“Condividere”: dice il Devoto-Oli che si tratta di “avere unitamente ad altri, con piena partecipazione”.
Il linguaggio del populismo recita che bisogna condividere riforme della Costituzione, condividere la “memoria”. Magari anche condividere la riforma della Giustizia e via dicendo.
Sono incapace, Ho studiato con Devoto mille anni fa, glottologia. Capisco quel meticoloso “piena partecipazione”. Non riesco a condividere la memoria storica della guerra, di quei volti di parenti e amici intravisti nei primi anni d’infanzia e scomparsi nel nulla. Non riesco a condividere con altri che non abbiano patito allora o partecipato nelle loro vite più giovani della mia al dolore del ricordo e alla scelta di fare qualcosa ( sempre troppo poco, purtroppo) contro ogni pensiero unico, ogni dittatura anche del migliore.
La mia memoria è custodita in fondo al cuore e finirà con me. Posso “condividerla” ahimè con pochi e riconoscere uomini e donne di buona volontà con i quali ricordare e tramandare.
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Dietro questo modo di dire in realtà si nasconde tutta l’ambiguità del “politicamente corretto” (vero veleno invisibile di una percezione ormai diffusa per un pensiero unico ed unica riflessione “concordata” della storia recente) per cui “i morti sono tutti uguali e degni dello stesso rispetto e ricordo”: poi si dimostra continuamente che non è vero, perché mentre si dovrebbero celebrare i morti repubblichini, nessuno vuole affrontare davvero le ragioni del terrorismo, soprattutto se rosso, naturalmente. Per cui il “politicamente corretto” va a farsi friggere comunque e inserisce una faziosità non inferiore alla precedente; inoltre la memoria storica, invece di essere condivisa, il che è anche assurdo per vari motivi, viene così confusa e inglobata in un minestrone in cui è impossibile distinguere torti e ragioni (spesso da ambe le parti, naturalmente) e ricostruira i fatti, in tutta la loro complessità.
Dietro all’espressione “condividdere la MEMORIA STORICA” si cela, in realtà, la pretesa che venga da altri “condivisa” una specifica “RAPPRESENTAZIONE DELLA MEMORIA STORICA”.
Rappresentazione che ciascuno offre agli altri o, addirittura, (quando tale “rappresentazione” è offerta in buona fede) inconsciamente anche a sè stesso.
Questa espressione è il substrato di quel revisionismo storico il cui unico obiettivo è ridimensionare il valore della Resistenza e sdoganare Fascismo, Repubblichini e così via. Ciò è possibile naturalmente perché l’Italia è un Paese tendenzialmente di Destra e perché il Fascismo godette di un vasto consenso popolare. Confesso però che oggi mi preoccupa molto di più lo sdoganamento della Lega, che vorrei fosse relegata ai territori di origine.