Arrivati a questo punto della storia ci si chiede come andrà a finire. Un sentimento di crescente apprensione domina anche tra le anime naturalmente inclini alla serenità ma non cieche davanti allo spettacolo di un Paese preda di un Capo ossessionato da molte ossessioni, che scalcia nel vuoto, contro un se stesso immaginato padrone assoluto, ma che gli appare inveceschiavo di regole, magistrati, istituzioni di controllo (quel poco che ancora ne rimane), garanzie imposte da un sistema democratico. Il Capo sta scatenando una guerra totale contro gli ultimi impedimenti che il sistema costituzionale gli impone. Deve vincere. Non ha scelta. Altrimenti rimarrà solo, abbandonato dai suoi, come è sempre accaduto nelle migliori dittature.
L’apprensione che ci angustia è che davvero, lo spettacolo del potente che si batte per non essere disarcionato è insieme malinconico e tremendamente pericoloso.
Può succedere di tutto in questa nostra Italia chiamata ad “adunarsi” sabato prossimo, a marciare compatta contro i magistrati e la giustizia. In questa nostra Italia disperata per il lavoro che non c’è e il futuro che non si intravede. Per l’assenza di un progetto che metta insieme ideali e competenza amministrativa, disinteresse personale e interesse per la cosa pubblica, abnegazione e senso dello Stato, lungimiranza e concretezza.
Arrivati a questo punto della storia serve però una strategia, pena la responsabilità di non aver capito cosa sta veramente accadendo.
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he la classe politica dell’opposizione abbia uno scatto di dignità, riconosca gli errori e ci dimostri che idea ha della situazione: cioè ci dica come pensa di uscirne.
Fino ad ora abbiamo ascoltato uno slogan: non dobbiamo cadere nella trappola di Berlusconi, noi parliamo solo delle cose che importano agli italiani. L’idea non sarebbe malvagia. Solo che è di difficile realizzazione. Se il Pdl nei prossimi giorni muove azioni e provvedimenti contro le istituzioni repubblicane (magistratura, Corte costituzionale, CSM, Quirinale , giornali e Tv…), se toglie agli inquirenti lo strumento delle intercettazioni, l’opposizione ignora, per non cadere nella trappola? E chi dice che queste cose non importano agli italiani? Berlusconi lo dice, il Pd non dovrebbe nemmeno pensarlo.
Quanto all’avere un progetto per come attraversare una crisi sempre più nera, capisco che nessuno possa avere soluzioni magiche. Ma un programma da saper spiegare e divulgare, quello almeno sì. Un’idea di scuola e università, del lavoro, delle riforme veramente necessarie e diverse da quelle di questo governo, un’idea condivisa da tutta l’opposizione, quella almeno ci vorrebbe. Insomma, attraversiamo questa fase, la più pericolosa dal dopoguerra ad oggi, con la sensazione di esserci già arresi. La frana iniziale è diventata una valanga, come spiega Massimo Salvatori. A questo punto della storia nessuno può dormire fra due guanciali, aspettando soltanto di vedere come andrà a finire.