Scendere in campo

Cominciamo dal’inizio: dalla “discesa in campo”.
Nella famosa videocassetta (ah, se si fosse riflettuto di più e meglio sullo strumento usato, simbolica sintesi ed evocazione del conflitto di interessi che tante devastazioni continua a perpetrare !) il futuro Premier annuncia agli italiani, già da per lo meno 14 anni in “cura” Fininvest-Mediaset, che “scende” in politica.
Ovviamente per “amore del mio paese”. Un disinteressato e gravoso sacrificio. Un servizio, un dovere.
Da lì, come è successo altre milioni di volte, per studiatissime frasi e singole parole, modelli comportamentali e ripetute “scenografie” miranti a stravolgere, manipolare capacità di pensiero e linguaggio, desideri e paure riducendo l’immaginario collettivo a copia e passiva ricezione di imput, “scendere” in politica ripetuto pappagallescamente da figuranti prezzolati e opposizione afasica, confusa o complice, è diventato un incastro imprescindibile della bolla che ci stringe.
Per Sartori la politica è “la sfera delle decisioni collettive sovrane”. Per cervelli di prim’ordine , nella storia del pensiero è stata tensione, ricerca, fatica. Anche dolorosa.
Lui “scende”. E nessuno a chiedergli, neppure ironicamente, studiata la ”biografia”:
“Da dove? ”

8 commenti

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  • Questo commento è molto raffinato e mi piace molto, ma in realtà lo “scendere in campo” è l’inizio ( e la fine!) di quella metafora del calcio, applicata alla politica che ci affligge ormai da quindici anni e negli interventi di tutti i rappresentanti di governo e purtroppo ormai, anche dell’opposizione, che non riesce a ritrovare un linguaggio diverso e meno bieco.
    Lo “scendere in campo” è il contrario di “stare in panchina” tutto inscritto nel mondo calcistico e nelle sue leggi agonistiche e popolari, l’unico linguaggio compreso da tutti e in particolari da quegli esseri subumani che sono gli ultras, base infinita dell’elettorato berlusconiano, come presidente del Milan soprattutto. Del resto, ormai, anche il tipo di corruzione assomiglia sempre più al calcio mercato e non dimentichiamo che l’unica volta che B. ha abbandonato le vacanze sarde estive è stato per salvare le squadre in fallimento economico. Non mi sembra si dia altrettanto da fare per gli enti lirici e musicali! Tutto torna, no?

  • si scrive “input” non “imput”. Per il resto l’articolo è chiarissimo e condivisibile al 100%

  • A proposito dell’altruismo, del disinteresse e del sacrificio che hanno accompagnato la Sua discesa in campo: è stata mai fatta una ricerca che metta a confronto il valore del suo patrimonio nel 1994 con quello di oggi? E che poi raffronti il suo incremento con quello del PIL italiano nello stesso periodo? O meglio, con l’incremento della ricchezza media (o mediana) degli italiani? Così, tanto per sapere.

  • Rispondo a Maria Teresa. Risalire: sta troppo comodo dove sta! e per quanto mi riguarda quel soggetto, alto non è mai stato, per quanto concerne i valori, la serietà, la correttezza, la legalità…. e si vuole presentare a noi come portatore di tutto ciò… l’unica cosa a” alta” CHE POTREBBE FARE è CONFESSARE TUTTE LE ILLEGALITA’/ ILLECITI COMMESSI; allora si che diventerebbe, non “alto” ma “normale” perchè ora sta nei bassifondi delle fogne….e ci sta benissimo!

  • Per uno che ha iniziato le sue attività con i soldi di una banca che i mafiosi definivano “la nostra cassaforte” la sua non è stata una discesa ma una salita in campo portando con se tutto il marcio di cui solo la sue televisioni e i suoi prezzolati giornalisti riescono a mitigare la puzza al naso di molti .

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