“Nella preparazione della Costituzione, il governo non deve avere alcuna ingerenza…” “Nel campo del potere costituente il governo non può avere alcuna iniziativa, neanche preparatoria”. “Quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti”.
Ecco le indicazioni che dette Piero Calamandrei durante i lavori preparatori, affinché la Carta fosse al sicuro dalle conseguenze politiche della tensione che saliva fra i grandi partiti popolari, ex alleati nei giorni della Liberazione.
Proteggere l’interesse generale dagli interessi dei singoli.
Quei banchi del governo che secondo il padre costituente avrebbero dovuto essere vuoti, oggi ce li sogniamo. Sono presidiati da ministri e sottosegretari e comunque il presidente del consiglio li controlla con una presenza soffocante e, alle volte, anzi quasi quotidianamente, con la minaccia di far saltare governo e legislatura.
Un ricatto politico ininterrotto: o così, cioè senza toccare l’articolo 2, come vogliamo io e Maria Elena, oppure … Ecco cosa c’è alla base del grande errore di Giorgio Napolitano, di Renzi e di quelli che hanno seguito le loro indicazioni. Stanno decidendo di questioni che riguardano il Parlamento e non il governo.
Banchi vuoti…Sono 57 articoli su 85 della seconda parte della Costituzione completamente stravolti, completamente sostituiti., da chi non dovrebbe avere voce in capitolo. Se dovesse passare questo obbrobrio, la prossima volta un qualunque governo che avesse solida maggioranza (e potrebbe averla se sarà in vigore l’Italicum) potrebbe cambiare a proprio piacimento anche la prima parte, quella dei “Principi fondamentali”, che riguardano dignità, lavoro, la scuola, il paesaggio, la pace…La libertà.
Dicono gli interessati: di queste cose agli italiani non importa nulla…hanno altro a cui pensare. E’ vero? Qualcuno li ha forse informati sul serio della posta in gioco? Delle conseguenze per i loro figli e nipoti?
Era questo che volevano i costituenti reduci dal ventennio e preoccupati che nessun capo di governo avesse nel futuro un potere privo dei contrappesi della democrazia?
Ma perché siamo costretti a tornare col pensiero a quegli anni lontani e non è stato possibile invece affidare a esperti e disinteressati costituenti il compito di aggiornare la Costituzione là dove può e deve essere aggiornata?
Disinteressati e non il contrario, secondo indicazioni ultimative arrivate dal mondo della Finanza. Come ha felicemente detto Pierluigi Bersani a Firenze: “Il rischio non è quello di un uomo solo al comando, ma di un uomo solo al guinzaglio”. Peccato che sia così tardi.
Non è troppo tardi, presidente Bonsanti!
E’ già partita quella che pare una nuova stagione referendaria: ovvero come spendere male la Sovranità Popoalare Realizzata e Assoluta.
Il R. chiama in causa, per raggiungere il quorum, la maggioranza assoluta dei Cittadini Elettori (ad oggi circa 24 milioni di persone), per un obiettivo minimo quale è la cancellazione di una norma o addirittura parte di essa.
E lo fa mettendo in conto i costi (2/3/400 milioni), i tempi necessari (1-2 anni), i rischi (raccolta 5/600 mila firme nel caso, ammissibilità, quorum, opinione dei cittadini).
E lo fa nonostante si sappia che, se va bene, la cancellazione di una norma consente cmq al potere costituito di emetterne una poco dissimile (vedi finanziamento pubblco ai partiti) nella perfetta legalità formale o di ignorarlo (vedi acqua pubblica). Ma se va male e non passa, consacra la norma oggetto per volontà popolare referendaria.
Tutto questo mentre la oggettiva situazione socio-politica e il serrato programma di (contro)riforme in atto, farebbe ritenere molto più razionale e opportuno l’impiego di questa Sovranità Popolare Realizzata e Assoluta, per un’azione di Democrazia (in)-Diretta Propositiva/Impositiva di più vasto e importante momento, capace di reindirizzare il futuro del Paese lungo la rotta tracciata dai Costituenti.
Vedo già i professori di “diritto costituzionale” sollevare il sopracciglio davanti ad una proposta che non trova riscontro nella lettera della Carta.
Vero e giusto! Come è vero che, oltre la lettera, esiste e vale lo “Spirito Originale ed Autentico” dentro il quale invece ci sta molto opportunamente! Perchè l’art. 1 non è stato pensato come un intercalare, ne il 50 e il 71 per essere ignorati nei cassetti delle commissioni, ne il voto per essere piegato alla volontà dei segretari dei partiti che scelgono, motu proprio, candidati ed elegendi con liste bloccate.
Se ne può discutere per traguardare obiettivi IMPORTANTI o si preferisce il solito rito usurato dai propri limiti e obiettivi minimi rispetto all’imponenza dell’impegno e dalla propria inefficacia?
“Tra piagnisteo e nulla” è lapidario vuoto, autoreferenziale nulla. C’è tanta gente che ama pensieri che non obbligano a pensare.
Presidente Bonsanti, una domanda (che ovviamente non avra’ risposta perche’ mai LEG si cura di leggere e rispondere ai comini mortali che si aggirano in questo blog):
Se la condotta delle cariche istituzionali viola le norme, perche’ LEG non formalizza un’azione giudiziaria invitando migliaia di cittadini a firmarla?
Tutte le brutte cose scritte e riscritte qui, che a lungo andare degenerano veramente in piagnisteo come dice il Sig. Ferretti, non potrebbero essere scritte su carta bollata?
Continuando a piangersi addosso senza fare nulla, si finisce solo per allontanare i cittadini inizialmente allarmati e vigilibe oramai frustrati e rassegnati al peggio.
Per Giovanna. Perché cara Giovanna dice che non ci curiamo di leggere e rispondere ai commenti dei comuni mortali su questo sito? Da mortale comunissima e socia di Libertà e Giustizia vorrei risponderle: ma secondo lei le questioni per cui vale la pena di impegnarsi sono o di ordine penale, o comunque violazioni di norme, passibili di sanzioni, o niente? Non esistono cioè questioni di “spirito” delle leggi (e delle norme costituzionali), questioni di significato, di valore, questioni ideali? Non esiste alcun dovere all’infuori dei codici penale e civile? Non esiste alcuna questione discutibile senza ricoirso a una Corte,fosse pure Costituzionale? Mi perdoni, cara Giovanna: ma che idea ha lei dell’esercizio della cittadinanza, allora? Che nozione del dibattito pubblico? E non le pare che forse una politica degna del nome dovrebbe avere orizzonti un po’ più vasti che l’immediato interesse di chi governa, e che in questo orizzonte un po’ più vasto le critiche puntuali e dettagliatissime (che sono state rivolte al governo in tutte le sedi, e sono rimaste inascoltate) meriterebbero almeno una risposta nel merito, anche da parte di una normale cittadina come lei che le ritenesse infondate? Attendo volentieri una sua risposta. Roberta De Monticelli
Questa si che e’ una bella sorpresa! Superfluo dire che io leggo qui i suoi articoli, ascolto sempre con molto interesse i suoi discorsi e quando ho potuto ho partecipato agli incontri che lei ha organizzato. Lei mi chiede:’……ma che idea ha lei dell’esercizio della cittadinanza, allora? Che nozione del dibattito pubblico? E non le pare che forse una politica degna del nome dovrebbe avere orizzonti un po’ più vasti che l’immediato interesse di chi governa…..’.
Se avessimo una politica degna del nome, se chi ci governa avesse solo orizzonti piu’ vasti e diversi da interessi personali, non saremmo sull’orlo di questo precipizio. Il dibattito pubblico e’ indispensabile in una societa’ libera e sana e non dovrebbe riguardare ipotesi di azioni penali o civili verso i governanti……semplicemente perche’ questi ultimi non dovrebbero mai sconfinare nemmeno oltre i limiti posti dall’etica pubblica, ma qui purtroppo gli sconfinamenti nell’illecito penale e civile non fanno nemmeno piu’ notizia. Se vogliamo poter continuare a dibattere liberamente, dobbiamo prima di tutto salvaguardare la Costituzione che ci garantisce la liberta’ di discutere, di votare e esercitare democraticamente il nostro potere di cittadini.
Sia il governo che noi lettori di questo blog conosciamo bene tutte le argomentate e puntuali critiche che avete mosso alla riforma costituzionale e all’italicum, ma il governo non vi ascolta proprio perche’ vuole ottenere le conseguenze nefaste che voi illustrate, mentre noi semplici cittadini, cerchiamo di sensibilizzare chi ci sta intorno e invitarlo a leggere i vostri scritti, a firmare petizioni, ad appoggiare referendum…..ma chi legge queste pagine vede solo radiografato il danno democratico prossimo futuro ma non vede possibilita’ di luce in fondo al tunnel: gli italiani hanno in passato gia’ bocciato al voto infauste modifiche costituzionali e ora se le vedono ripresentate al di fuori del programma elettorale, segno che non hanno votato partiti che le volevano; cio’ sssignifica che i cittadini italiani erano gia’ consapevoli dell’importanza della rappresentanza….della divisione dei poteri…. dell’indipendenza degli organi di garanzia…Proprio la lunga resistenza dei cittadini ha scatenato l’artiglieria mediatica che sta disinformando su tutto cio’ e questo bombardamento propagandistico e menzognero produrrà danni, convincendo i giovani a credere che veramente senato elettivo e rappresentanza siano i responsabili del disastro attuale.Ecco perchè secondo me urge individuare una azione collettiva valida a bloccare tutto questo prima che sia troppo tardi. Più voi illustrate cose giuste e più loro sparano bugie per confondere chi non ha memoria storica (….che anche Prodi voleva questa riforma…..che Rodotà era favorevole al bicameralismo….che da nessuna parte esiste un senato elettivo….). Paradossalmente, più voi ssiete rigorosi nel dimostrare l’obbrobrio più loro sono agguerriti nel disinformare…
Lei mi chiede anche, gentile S.ra De Monticelli (che stimo tantissimo) perchè scrivo che LEG non si cura di leggere e rispondere ai comuni mortali: chi frequenta il blog sa bene che dialoghiamo sempre tra di noi ed è la norma non ricevere da LEG una replica su una proposta (penso al Sig. Barbieri!!!!) o la risposta ad una domanda, che potrebbe servire anche a chiarire un dubbio e ad argomentare con chi, intorno a noi,crede nella ‘epocale riforma costituzionale ed elettorale’ come qualcuno la considera.
Io personalmente, ai tempi di Napolitano, ho posto domande cui non è mai arrivata risposta da LEG ed ecco allora che questo spazio si rivela, oltre che preziosa e concentrata fonte di informazione, un luogo di confronto tra semplici lettori esattamente come tanti altri, che anche io frequento proprio perchè perchè credo nello scambio di idee e di opinioni. In situazioni di emergenza però, questo non basta e (a mio parere) se si vuole creare una rete di soci interattivi occorre non solo scrivere articoli interessanti ma chiarire i dubbi di chi li legge. Più di una volta ho sentito la mancanza dell’intervento chiarificatore di LEG.Magari esistono canali di comunicazione diversi per i soci, me lo auguro; io personalmente non lo sono, per vari motivi, pur apprezzando intenti e soggetti.
Spero di essere riuscita a chiarire il perchè della mia domanda sulla possibilità di adire collettivamente alle vie legali: il tempo ormai è agli sgoccioli e, per come funziona l’informazione in Italia, i danni della prolungata resistenza sono superiori ai benefici dato che alle scientifiche dimostrazioni dei Proff. Rodotà ….Zagrebelsky…..Pace…..la propaganda replica con un concerto di inesattezze devastanti: e sono pochi i lettori di LEG rispetto ai fedelissimi dei telegiornali perciò continuando così, non solo la riforma passerà, ma una marea di gente sarà via via convinta della bontà di metodi e riforme che fino a qualche anno fa condannava.
Finchè vi siete limitati ad critiche da ‘Professoroni’ vi hanno definito tali e anche gufi, ma quando Il messaggio di Rodotà sul pericolo di svolta autoritaria ha oltrepassato il velo di nebbia, è partita la ccontroffensiva a tappeto, con presunte dimostrazioni concrete della vostra incoerenza e arretratezza: ai tempi di Berlusconi e Calderoli non si erano raggiunti livelli simili e questo ci da la misura dell’urgenza.
Buona serata
Non posso lasciare sola Giovanna in questa richiesta di un’attenzione “visibile” non solo sperata e supposta, anche minima, al piccolo popolo che s’aggira per questo blog.
Sono stato iscritto per 3 anni e poi ho solo “scritto” (dopo aver letto) senza rinnovare la tessera, perchè questa lontananza mi ha fatto sentire solo come un insignificante finanziatore (non certo per il valore del quota) e la cosa non mi piaceva e non mi piace! Ho sperato vivacemente che i cambiamenti avvenuti sul finire dell’anno passato avrebbero portato cambiamenti anche in questo senso, ben pronto ad una nuova iscrizione…
E certamente non c’è solo la via legale per l’azione di un’associazione come LeG. Ma insistere nel tempo, per lustri, con i soliti suggerimenti, denunce, riti e manifestazioni ignorate e irrise, assistento ed accompagnando il degrado e il declino del Paese, senza che si possa scorgere il minimo effetto, sembra un compiacersi delle proprie fatiche inutili. Parrebbe scontata, a chi non si compiace, l’induzione a qualcosa di diverso, di più incisivo o almeno apparentemente diverso! E non penso ad un “nuovo soggetto politico”, ma certamente ad un’”azione sociale”.
E certamente l’adesione a Coalizione Sociale, che potrebbe adottare la via della Sovranità Popolare Realizzata, affinata e resa spendibile dalle competenze e dall’autorevolezza dei Professori amici di LeG, aveva fatto nascere nuove speranze…
Ma CS si è rivelata un fermo immagine, mentre il rullo compressore viaggia veloce sulla propaganda di (contro)riforme e di un ciclo economico che cambia.
E se è vero che raramente dal piano terra salgano argomentazioni che possano accostarsi a quelle dei professori e quindi avviare un dialog/confronto, è anche vero che qualche risposta si potrebbe dare cmq. Poi può però succedere che un’idea funzionale salga! E allora quegli illustri devrebbero coglierla e farla propria e passare dalla denuncia e dal suggerimento al progetto operativo.
E non credo che gli iscritti, e neppure il sig Palinuro (che spero mi legga), denuncerebbero il “tradimento dello Statuto”! Forse lo farebbe, bontà sua, il sig. Ferretti!
Paolo Barbieri – Chiamato in causa, non posso non intervenire. No, certamente no; non interverrei mai per denunciare un inesistente tradimento dello Statuto. Non tanto perché un simile reato non è – né può essere – previsto da alcuno Statuto di associazione privata ma piuttosto perché, pur comprendendo il disappunto più volte così ben espresso da Lei e dalla Signora Giovanna, io sono intimamente convinto che il compito di LeG non possa essere altro che quello di denunciare, come fa da anni, le follie in itinere (per esempio, quelle di cui si discute adesso, quelle che neppure il delinquente abituale, il pescecane, il caimano, il piduista ebbe l’ardire e l’animaccia fascista di proporre – lui era solo interessato a salvare il culo e il malloppo -, né tanto meno di portarle avanti!) e di suggerire ragionevoli soluzioni. Null’altro.
Per quanto riguarda Antonio Ferretti, non ha motivo di temere, penso: a lui – agente provocatore qual è – farebbe piacere che LeG si facesse soggetto attivo di una opposizione civile, etica, liberale e repubblicana, à la Piero Calamandrei per capirci, (per la quale, come Lei ben sa, in LeG non latitano né intelligenze, né competenze né senso dello Stato), ma per lo scopo opposto cui Lei e la Signora Giovanna tendete. Lui gradirebbe molto che masse di decerebrati e di senza memoria – di cui abbonda, purtroppo, questo triste Paese lobotomizzato da trent’anni di panem et circenses e di corruzione delle coscienze (l’ “altra” corruzione non interessa in questa sede) – potessero unirsi ai suoi interventi, volgari, offensivi ed oggettivamente violenti.
Provi a guardare a LeG, e ai rapporti più o meno esplicitati con chi partecipa al blog, come se fosse un modello matematico: un modello matematico non è altro che una rappresentazione esemplificativa di un sistema reale (come quello italiano di cui ci occupiamo), in cui vengono schematizzate le sole peculiarità che interessa studiare, tramite una serie di regole che legano (a) i parametri interni (grandezze non manipolabili, cioè l’argomento di cui si tratta, per esempio i valori in cui noi crediamo) e (b) le sollecitazioni (ovvero gli ingressi, input, variabili indipendenti, cioè per esempio il consenso/dissenso raccolto dalle proposte politiche del governo Renzi) con (c) le uscite (variabili dipendenti, output, cioè per esempio i risultati che il governo Renzi porterà a casa). Ad un modello del genere non è concesso uscire dai binari del sistema dato. Uscendone cesserebbe di essere quello che è, cioè non sarebbe più un luogo di civile dibattito su temi politici ed etici e di suggerimenti atti a fornire ragionevoli soluzioni ai problemi via via in esame.
Si trasformerebbe inevitabilmente in un organismo squisitamente politico.
Sig. Palinuro,
non intendevo certo una denuncia penale o civile alla magistratura, ma soltanto pubblica!
E comunque è chiaro il nostro divergere: lei ritiene che LeG stia facendo tutto il suo dovere statutale; io, Giovanna e altri riteniamo che sia assolutamente insufficiente, screditato dagli esiti di 12/13 anni di impegno inefficace in quel senso, trovando assurdo che si possa accompagare lo sfascio con le denunce reiterate, insistite e coi suggerimenti a chi non li vuol cogliere e che rigetta con alterigia, sarcasmo e disprezzo, quanto gli viene offerto con competenza e senso dello Stato.
Forse le è sfuggita la replica al suggerimento che mi ha offerto tra i commenti allo scritto del prof. Viroli. e allora ripeto: nel 2006 LeG ha sentito il dovere di sostituirsi- mentre non potrebbe mai aggiungersi per la diversità essenziale allo squallore partitico- alle formazioni politiche , essendo tra i promotori, e forse il più vivace, del referendum contro le modifiche alla Costituzione. E quello che ho continuato a chiedere per anni, non è molto dierso da ciò che fu fatto nel 2006: adoperarsi insieme ad altre realtà associative per salvaguardare la Costituzione dalla rottamazione e perseguire realmente (realmente) le finalità statutarie, senza limitarsi alla predica pressochè sterile. E per me sarebbe un’azione socio-politica temporanea e finalizzata, non certo partitica. Sapendo tutti che ogni Cittadino è soggetto politico e quindi anche ogni associazione di Cittadini. Squisitamente!
Nel suo terzo periodo non riesco a seguirla.
Il signor Pierluigi Bersani avrà anche detto una frase felice, ma se non sbaglio ha anche votato SI alle prime due letture in Senato. Ricordo bene?
Dai due principali commenti all’articolo della signora Bonsanti traspare un sentimento, a mio modo di vedere, assai diffuso tra i lettori di LEG, che dalla condivisione dell’analisi (di questa come di tutte le altre in tema di presidii costituzionali) giunge alla constatazione che chi esprime ineccepibili critiche all’operato di questo governo non riesca poi a trovare lo strumento per dare una forma sociale organizzata (un corpo politico nel senso dell’iniziativa sociale) a quei principi tanto abilmente difesi con la penna quanto indispensabili per la salute democratica della nostra società e dei cittadini che la costituiscono. E così, i continui richiami operati per la salvaguardia della Costituzione da parte dei molti che -come Bonsanti, Carlassare, Zagrebelsky, Rodota’- bene ci ricordano quanto in pericolo noi siamo, generano un interesse e un’attenzione che va ben oltre la lettura del pezzo ma che si ferma dinnanzi alla mancata identificazione del pensiero con il volto. Diciamo, per semplificare, che la delusione di chi legge e comprende risiede nell’incapacita’ di capire come mai non si riesca ancora a trovare (o far muovere) le gambe che portino a spasso per il paese idee tanto apprezzabili quanto di comune buon senso e facile condivisione. Se, absit iniuria verbis, il coraggio di chi mostra il volto dell’antidemocrazia si coniugasse con il coraggio di scendere in campo -come in tanti sperammo con il professor Rodota’ alle presidenziali e subito dopo- beh la certezza che i pensieri siano scesi dalla cattedra mescolandosi tra la gente ridarebbe speranza a tutti noi e accrescerebbe la fiducia in chi, come Calamandrei, accompagnava l’idea con il proprio impegno personale. E insieme alla certezza dell’impegno la convinzione che i padri costituenti non ci abbiano lasciati orfani, la sensazione che gli uomini e le donne che dalle pagine di questo giornale ci insegnano ad amare sempre di più il paese è la sua Costituzione siano in grado di raccogliere quella eredità. Che è si fatta di cattedra ma anche di polvere.
Ill. Prof. De Monticelli,
siamo pur pochi, ma aggiorniamo la pagina di frequente per trovare un Suo nuovo intervento …
È’ vero. Piacerebbe conoscere le ragioni poste alla base delle scelte e delle “non scelte”. Quelle poste a fondamento del pensiero di chi in maniera così precisa e affascinante ci tiene incollati al punto ed al dibattito le abbiamo sposate già. Ed insieme al professor De Monticelli, al pari di tutti gli attori di LEG, mi piacerebbe non perdere la signora Giovanna. Ne alcuno di coloro che a vario titolo si appassionano attorno alle motivazioni di quanti -come tutti noi- vorrebbero salvare la Carta, pur non ritenendola immodificabile, e vorrebbero un Paese normale. Un Paese per bene. Forza e coraggio.
Franco Grasso Leanza – Spero anch’io che non vengano a mancare i contributi, spesso appassionati, dei partecipanti a questo blog, soprattutto perché – pur nelle inevitabili, eppur auspicabili, diversità di opinioni – qui si dimostra che è ancora viva in questo triste Paese un forte tensione etica che sarà arduo sopprimere.
E, a proposito di revisione costituzionale (non “modifica”, perché non prevista, il che la dice lunga!), io ritengo che la Carta debba essere solo e soltanto realmente e compiutamente attuata. Oltre a contenere già tutti i valori che una società civile avanzata può e deve attendersi, è un bellissimo testo letterario, nient’affatto demodé né tanto meno obsoleto, pensato e scritto da menti colte e illuminate che avevano ben presenti i travagli della Storia e sapevano bene che la libertà, i diritti, la democrazia non sono valori conquistati per sempre. Ben altra nobiltà, la nostra Carta, rispetto a quel volgare testo renziano, un guazzabuglio di parole il cui senso profondo è quello di condurci verso una vera e propria distopìa, come ci ricorda il bel pezzo di Francesco Pallante “La semplificazione che complica” su questo sito.
Buongiorno mi chiedo dove sono i girotondi, le fiaccolate, gli appelli disperati allo stravolgimento ( o presunto tale ) della Costituzione da parte di un governo di sinistra ……perché tanta benevolenza anche da insigni commentatori ? Ben altro il trattamento riservato alla famosa riforma del 2005…..perché nasceva dal dittatore B ? Se così poca serietà ! Renata F.