In questi giorni una delle mie amiche più care compie 80 anni. È nata in un giorno fra il 27 maggio e il primo giugno. L’ incertezza sulla data dice tanto di quel tempo, di quel mondo, delle vite che li hanno attraversati. Agli invitati alla sua festa ha mandato un messaggio che dice così: «In regalo vorrei da ciascuno di voi un libro: quello più caro che avete. Avrò così una piccola preziosa biblioteca per il tempo a venire». Siamo arrivati tutti portandole vecchi libri, alcuni della nostra infanzia e giovinezza. Una pila, sul tavolo di cucina, magnifica. È stato bello vederla circondata dalle sue tre ragazze, due arrivate dall’America, lei che ha tanto sofferto di essere stata ” Una madre per l’ estate”, nei lunghissimi difficili anni in cui insegnava a se stessa, e a loro, a essere libere.
L’ho conosciuta trent’anni fa, eravamo “compagne di banco” a Repubblica. Sedevo di fronte a lei nella scrivania e ho imparato quasi tutto di quello che serve per fare questo mestiere guardandola lavorare, ascoltandola al telefono. Il sorriso, l’ostinazione. Il sorriso nell’ostinazione, mai darsi per vinta, e l’ostinazione nel sorriso, mai perdere la generosità e la gentilezza.
Il suo compagno era Giovanni Ferrara, di cui conservo una frase sul taccuino. «Il vero maestro non ti insegna la verità, ti insegna a cercarla». Ho chiesto a Sandra se avesse scritto qualcosa, ultimamente. Mi ha risposto così: «È difficile scrivere ora. Bisogna saper consigliare ma non pesare. Non far pesare le nostre vite in quelle dei più giovani. Il tempo è così diverso. Mi piacerebbe soprattutto insegnare a far sorgere qualcosa da loro stessi, ma non trovo altro che i classici. Rileggerli, spiegarli un poco. Dire che quello che non hanno risolto loro non sappiamo risolverlo neppure noi, ma dobbiamo tuttavia continuare a provare. Ciascuno nel suo modo, nessuno nel modo di un altro».
Questa è Sandra Bonsanti, che compie in questi giorni 80 anni. Che fortuna, vivere nello stesso suo tempo.
la Repubblica, 31 Maggio 2017