Referendum, Grandi: Incredibili affermazioni di Napolitano. Il parlamento avrà meno e non più dignità

03 Ottobre 2016

«Lo dico con dispiacere ma le affermazioni di Giorgio Napolitano sul futuro del parlamento se vincerà il Sì sono incredibili.
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Come si fa a dire che il futuro parlamento avrebbe più ruolo con la vittoria del SÌ? Se questa disgraziata modifica della Costituzione dovesse andare in porto e l’Italicum rimanesse la legge elettorale il parlamento perderebbe del tutto la sua autonomia e anziché essere il centro della rappresentanza dei cittadini. Diventerebbe subalterno al governo, che diventerebbe così il vero dominus della vita politica per 5 anni, tanto più che il nome del futuro presidente del consiglio sarebbe indicato sulla scheda elettorale, cioè verrebbe di fatto eletto direttamente, una forma che l’attuale Costituzione non prevede in alcun modo.
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Come si può non vedere che il Senato sarebbe composto da nominati, senza alcun rapporto con un barlume di proporzionalità e con l’incapacità di esercitare effettivamente i poteri attribuitigli che per di più riguardano modifiche costituzionali, diritti delle minoranze linguistiche, ecc.? Materie che mantengono il bicameralismo paritario tra Camera e Senato che però sparisce dal quesito referendario (un quesito che con tutta evidenza mente) e che, va ricordato, non sarebbe più eletto dai cittadini. Parità di poteri ma non di elettività, uno squilibrio evidente.
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Quanto alla Camera, unica sede per la fiducia, non solo dovrebbe subire lo strapotere del governo sul parlamento  con i decreti legge a valanga ma dovrebbe subire anche la nuova norma costituzionale che prevede l’obbligo per la Camera di approvare le proposte di legge del governo entro 70 giorni.
Già oggi il parlamento, eletto con il porcellum, è subalterno; in futuro sarebbe perfino peggio visto che i deputati sarebbero eletti con premio di maggioranza e almeno 2/3 sarebbero nominati.
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L’unico rimedio al declino del parlamento è la piena elettività da parte dei cittadini e non la nomina da parte dei capibastone. Del resto proprio in questo periodo le provincie stanno anticipando cosa accadrà al Senato, cioè nessun voto popolare, accordi incestuosi che portano perfino ad escludere il livello minimo delle liste contrapposte tra maggioranza e minoranza.
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Questa modifica della Costituzione che porta i nomi Renzi e Boschi va respinta con un secco e rotondo no. Piuttosto che un salto nel buio creato da queste modifiche meglio la prudenza della Costituzione che abbiamo».

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