Lunedì 11 gennaio 2016 alle ore 15.30 sala della Regina Camera dei Deputati, piazza Montecitorio Roma
Il Comitato per il No nel referendum sulla legge costituzionale Renzi-Boschi, preso atto della volontà del Governo Renzi di proseguire nella demolizione della Carta costituzionale del 1948, illustrerà le gravi violazioni apportate da tale riforma ai principi costituzionali supremi, che, insieme alle non meno gravi incostituzionalità che caratterizzano la nuova legge elettorale ipermaggioritaria, potrebbero provocare una torsione autoritaria nella democrazia italiana.
Presiederanno Alfiero Grandi e Domenico Gallo del Coordinamento Democrazia Costituzionale.
Introdurrà i lavori il prof. Alessandro Pace, interverranno: prof Gaetano Azzariti, avv.Felice Besostri, prof. Lorenza Carlassare, prof. Gianni Ferrara, prof. Stefano Rodotà, prof. Massimo Villone, intervento conclusivo prof. Gustavo Zagrebelsky.
Il Comitato per il No ha chiesto ai parlamentari di impegnarsi fin d’ora a chiedere immediatamente dopo l’approvazione definitiva il referendum previsto dall’articolo 138 della Costituzione.
dal Circolo di Messina:
“Facciamoli questi comitati per il No al referendum costituzionale, con ex Rifondazione, ex SEL, ex DS, ex-ex, più o meno gli stessi della bella prova della lista L’Altra Europa per Tsipras. Facciamoci sconfiggere bestialmente e facilitiamo la strada del PD verso il 2018.” (di Santi Di Bella, coordinatore del Circolo di Messina di Libertà e Giustizia)
Non sono dunque solo a temere che i refrendum saranno la consacrazione del renzismo per “volontà popolare referendaria”.
Ma si continua imperterriti a percorrere la main street incuranti di ciò che potremmo trovare appena dopo la curva, senza neppure un dubbio, senza minimamente verificare un diverso percorso per raggiungere l’obiettivo auspicato con maggiori certezze!
Ma dov’è finito “quel dubbio” che aiuta ad evitare errori grossolani? Dov’è finito il sano buonsenso della saggezza di tanti professori?
Buffo il timore di alcuni di fare il referendum per paura di avvantaggiare Renzi : a parte che il referendum approvativo di modifiche costituzionali è un atto dovuto (quando la riforma non è approvata dal Parlamento con maggioranza qualificata), ma, soprattutto, se non si facesse per timore della (probabile) vittoria di Renzi, cosa dovremmo fare ? Andare in esilio, mettere le bombe, schierarsi col vincitore , ecc. ????
Al Signor Barbieri vorrei raccomandargli di non uscire più di casa perché potrebbe essere investito da un automezzo e lasciarci la pelle.
Ritengo che l’unico modo di vincere questa battaglia sia una campagna per l’astensione. Propugnare il no significa contribuire a raggiungere il quorum con una scontatissima vittoria del sì. Comprendo che l’astensionismo è culturalmente distante dal movimento, ma mi spiacerebbe che la campagna avesse una matrice che affonda nell’ipocrisia.
Faccio sommessamente notare al sig. Rizzo che il referendum costituzionale non richiede quorum, secondo quanto – ancora- stabilito dall’art. 138 della Costituzione vigente…
La revisione Costituzionale che ci si accinge ad approvare, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale in merito alla incostituzionalita’ di alcune norme che fanno capo al cosi detto “Porcellum”,non avrebbe dovuto essere nemmeno presentato nel corso di questa legislatura. I principi di base che vengono violati dal D.L. Renzi-Boschi, sono il principio della sovranita’ popolare. Mi piace, in questo contesto, rievocare l’AVANTI! dell’epoca che gridava e scriveva a nove colonne “REPUBBLICA” e un occhiello aggiungeva “Il sogno centenario degli Italiani onesti e consapevoli e’ una luminosa realta’”. Ignazio Silone, direttore, a caratteri di scatola comparve il titoletto “Grazie a NENNI”. E’ innegabile : quella vittoria, incerta fino all’ultimo, e’ stata il frutto della testarda volonta’ del leader socialista.
perché il referendum non diventi uno scontro tra tifoserie, con risultati imprevedibili, occorre che le persone vengano informate. Credo che una rete distribuita sui singoli territori ( comuni) possa dare buoni risultati. Si distribuiscono le fatiche e si crea un sistema coordinato. Non è detto che si avrà il risultato sperato, ma bisogna comunque provarci.
In difetto si lascerà la scelta alle tifoserie, che terminata non lascerà nel singolo cittadino quella analisi critica che normalmente si sviluppa nel dialogo-confronto.
Mi addolora leggere che anche all’interno di uno schieramento “progressista” si continui a litigare senza sosta. Per non continuare a farlo occorre capire una cosa, per me, di palese evidenza. Siamo in una fase in cui i poteri forti, non solo in Italia ma in Europa e nel mondo, si sono dati l’obiettivo di guadare questa immensa crisi, sa loro provocata ed evocata ad ogni pie’ sospinto, attraverso un definitivo colpo di spugna su tutte quelle forme di democrazia che possono ancora costituire un’ancora di salvezza per gli oppositori del disegno di “governo globale” capace di assicurare ancora, per anni ed anni, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e ridurre i popoli ad una massa di questuanti con il cappello in mano. In questa linea di nauseante “restaurazione” si inserisce la legge “governativa” di riforma costituzionale, ma non solo essa (legge elettorale, legge sulla scuola, il jobs act, e così via). La costituzione repubblicana, che per anni è pur stata ampiamente tradita nei suoi principi avanzati ed illuminati, ora è diventata ingombrante perché occorre farla diventare uno strumento muto, una bella donna che non parla. E come si fa? Semplice! Se la Costituzione afferma che la sovranità appartiene al popolo bisogna riformare nel senso di espropriare il popolo della sua sovranità. Dalla democrazia all’oligarchia, sperando che non sconfini nella tirannia. La posta in gioco è altissima, dobbiamo rendercene conto. Lo scontro sarà duro e non dovremo contare sull’imparzialità dell’informazione. I compagni di strada con cui condivideremo una parte del cammino si muoveranno per le stesse ragioni (opposte) per le quali si muoveranno i renziani. Per loro, come per i fans del premier, sarà unicamente una battaglia sul governo. Non a caso Renzi si è speso nel modo più brutale e ricattatorio paventando la crisi di governo in caso di sconfitta. Ma la riforma della Costituzione non è questione del Parlamento? Forse in casa PD (in casa PdL si era già pensato nel 2006) si è ormai convinti che ognuno possa crearsi le regole del gioco a colpi di maggioranza. E’ per me una deriva spaventosa, che riduce la Costituzione a carta straccia, a roba da rigattieri. Se penso al lavoro ed alla fatica di politici e giuristi che ce l’hanno data mi viene veramente il magone. Comunque siamo a questo punto: un risultato negativo per gli improvvisati, inadeguati “riformatori” costituzionali sarebbe un segnale importante per far capire al mondo che il popolo italiano difende la sua sovranità, che non accetta di essere imbavagliato e che moltiplicherà le sue forze per uscire dalla crisi in atto senza il cappello in mano. La posta in gioco, adesso, è questa.
Per quello che mi riguarda voterò e farò campagna per il no al referendum costituzionale
La legge Renzi-Boschi-Berlusconi accompagnata dalla mostruosa legge elettorale non migliora nulla ma ci consegna solo un pasticcio pericolosissimo. Servirebbero prima di tutto due piccole riforme costituzionali, queste:
1) nessun funzionario pubblico, alto magistrato, pubblico ufficiale e politico di qualunque organo cosituazione faccia parte non può ricevere emolumenti in denaro per stipendi indennità o rimborsi superiori a cinque volte quanto percepito mediamente da un operaio.
2) tutte le pensioni corrisposte dal sistema previdenziale pubblico a seguito di attività lavorative devono essere normate dalle medesime regole corrispondenti agli anni e alla quantità dei contributi versati.
Mi accontenterei di queste due riforme semplici ma efficaci, ve lo assicuro che sarebbero in grado di cambiare la politica.
Voi sostenitori del NO, siete sicuramente persone interessate a mantenere lo status quo, ovvero a lasciare intaccati tutti gli interessi delle le caste che hanno generato un debito pubblico altissimo.
Esempio dei tanti sprechi:
– le provincie;
– le partecipate (che votando SI da 8.000 si ridurrebbero a 1.000);
– il numero dei senatori eletti senza alcun merito (i vari Razzi, Scilipoti, Cosentino, e tante altre pedine messi da Berlusconi);
– i compensi sostanziosi e immeritati degli assessori regionali;
Potrei continuare con la lista.
Eliminando gli sprechi si tradurrebbe in un notevole risparmio di danaro pubblico.
In quanto all’elezione dei senatori, quelli come ho citato sopra come esempio chi li ha eletti? Forse noi? No!! I partiti.
Con la vittoria del SI i prossimi senatori saranno espressione della volontà popolare in quanto eletti dai cittadini in qualità di Sindaci o Presidenti di Regione.
Chi sostiene il no non vuole cambiare le cose!!!
Meglio poco che niente.
Voi sostenitori del SI, siete sicuramente persone interessate a mantenere lo status quo, ovvero a lasciare inalterati tutti gli interessi delle le caste che hanno generato un debito pubblico altissimo.
Esempio dei tanti sprechi:
– le provincie che qualcuno si vanta di aver già abolito e che ora sbandiera di voler abolire di nuovo;
– le partecipate che continueranno ad essere poltronifici a disposizione dei politici in assenza di controllo;
– il numero dei senatori e dei deputati “eletti” senza alcun merito (i vari Razzi, Scilipoti, Cosentino, e tante altre pedine simili usati da Berlusconi e soprattutto da Renzi per le sue maggioranze di voltagabbana che non hanno uguali in tutta la storia della Repubblica);
– i compensi sostanziosi e immeritati degli assessori regionali molti dei quali ora potranno continuare a rubare con lo scudo dell’immunita’ parlamentare e andare a bivaccare al Senato spesati di tutto;
Potrei continuare con la lista.
ABOLENDO IL PORCELLUM TORNEREMMO AUTOMATICAMENTE ALLA PRECEDENTE LEGGE ELETTORALE LEGITTIMA: IL MATTARELLUM E ANDREMMO A NUOVE ELEZIONI SCEGIENDO NOI I NUOVI PARLAMENTARI, AVENDO CURA DI LASCIARE FUORI DAL PARLAMENTO TUTTI QUELLI RESPONSABILI DELL’ATTUALE DISASTRO MORALE ED ECONOMICO, A COMINCIARE DA QUELLI CHE CI HANNO IMPOSTO LEGGI CHE CI IMPEDISCONO DI SCEGLIERE, COME PORCELLUM E ITALICUM.
Con la vittoria del SI i prossimi senatori NON saranno espressione della volontà popolare in quanto IMPOSTI AI cittadini in qualità di Sindaci o Presidenti di Regione DIRETTAMENTE DAI PARTITI O DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, VEDASI AD ESEMPIO SILURAMENTO DI BASSOLINO, VERGOGNOSO DEFENESTRAMENTO DI MARINO SENZA CONFRONTO IN AULA CONSILIARE, IMPOSIZIONE DAPPERTUTTO DI ALLEANZE E CANDIDATI ECC. ECC. ECC.
Chi sostiene il SI non vuole cambiare le cose!!!
Meglio poco che niente.
PERCIO’ VOTIAMO NO PER TENERCI LA NOSTRA COSTITUZIONE E PROVARE A SBARAZZARCI DEI POLITICI CHE HANNO DEPREDATO LA NOSTRA NAZIONE.
CHI VUOLE CAMBIARE VOTA NO E SCEGLIE GENTE NUOVA E PULITA, DI DESTRA E DI SINISTRA, PER RICOSTRUIRE L’ITALIA SENZA CONFLITTI DI INTERESSI E SENZA CERTEZZA DI IMPUNITA’ PER CHI SACCHEGGIA LA COSA PUBBLICA.