Buon 25 aprile

24 Apr 2017

Tomaso Montanari

Atene, 25 Aprile 2017

Care amiche e cari amici di Libertà e Giustizia,

vi scrivo questo messaggio di auguri per la Festa della Liberazione dalla terra dove la parola «democrazia» risuonò per la prima volta. Una terra magnifica e generosa, che sperimenta oggi i rigori di una nuova tirannia: quella di un mercato senza regole e senza leggi.

Ripensando al senso profondo e attuale di questa giornata cruciale, mi sono tornate in mente alcune delle parole del Manifesto degli intellettuali antifascisti scritto da Benedetto Croce, e diffuso – con molte firme, tra le quali permettetemi di ricordare quelle di Piero Calamandrei, Attilio Momigliano, Eugenio Montale, Gaetano Salvemini, Matilde Serao, Umberto Zanotti Bianco… – il primo maggio del 1925.

Nonostante l’ascesa e la forza del fascismo, dicevano i firmatari, «noi non ci sentiamo di abbandonare la nostra vecchia fede: la fede che da due secoli e mezzo è stata l’anima dell’Italia che risorgeva, dell’Italia moderna; quella fede che si compose di amore alla verità, di aspirazione alla giustizia, di generoso senso umano e civile, di zelo per l’educazione intellettuale e morale, di sollecitudine per la libertà, forza e garanzia di ogni avanzamento».

Sono i valori che, ventitré anni dopo, la Costituzione metterà a fondamento dell’Italia liberata e rifondata: ricerca della verità (art. 9, primo comma), giustizia sociale (articolo 3), solidarietà (articolo 2), cultura (ancora articolo 9, e articoli 33, 34, 35), libertà (tutto il titolo I)…

E sono i valori che Libertà e Giustizia mette al centro del suo impegno: per costruire un’altra politica, una politica diversa da quella che occupa le pagine dei nostri quotidiani.

Il manifesto di Croce indicava anche una via per rendere fecondi e sicuri quei valori, ed è ancora questa la nostra via: la partecipazione. «Ripetono gli intellettuali fascisti, nel loro manifesto la trita frase che il Risorgimento d’Italia fu l’opera di una minoranza; ma non avvertono che in ciò appunto fu la debolezza della nostra costituzione politica e sociale; e anzi par quasi che si compiacciano della odierna per lo meno apparente indifferenza di gran parte dei cittadini d’Italia innanzi ai contrasti fra il fascismo e i suoi oppositori. I liberali di tal cosa non si compiacquero mai, e si studiarono a tutto potere di venire chiamando sempre maggior numero di italiani alla vita pubblica; e in questo fu la precipua origine anche di qualcuno dei più disputati loro atti, come la largizione del suffragio universale».

Anche noi lo crediamo: l’unica strada per costruire davvero libertà e giustizia in Italia è chiamare alla vita pubblica il maggior numero possibile di Italiani, e per quest occorre

costruire strumenti di consapevolezza civica, strumenti di vero esercizio della sovranità popolare.

È questo il modo con cui proveremo a dire grazie a chi, settantadue anni fa, liberò l’Italia dal nazifascismo.

Buon 25 aprile, e viva la Costituzione della Repubblica!

Tomaso Montanari, Presidente di Libertà e Giustizia

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