Una tragedia di disperazione e di follia come quella avvenuta a Perugia avrebbe potuto concentrare la discussione della direzione del Pd sui temi più strettamente collegati al dramma della crisi che milioni di italiani stanno vivendo e altrettanti si preparano a vivere?
Forse sì, e forse anche questa assenza e lontananza sono l’ennesima conferma della lontananza della politica dalla vita (e dalla morte) della gente e dei cittadini elettori.
In un certo senso tutto il dibattito è sembrato “vecchio” nelle cose dette e nella ritualità dell’incontro. Senza sorprese, senza colpi d’ala, tutto previsto, tutto scontato.
Colpisce comunque la sottovalutazione di alcune questioni che a noi paiono fondamentali. Ne faccio un elenco schematico:
1) Si è parlato molto poco del finanziamento pubblico, una questione che non sarà possibile accantonare; si è parlato molto poco della corruzione e dei casi imbarazzanti e non risolti del Monte dei Paschi e del caso Penati; non si è parlato del problema degli intrecci fra politica, banche, ingerenza e intrecci fra partiti e finanza; non si è parlato dell’esigenza di fare immediatamente la riforma della legge elettorale o del conflitto di interessi (non basta la loro presenza nell’elenco di Bersani, serviva la loro presenza nel dibattito).
2) Si è cominciato ora ad affrontare il problema della forma partito: un tema che all’interno di Libertà e Giustizia si sta discutendo da anni. Come si intende fare politica in questo millennio? Come si intende organizzare i partiti nel momento in cui finiranno i finanziamenti? Insomma, l’attuazione dell’articolo 49 andrà finalmente fatta, ma non solo per sfidare Grillo… andrà fatta per dare regole a tutti. D’Alema ha chiesto polemicamente cosa sia il “rinnovamento” di un grande partito e ha detto: per ora mi è sembrato che sia consistito soltanto nel licenziamento della classe politica dirigente e non è che chi subentra sia parso molto nuovo…”.
3) Problema del rapporto con la destra. Unanime l’affermazione: con Berlusconi non si può. Ma rimane sospesa la questione: e senza Berlusconi? C’è in Italia una destra democratica con la quale in momenti eccezionalmente difficili si possano fare alleanze?
4) Il grande assente, è stato Renzi. Cuperlo ha chiesto: come si fa a discutere con uno che c’era ma non è intervenuto? Con questa sua presenza – assenza il sindaco di Firenze che se n’è andato mentre parlava D’Alema, ha fatto pesare la sua sfida all’attuale Pd. Per ora avanti Pierluigi, ma il futuro si chiama Matteo.