Nei giorni in cui si compie il secondo passaggio parlamentare del disegno di legge sulla revisione costituzionale, mi pare opportuno cercar di evitare o dissipare alcuni equivoci. Il primo, e il più vecchio, riguarda la contrapposizione tra conservatori e riformatori. Questa è assai spesso una contrapposizione ambigua, che diventa addirittura distorcente quando si parla della Costituzione. Difendere principi e diritti in essa affermati, impedire manomissioni di suoi aspetti essenziali, significa certamente voler “conservare” qualcosa. Che cosa, però? Esattamente quello che costituisce il fondamento stesso della nostra democrazia repubblicana. Nel 1988 la Corte costituzionale ha stabilito che i principi supremi dell’ordinamento costituzionale non possono “essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale o da altre leggi costituzionali”. Una sorta di conservatorismo “obbligato”, dunque. In questa direzione, la difesa intransigente della Costituzione non è conservatorismo, ma resistenza necessaria.
Chiarito questo punto essenziale, bisogna considerare un altro tipo di critica, emersa proprio nelle ultime giornate. Si dice, infatti, che l’opposizione al disegno di legge che impone modalità di revisione costituzionale diverse da quelle fissate dall’articolo 138, finisce con l’impedire l’attuazione di riforme necessarie e largamente condivise, quali sono quelle riguardanti la riduzione del numero dei parlamentari e l’abbandono del bicameralismo perfetto. Così ragionando, tuttavia, si sfugge in primo luogo alle argomentate osservazioni dei molti studiosi che hanno messo in evidenza come il ricorso a quella procedura eccezionale, ennesima variazione della pericolosa logica dell’emergenza, sia essa stessa in contrasto con la ragione profonda dell’articolo 138, norma di salvaguardia, garanzia contro le strumentali manomissioni della Costituzione.
E’ bene sapere, inoltre, che l’opposizione all’attuale pretesa di revisione costituzionale è stata accompagnata dal riconoscimento che, in casi specifici e ben individuati, una “buona manutenzione” di alcune norme della Costituzione sia necessaria. E tra le norme indicate compaiono appunto quelle riguardanti i due casi prima ricordati. Ma questa buona manutenzione può essere effettuata senza stravolgere l’assetto costituzionale in materia di revisione. Già molte volte, e di nuovo in occasione della nascita del governo Letta, si era suggerito di ricorrere a due disegni di legge, sì che Senato e Camera avrebbero potuto lavorare contemporaneamente su riduzione dei parlamentari e bicameralismo perfetto, nei tempi rapidi consentiti dal largo consenso già esistente su quelle riforme e senza bisogno di alterare la procedura di revisione costituzionale. Se fosse stata seguita questa strada, oggi saremmo alla vigilia della seconda lettura di quei disegni di legge, dunque al concreto approdo ad una importante e non traumatica revisione della Costituzione. Non è vero, quindi, che i critici dell’attuale pasticcio costituzionale fossero ignari di questi problemi, dei quali, al contrario, hanno proposto una più rapida e accettabile soluzione.
Perché questo non è avvenuto? Provo ad indicare due possibili ragioni. La prima riguarda una piccola astuzia: mettendo al traino di due riforme condivise altre ipotesi di riforma, assai controverse e persino pericolose, si sarebbe occultata la realtà vera della riforma complessiva, la sua vocazione accentratrice e riduttiva degli equilibri democratici. La seconda è stata rivelata da dichiarazioni di massimi rappresentanti del governo, ed è persino più inquietante. Poichè sono grandi le resistenze parlamentari e burocratiche ad una vera riforma del Senato, l’unico modo per raggiungere l’obiettivo era quello di imporre una procedura costrittiva, grazie alla quale sarebbe stato possibile domare quelle resistenze. Una difficoltà tutta politica, quindi, non viene affrontata attraverso la logica della politica, mettendo a nudo quali siano gli interessi reali che si oppongono alla buona manutenzione. Viene trasferita nel sistema istituzionale, pagando il prezzo di una sua manomissione. Così l’uso strumentale della Costituzione emerge nettamente. E la vera contrapposizione non è quella, fittizia e ingannevole, tra conservatori e innovatori, ma tra chi vuole la buona riforma costituzionale e chi ne persegue la manipolazione.
Al di là di queste ultime considerazioni, mi sembra necessario ricordare alcune questioni più generali. Pd e Pdl, le due forze costitutive dell’attuale maggioranza, sono in questo momento profondamente e platealmente divise proprio dal modo di guardare alla Costituzione, a partire dal tema fondamentale dell’eguaglianza davanti alla legge. Come si può ragionevolmente ritenere che la riforma costituzionale annunciata possa avvenire in condizioni diverse da quelle, miserevoli, che caratterizzano oggi la discussione pubblica su questi temi? E, seconda questione, è davvero possibile invocare l’urgenza di approvare alla Camera in prima lettura il disegno di legge sulla riforma perché così vuole un “cronoprogramma” del Governo che non ha più alcuna relazione con la realtà dei fatti? Non perdiamo altro tempo e, invece, lavoriamo insieme per una vera politica costituzionale.
Non solo SALVARLA, soprattutto ESERCITARLA !!!
Illustri “fabbricanti di opinioni”, di stampa e TV, trovo costantemente da anni sulle vostre pagine, feroci denunce sull’inferno quotidiano che la politica ci costringe a vivere. E questo farebbe credere che anche voi vorreste come milioni di Cittadini, un “Cambiamento ampio, profondo e rapido”, capace di riportare la barra del nostro destino, lungo la rotta tracciata dai Padri Costituenti.
Ma l’ira, che mi fa gridare come Concita, “IO VI MALEDICO”, deriva dalla constatazione che continuate da anni a sfuggire al vostro dovere di Proposta o di sostegno a un suggerimento capace di cambiare il futuro del Paese, solo esercitando l’Alto Potenziale Rivoluzionario della Costituzione!
E sono Ancora qui, per ripetere Ancora il suggerimento ai “fabbricanti di opinioni”, affinché possano adottarlo e divulgarlo ai milioni che li seguono, e diventare levatrici del Cambiamento. Sempre che lo vogliano… rinunciando consapevolmente a tutto quel materiale con cui riempire pagine urlate, ma sempre sterili! Sono qui per suggerire un “Esercizio reale e concreto della Costituzione, un uso esteso ed estremo, congiunto e sinergico degli articoli 1-71-50 e se necessario 40, che consentono la Democrazia Diretta”. Non per un impossibile governo, ma per una tornata che ci consenta:
di riaffermare la Sovranità Popolare calpesta e derisa,
di recuperare la perduta dignità di Cittadini,
di ottenere riforme attese da decenni, sempre promesse e sempre tradite,
di abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby,
di defenestrare definitivamente dal Parlamento quaraquaquà e compagni di merende
e soprattutto di blindare la Costituzione da ogni attacco lesivo del suo spirito originario, rilanciandone autorità e autorevolezza.
Ma non possiamo accontentarci di un’ennesima manifestazione seppur (forse) grande! E’ tempo di avviare già per il 12/10 la “RIVOLUZIONE COSTITUZIONALE”
No!, PERDIO !!!, non perdiamo altro tempo, non perdiamo un’altra legislatura! Non troveremmo una spelonca capace di nascondere la nostra viltà al giudizio della storia e dei posteri!
Egregio Signor Barbieri, se l’esercizio della democrazia diretta (storicamente nota come porta dell’oclocrazia) deve essere svolto con la maturità con la quale si è permesso l’ingresso in Parlamento ad una organizzazione il cui Statuto è tra i più autoritari degli ultimi settant’anni, allora è meglio continuare con la Costituzione così come la conosciamo, perché significa che riesce ancora a difenderci!… Per quanto riguarda invece l’itervento di Rodotà, ebbene, con me sfonda una porta aperta. Sostengo da sempre la totale mancanza di serie e concrete motivazioni, giustificazioni e rappresentatività sufficienti a giustificare modifiche costituzionali.
massimilianosantoni
No gli statuti, no.
Sorbole, guardi che cominceremmo a ridere fino a domani aprendo quello del pd 2010.
No credo non ne valga la pena.
“permesso l’ingresso in Parlamento ” mi sa che il vostro problemino sia come non volerli fare uscire dal parlamento, se sbaglio mi corregga.
continuare con la Costituzione così come la conosciamo, ecco come la conosciamo perche si dal il caso che i 2 maggiori partiti “democratici” abbiano votato per cambiarla, ne è al corrente?
Saluti
Ah, no ora ho capito:
Letta: “senza stabilità l’Italia torna nel baratro, manderemmo all’aria tutti i nostri sacrifici”.
Scusate non avevo capito.
No è giusto cosi, ci teniamo i pregiudicati, facciamo tutte le trasmissioni per parlare del pregiudicato, tutte le sere, cosi che ogni singolo Italiano si annulli del tutto nel voler condividere una idea politica.
Dopo di che si vota tutti insieme per fare approvare una qualche modifica…magari delle più importanti…(non facciamo nomi altrimenti si arrabbiano).
Poi si da ai ragazzi del m5s dei moralisti, dei buffoni, bastardi, e non vado oltre, che l’unica cosa vera è che sono (inesperti), e non delinquenti o pregiudicati.
Riusciamo ancora a coglierla questa differenza?.
No perchè mentre gli (arrampicatori costituzionali) , cosi li chiamava l’amico Renzi, fanno sempre più ridere.
In effetti è molto più saggio invece di difendere la Carta, girare per tutte le tv, come fa Renzi, (tanto per parlare di Statuti), perchè una cosa la abbiamo notata tutti statuto o no: fino a poco tempo fa Renzi voleva convincere, non ci è riuscito, anzi a proprio cagato fuori dall’urinario, si ritiene giovane e quando esce dalla tv, entra nella rete e dice la verità, e qui incontra una grossa parte di Italiani che ha capito che per aver un briciolo di verità in una notizia, te la devi andare a cercare, trovata, fine del Renzi.
Quindi ultimamente “l’omino del mandato” o “transformer”, cosi lo definisco Renzi, ha deciso di voler piacere, non so se ci riuscirà.
Ma intanto il messaggio alla mangiatoia è chiaro: voglio il potere!
Con chi lavoriamo per una politica Costituzionale?? Nomi e Cognomi.
Egregio Signor Carli, perché ogni volta che si ‘tocca’ il M5S, si ottiene sempre per tutta risposta una reazione eufemisticamente ‘rigida’? … L’analisi degli statuti dei partiti, movimenti ed organizzazioni che ambiscono alla rappresentanza popolare, dovrebbe essere un esercizio quotidiano e obbligatorio per tutti e la ricerca della rispondenza ai princìpi costituzionali dovrebbe essere un vero e proprio compito aperto e trasparente. E non sarò certo io a condannarne uno per assolverne un altro, in quanto tutti perfettibili. Sono però pronto, in qualsiasi momento, a leggerli e commentarli in modo oggettivo. Ed oggettivamente parlando, in nessun’altra organizzazione tra le presenti, registro un meccanismo autoritario come quello presente nel M5S. Qual’è il problema per il quale non se ne vuole parlare?… Io ritengo anche che si dovrà anche ricercare la responsabilità storica all’interno del Viminale, perché per me (per quanto valga io), c’erano allora e ci sono ancora i presupposti per una esclusione dalle liste elettorali. Fino a modifica statutaria. … Anziché risposte sarcastiche quando non ironiche, sarebbero più costruttive ed utili delle risposte mirate alla osservazione, analisi e correzione delle ‘storture’ statutarie e regolamentari, alla luce della democrazia assembleare e costituzionale. … Sarebbe utile, anche per il M5S, i suoi iscritti ed i suoi elettori, spiegare qualcosa sul meccanismo inceppato di modifica statutaria, oppure la mancanza di regole che amplifica la capacità decisionale della dirigenza o, per continuare, l’insignificante potere assembleare sulle decisioni dell’organizzazione. Le forme ostraciste, già da sole, dicono molto più di quanto non si vorrebbe… In altri sistemi, ricordo assolutamente perfettibili, non si registrano scritture formali così restrittive della rappresentatività democratica. Chiaramente non sono rose e fiori, ma negare l’evidenza, non aiuta. Si deve sempre ricordare che il rappresentante in Parlamento, ci va per la volontà dei suoi elettori, ma poi rappresenta e sceglie per tutti! Ecco quindi che si ritorna alla forza garantista della Costituzione, la quale impedisce ‘derive’ pericolose, fossero anche solo tentativi presidenzialisti malcelati.
massimilianosanton
Egregio Signor Carli, perché ogni volta che si ‘tocca’ il M5S, si ottiene sempre per tutta risposta una reazione eufemisticamente ‘rigida’? …
Sarò lieto di rispondele più tardi ora devo scappare al lavoro, anche io mi sono interrogato su questa domanda e ci ho trovato delle belle risposte
Salve massimilianosantoni :
riesco a scrivere solo ora, sono molto stanco ma odio lasciare le cose a metà, io partirei subito col dirle che ho votato il m5s, ma non sono un grillino, o per lo meno non mi mi permetto di definirmi come tale, visto il grande lavoro che tuttora stanno facendo, non vorrei offenderli.
perché ogni volta che si ‘tocca’ il M5S, si ottiene sempre per tutta risposta una reazione eufemisticamente ‘rigida’? …
Io lo chiamerei “Groove”, cioè ciò che ritmicamente si può ripetere ma con cuore, variando.
Allora se molto onestamente riconosciamo che l’uomo e le sue idee sono in continua evoluzione, possiamo analizzare un esempio: (parlando di giovani)
Se chiediamo a Capezzone, (giovane) nell’etimologia cazzo -pene, “dove stiamo andando?”.
Egli, cazzo-pene ci risponderà, l’Italia sta andando verso il percorso che l’europa ci impone e noi del pdl abbiamo lavorato perche questo accadesse eccccccccc sti du maron.
Se la stessa domanda la poniamo a un qualsiasi grillino, la risposta credo sia: (e i giornali mi darebbero ragione), siamo barricati cazzo, le scelte che la maggioranza illegittima di questo paese sta compiendo, sono senza contraddittorio, noi oltre ad avere uno statuto abbiamo un programma! (troppo indecente per essere appoggiato dal pd), meglio chiedere aiuto a Napolitano per salvare il pdl quando ormai perdeva il 70% dei consensi, poi chiaramente dare la colpa ai grillini.
Allora: in una continua evoluzione si vedono i cambiamenti storici!!!
I partiti rappresentativi si interrogano sul proprio cambiamento, (non sono molti gli anni in cui Fazzio Fabio, chiedeva a Fini e Bersani, di ricordare agli Italiani cosa era la dx e cosa era la sx. Un enorme successo…
Credo, sempre Fazzio, radunava alcuni esponenti di sx,mistosx, e chiedeva: quale persona aveva maggiormente rappresentato il loro pensiero o la morale ed etica Italiana corrente; apriti cielo! cardinali papi e credo dissidenti ribelli esteri, quando la fiat, stava licenziando….
Cazzo a nessuno è venuto in mente di spendere 2 parole per il povero impiegato o operaio che avrebbe perso il lavoro, ma anche questa è evoluzione…
In tutti questi cambiamenti radicali, cosa trovi?: un gruppo di “cinni”, (cosi si chiamano a Bologna i ragazzi, con poca esperienza che si vedono grandi solo quando sono insieme.), ma loro sono insieme perchè sanno cosa c’è fuori dal loro gruppo.
E cosa fanno tanto per progredire, per guardare avanti per stare al passo, (non dico dei pregiudicati, per quello ci vogliono minimo 3 legislature), ma per lo meno pensare in evoluzione?, occupano il tetto e dormono all’aria aperta per protesta alle modifiche costituzionali.
Mentre la metà dei maggiori esponenti era a Genova a giocare a “pace libera tutti”, con i consigli del baffetto D’Alema, posso definirlo moralista?
Scusate l’eccesso, ma a volte non mi trattengo.
Questo, si chiama “Groove” Massimigliano, volente o nolente io appoggio chi oggi ci mette il muso.
Fatico e irrigidisco per dire queste cose, proprio come dice lei, ma l’imposizione che questi ultimi governi vogliono dare è quella che la democrazia c’è, la nostra, ma c’è,! quindi adeguatevi ed in fretta, perche sappiate che è un attimo che tutti i nostri sacrifici non contino più a niente.
I sacrifici, come se,…. è da quando ci parla il Monti o il letta, che si parla di sacrifici, e prima gli Italiani cosa facevano?
E’ giunta l’ora di ricordarsi dei veri sacrifici, ma quelli che come dice lei hanno tutelato gli Italiani sino ad ora, magari contro ad un eventuale Grillo, ma che da un po di tempo vengono dimenticati da chi vuole tenere in piedi questa pagliacciata.
Si chiama Costituzione.
In questa totale emergenza, si deve senza alcun dubbio appoggiare chi difende la Carta.
Ad ogni modo l’idea della discussione mi trova sempre presente, ma invece degli statuti, (che credo fermamente come lei non contino una mazza), sarebbe credo più costruttivo ed aggiungo educativo, (ed invito anche lg a ragionarci), di seguire lo sviluppo del m5s, di seguire come un movimento nato dalla indignazione popolare riesca a convivere con una minaccia epidemica sempre più infetta.
Groove = Costituzione
Sono uscito dal seminato, sono un grillinoinoino notte Massimigliano
Caro Pietro, la capisco; essere arsi dal ‘sacro fuoco’… Sostengo da sempre che nel M5S ci sono tantissime persone così: ‘bruciate’ e armate di buonissime intenzioni. Con idee e programmi forse non del tutto condivisibili, ma certamente una ventata ‘fresca’. Ma la vexata questio è relativa alla percezione dello Stato di Diritto. Se se ne ha, non si può negare la problematica di base costituita da uno Statuto autoritario; non si può uscire, mai, dall’ambito delle regole. Questo perché, nell’ambito dello Stato di Diritto, se concedo ad una organizzazione ‘monomandataria’ la possibilità di arrivare a decidere per tutti, lo spirito della decisione autoritaria può predere il sopravvento secondo Diritto e legittimare il ‘capo’. … Non è una novità. Lo si è visto chiaramente a più riprese e l’ultimo esempio è il periodo Fascista. … Si deve però tenere sempre ben presente, che le scelte autoritarie di Mussolini ricevevano il placet compiacente ma giuridicamente valido del Consiglio. Tant’è vero che il pieno declino di Mussolini, avviene con la prima sfiducia ricevuta nel Consiglio stesso. … Capisce bene, quindi, che il Parlamento deve avere come regola aurea, quella di ospitare solo organizzazioni in grado di autolimitarsi per tramite dell’assemblea (e di ciò la Storia chiederà il conto ai responsabili pro tempore del Viminale). Così non è, di fatto, per il M5S. … Qui il problema non sono le buone intenzioni dei militanti, ma la superficialità giuridica o incomprensione con cui questi e gli elettori, hanno consentito ad un sistema ostracista, di entrare in Parlamento. (E ricordo che la strada per l’inferno, è lastricata di buone intenzioni…). Ora, se le intenzioni sono buone e vi rendete conto che c’è un rischio che deve essere ridotto, esigendo il trasferimento del controllo dal presidente Grillo all’assemblea, bene. Ma se vi ostinate pervicacemente a ritenere validi Statuto, opzione 100%, dedizione totale ad un ‘patto’ che non vale niente rispetto alla Costituzione ed altre amenità illiberali e antidemocratiche, allora sappiate che avete un oppositore fiero!… In tutto ciò, a niente rilevano le modifiche (sbagliate!) che qualcuno vuole apportare alla Carta. Perché l’opposizione alle modifiche, la si fa in Aula e nella comunicazione ai cittadini, perché siamo in democrazia e non è un golpe militare. In ciò si trova lo sbaglio completo dello striscione sul tetto del Parlamento: la percezione del Diritto, del rispetto e della libertà. Perché il Parlamento è la casa di tutti e non per questo vi è consentito fare ciò che si vuole… Nel frattempo, buona notte. 🙂
Sono d’accordo su tutto ciò che dice massimilianosantoni
Se qualcosa non andrà troveranno anche me come fiero oppositore oltre credo ai “miei maggiori”.
Buona giornata.