione, tra cui alcuni anche con esponenti della precedente amministrazione repubblicana come l’ex segretario di stato Colin Powell, sono emersi tutti gli elementi necessari al lettore a farsi un’ opinione su come sia stata gestita la crisi. Eppure i cronisti sono stati ben attenti a presentare questo processo in una luce non pregiudizialmente negativa, non so bene se per convinzione o “ragion di stato”, Obama ne esce come un presidente che valuta attentamente le varie opzioni e poi assume le sue decisioni con fermezza. Auspicherei che l’operato di Caldoro sia trattato, in casa nostra, alla stessa stregua. E’ chiaro che nella composizione della giunta egli ha dovuto tener conto e purtroppo talvolta anche subire le indicazioni delle correnti del suo partito per larga parte a lui non vicine, se non dichiaratamente ostili. Comunque la sostanza emersa in questi giorni è che egli ha ottenuto le dimissioni di Sica e che proprio la gravità dei comportamenti di chi ha complottato contro di lui dovrebbe dargli maggior forza e smalto sia all’ interno del proprio partito che davanti all’ opinione pubblica. C’è un interesse comune tra le forze politiche ed i cittadini di centrodestra e centrosinistra che la regione sia governata da chi è stato democraticamente eletto e non da consorterie e forze occulte che si affidano a complotti, dossier ed oscure trame trasversali. Poi, come avviene in ogni democrazia, la maggioranza farà la maggioranza e l’opposizione farà l’opposizione.

* Francesco S. Lauro è coordinatore di LeG Napoli

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