Come andare avanti lo decideremo insieme. Una cosa è certa: non ci fermiamo qui». Maurizio Landini, 52 anni, da tre segretario della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici Cgil, ha appena ricevuto un’ovazione dalle migliaia di persone riunite in piazza del Popolo. Un quarto d’ora di discorso appassionato, scandito dagli applausi di chi lo vorrebbe come un leader che va oltre il suo ruolo di sindacalista.
Cosa risponde a chi la vedrebbe bene alla guida di un nuovo soggetto politico?
«Rispondo che io faccio il segretario della Fiom e che continuerò a farlo se verrò rieletto».
Nessuna ambizione personale, nessun progetto politico che vede protagonista la Fiom?
«Non esistono uomini della provvidenza. E la Fiom esiste da 112 anni e fa politica sindacale».
C’è chi vorrebbe che facesse più politica.
«Ognuno fa il suo mestiere».
E la rappresentanza di questa piazza?
«Quella va costruita e bisogna farlo proprio stando in piazza».
Dal palco in tanti hanno negato di voler dar vita a un nuovo partito.
«E hanno fatto bene: di partiti ce ne sono già anche troppi. Il problema è proprio una frammentazione politica senza precedenti: si sono moltiplicati i partiti ed è sparita la politica».
E qual è il vostro ruolo qui, oggi?
«Noi vogliamo allargare la democrazia e la domanda di partecipazione attraverso la nostra Carta fondamentale. Oggi in Italia non c’è niente di più rivoluzionario che applicare la Costituzione. In tanti dovranno rispondere a questa piazza. Qui c’è chi vuole cambiare il Paese e la politica attraverso la Costituzione».
Nessuna modifica possibile?
«Noi siamo d’accordo sulla necessità di ridurre il numero dei parlamentari. Ma perché per far questo bisogna mettere mano all’articolo 138? Dicono che siamo dei conservatori ma è una sciocchezza. Da oltre 2.800 giorni esiste una legge elettorale che il suo promotore ha definito subito una “porcata”: in Parlamento facciano il loro mestiere, cambino le leggi che devono cambiare ma nel rispetto della Carta su cui hanno giurato».
Con questa manifestazione vi preparate alla battaglia per il referendum sulla Costituzione?
«Se si arriverà al referendum lo affronteremo».
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