Marrazzo si autosospende”Sono mie debolezze private”

24 Ottobre 2009

Dimissioni di Marrazzo//Interrogatori. Sono cominciati nel carcere romano di Regina Coeli gli interrogatori dei quattro carabinieri arrestati dal Ros perché accusati di aver ricattato Marrazzo anche grazie a un video in cui il governatore compare in atteggiamenti intimi con un transessuale. Ma uno degli indagati dice: “Forse non era lui nel video”. Il Gip del tribunale di Roma Sante Spinaci dovrà esaminare la richiesta di convalida del fermo emesso dalla procura di Roma nei confronti dei sottufficiali infedeli Luciano Simeone, Carlo Tagliente, Antonio Tamburrino e Nicola Peschini. Non per i suoi gusti o pratiche sessuali, ma perche’ coinvolto in un brutto affare di ricatti e non ha denunciato il tutto alle autorita’, Liberta’ e Giustizia ritiene che il presidente della Regione Lazio debba dimettersi. Al di la’ di valutazioni di colpe o di giustificazioni e’ bene che chi ricopre cariche istituzionali ed e’ incorso in una situazione come quella in cui si trova Piero Marrazzo e’ bene che le lasci. Un partito serio come annuncia di voler essere il Pd dovrebbe fare questa scelta ad alta voce e all’unanimita’. Liberta’ e Giustizia si augura che Marrazzo riuscira’ a dimostrare che le cose sono del tutto diverse ma stando a quel che si sa a quest’ora, le dimissioni sono indispensabili. I militari sono accusati, a vario titolo, di estorsione, ricettazione, violazione della privacy e violazione del domicilio.

Due di loro, secondo le accuse, avrebbero fatto irruzione nel luglio scorso nell’appartamento in uso ad un transessuale in via Gradoli a Roma, nello stesso condominio dove nel 1978 fu scoperto un covo delle Br utilizzato dai terroristi come base per il sequestro di Aldo Moro. Qui i carabinieri avrebbero filmato Piero Marrazzo, semi nudo, in compagnia del trans estorcendogli denaro e facendosi consegnare due assegni per un totale di 20.000 euro, mai giunto all’incasso.
“Non sono sicuro che quello ripreso nel filmato fosse Marrazzo”, ha dichiarato Tamburrino, rispondendo alle domande del gip Sante Spinaci. A riferirlo è il legale del militare, l’avvocato Mario Griffo, al termine dell’interrogatorio del suo assistito. “Il mio cliente – ha detto il penalista – ha avuto in questa vicenda un ruolo marginale e lo dimostrano anche le contestazioni che gli sono state fatte”. L’avvocato ha poi confermato che Tamburrino durante la deposizione ha detto di non essere salito nell’abitazione dove il filmato è stato girato, di non saper nulla del tesserino intestato a Piero Marrazzo; che il cd contenente il filmato gli è stato dato da uno degli altri indagati. Ora è in corso l’interrogatorio di altri due degli indagati e si prevede che soltato in serata i colloqui con gli indagati si potranno concludere.
Perquisizioni. I carabinieri hanno perquisito nella notte il condominio di via Gradoli a Roma, dove si sarebbe svolto il fatto, a quanto pare un indirizzo frequentato da transessuali che si prostituivano.

Riunione alla Pisana. Nella sede della regione riunione di maggioranza. Il vertice si è tenuto al primo piano nello studio del vicepresidente Esterino Montino. “Adesso incontrerò il presidente Marrazzo – ha detto Montino lasciando la sede della Regione – per informarlo della chiacchierata e per sentire il suo parere”.
Franceschini. Il segretario del Pd Dario Franceschini vorrebbe le dimissioni del presidente della Regione Lazio. Una decisione verrà presa solo di concerto con gli altri due candidati alla segreteria del partito. In queste ore Franceschini è in contatto con Pierluigi Bersani e Ignazio Marino: “Ogni scelta sarà condivisa fra di loro d’intesa con il partito e il gruppo consiliare regionale”, fa sapere l’ufficio stampa del partito. Stiamo discutendo, diremo una cosa tutti insieme” conferma Pierluigi Bersani. La vicenda ha scioccato il Pd alla vigila delle primarie. In tanti, a quanto si apprende, al vertice del partito hanno cercato invano di contattare Marrazzo per capire la situazione.
Idv. Anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, chiede le dimissioni di Marrazzo: “Marrazzo ha l’obbligo di dirci se è ancora in grado di governare la Regione o se si trova in uno stato di potenziale ricatto che gli impedisce di svolgere quel ruolo. In questo caso, come purtroppo temiamo, è necessario che rassegni subito le dimissioni”.
Verdi. “Penso che il presidente Marrazzo a questo punto dovrebbe fare un passo indietro, per senso di responsabilità e del dovere pubblico verso la comunità, per difendere l’istituzione che rappresenta e per poter chiarire nel modo migliore e più veloce la vicenda che lo vede coinvolto”.

Lo dichiara il presidente dei Verdi Angelo Bonelli.
Sinistra e Libertà. “E’ bene che Marrazzo faccia un passo indietro. Non perché ha pagato una trans, ma perché ha pagato chi lo ricattava”. Lo afferma Claudio Fava, di Sinistra e Libertà. “Se passa questo principio – conclude Fava – come faremmo a pretendere dai commercianti di Palermo o di Napoli di non pagare il pizzo ai mafiosi?”.
Pdl. Piero Marrazzo “non deve dimettersi”. E’ quello che pensa il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Che parla di “una brutta vicenda. Anche perché vede coinvolti quattro carabinieri e stiamo cercando di capire esattamente cosa sia successo. Ma Marrazzo, visto che ha detto di essere stato vittima di un ricatto, non credo debba lasciare. Si tratta di una vicenda privata e nella vita personale uno può fare quello che vuole”, ha concluso Maroni. “Condivido l’invito a non dimettersi avanzato dal ministro Maroni a Marrazzo. Bisogna che si affermi il principio della separazione tra politica e vita privata”, aggiunge Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.
“Questa vicenda sconcertante ed eclatante dovrebbe essere motivo di riflessione per tutti ed in particolare per il Pd che in queste ore dovrebbe interrogarsi sulla sua crisi morale – sottolinea Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl – Per il resto non traggo conclusioni politiche su dimissioni o altri aspetti, ma reclamiamo risposte e chiarezze”.
Libertà e Giustizia. “Non per i suoi gusti o pratiche sessuali, ma perche’ coinvolto in un brutto affare di ricatti e non ha denunciato il tutto alle autorita’, Liberta’ e Giustizia ritiene che il presidente della Regione Lazio debba dimettersi” commenta Libertà e Giustizia in un nota di Sandra Bonsanti.

Rivolgendo un appello al Pd: “Un partito serio come annuncia di voler essere il Pd dovrebbe fare questa scelta ad alta voce e all’unanimità”.

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