LeG e la Tassa europea sulle transazioni finanziarie

25 Marzo 2019

Massimo Marnetto

“Aiutarli a casa loro”, dicono quelli del Governo. Poi tutto si ferma, perché – dicono sempre loro – ci vorrebbe un “Piano Marshall” da svariati miliardi, ma i soldi non ci sono.

E invece non è così.

Con una piccola tassa (per es. 0.05%) sulla compra-vendita di titoli finanziari, oggi si potrebbero generare in Europa circa 20 miliardi, da usare nella lotta alla povertà e ai mutamenti climatici. Questo è proprio quello che chiedono da anni molte associazioni europee, che in Italia si sono riunite nella rete Zerozerocinque. Non solo scrivendo ai Governi degli Stati membri, ma anche raccogliendo oltre un milione di firme tra i cittadini europei.

Così è nata una “collaborazione rafforzata” tra 10 Stati membri, che sta definendo come applicare una “Tassa sulle Transazioni Finanziarie” TTF). Parliamo di milioni al giorno, in quanto la speculazione ormai si fa con batterie di computer, che eseguono algoritmi predisposti a vendere o a comprare al raggiungimento di un valore programmato dei titoli obiettivo. Sicché l’operatore “sorveglia” il ronzio delle macchine che processano centinaia di operazioni al secondo e interviene solo in rari casi. Ecco perché una tassa così piccola crea tanti miliardi!

Ora che i temi del clima e dell’emigrazione sono arrivati allo zenit del dibattito, la TTF sarebbe la risposta più adeguata per attaccare le cause di questi processi. E soprattutto, per togliere l’alibi della mancanza di soldi a chi rimanda l’avvio di azioni pluriennali ed organiche di sviluppo, le uniche in grado di offrire alternative di vita a chi parte per povertà e siccità.

Per avere qualche dettaglio in più, basta vedere questo breve (2 min)  video, realizzato dalla Campagna Zerozerocinque, di cui Libertà e Giustizia è Associazione aderente.

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