Sottoscrivo, senza dubbio alcuno. Siamo di fronte all’ultimo paradosso italiano. Riusciremo a fermare, questa volta, lo stravolgimento della Costituzione che nel 2006 – non un secolo fa – abbiamo impedito a Berlusconi di compiere?
Pensavamo che i partiti – almeno alcuni – avessero compreso che la Costituzione “va maneggiata” con prudenza e con giudizio. Non è così. Neppure il PD ha compreso il significato della lezione del 2006. Oggi si mette in discussione il Senato con proposte che giustamente il presidente Grasso critica in modo severo.
Ma in agenda c’è già il rafforzamento dei poteri del governo e del primo ministro, anticamera, di fatto, di una Repubblica presidenziale che vede nel Parlamento un ostacolo perditempo. “Governare con questa Costituzione è un inferno”, disse Berlusconi. “Governare con questo Parlamento fa perdere del tempo”, dice Renzi.
Sono – questi – i corsi e ricorsi di una atavica italiana antipatia per la politica. I costi della politica non sono il problema, sono il pretesto.
Lo tsunami Renzi troverà questa volta qualche argine, come mi auguro? Oscar Luigi Scalfaro nei momenti di sconforto e di buio ci diceva, parafrasando Camus : “E’ meglio perdere in piedi che vincere in ginocchio”. In tanti o in pochi si farà e si dirà quello che si deve, in piedi.
Come molto bene Libertà e Giustizia sta da anni facendo.
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