Le leggi razziali furono «una vergogna», il nazifascismo una «aberrazione», «i principi della nostra Costituzione non sono documenti del passato». Con queste parole Carlo Azeglio Ciampi ha celebrato il giorno della memoria. La storia dell´Italia repubblicana democratica trova le sue radici nella reazione a quegli orrori, ha spiegato il capo dello Stato di fronte ad alcune centinaia di studenti romani, che quest´anno hanno visitato i campi di sterminio di Auschwitz insieme al sindaco Veltroni. «La mia generazione ha vissuto la vergogna delle leggi razziali, la violenta aberrazione del nazifascismo, le distruzioni e la tragedia della guerra», ha detto il presidente. Poi, però, «abbiamo conquistato la straordinaria gioia del riscatto e della liberazione della Patria». Ne discende che ancora oggi possiamo dire che «i principi della nostra Costituzione non sono documenti del passato. Sono fondamenta morali del patto per la nascita di un sistema di convivenza in cui tutti possano riconoscersi ed identificarsi».La memoria è «il filo conduttore che lega le generazioni, tracciando un percorso nella coscienza collettiva che insegni il ripudio dell´indifferenza e di ogni forma di estremismo». Il ricordo della Shoah diviene monito per tutti a «difendere con immutato vigore l´uguaglianza, le libertà individuali e civili, la solidarietà, la partecipazione».
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