Pur non essendo stato studiato a tavolino, almeno a sentire gli organizzatori, ha scatenato un vespaio di polemiche l’intervento di un tredicenne sul palco del Palasharp, sabato scorso al convegno milanese di Libertà e Giustizia. Giovanni, questo il nome del ragazzino, ha mostrato sicurezza da adulto e non si è minimamente scomposto di fronte ai diecimila radunati per chiedere le dimissioni del premier. Neanche la presenza di nomi e volti noti come Roberto Saviano, di cui è fan, Gustavo Zagrebelsky, Umberto Eco, Gad Lerner e Susanna Camusso, l’ha bloccato. Presentato come il «più giovane amico» di Libertà e Giustizia, il tredicenne ha preso la parola sorridente, senza mostrare esitazione alcuna. Una volta sul pulpito, ha scandito, uno dopo l’altro, i suoi tanti perché, intervallandoli, di tanto in tanto, con un colpettino di pugno sul leggio. «Perché il presidente del Consiglio pensa a fare solo i festini ad Arcore, mentre c’è gente povera e gente come lui che nuota nell’oro? … Perché il premier e il governo se ne fregano dell’Italia?… Perché della scuola pubblica ci si occupa solo per tagliare i costi?».
«È STATA UNA SUA IDEA» – Pochi minuti che hanno fatto finire Giovanni sulle pagine dei giornali. E su YouTube, dove il video del suo discorso ha già ricevuto numerosi clic e commenti. La direttrice dell’Unità Concita De Gregorio lo ha citato in un suo editoriale, mentre Libero lunedì l’ha preso di mira: «Salviamo questo bambino dagli anti-Cav». «Sarebbe meglio – ha scritto il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – tenere fuori i minorenni dall’odio politico». E pensare che era stato proprio Giovanni a insistere per poter dire la sua al Palasharp. Figlio e fratello di due socie di Libertà e Giustizia, membro di una famiglia «assai attenta a certi temi», il tredicenne si era rivolto agli organizzatori alla vigilia del raduno, prima manifestando il desiderio di poter intervenire, e poi facendo leggere il brano pensato e scritto per l’occasione a chi avrebbe dovuto dargli l’ultimo via libera. «Non è stata un’idea della famiglia, ma solo di Giovanni», assicurano da Libertà e Giustizia. La madre del tredicenne avrebbe anzi esitato un po’ prima di dare il suo placet. Lasciandosi poi convincere dall’ostinato desiderio del diretto interessato. Dopo l’intervento, assalto di fotografi e giornalisti. Quindi gli articoli e le critiche. Attacchi che non hanno scalfito però Giovanni. «Dopo aver parlato dal palco era strafelice e oggi sarà a scuola fiero del suo discorso al Palasharp». Forse, il piglio dell’oratore consumato ha lasciato spazio all’ingenuità dei suoi tredici anni.