Libertà e Giustizia ai partiti: riformate la politica, date più potere agli elettori

13 Mar 2012

Voglia di un ritorno della (e alla) politica. Ma una politica «buona», ripulita, affrancata dalle mafie e dalle cricche. E più aperta. Capace di rimettere in moto la passione, la «democrazia partecipativa», quei valori e quegli ideali offuscati da partiti corrotti, miopi, autoreferenziali. Libertà e Giustizia festeggia i dieci anni di vita e si regala una serata-manifesto per dire che, dopo «la medicina» e la «supplenza» del governo tecnico – una fase necessaria ma transitoria – la politica deve tornare ad affermarsi, riconciliandosi con i cittadini, come è fisiologico che sia. In un teatro Smeraldo affollato si sono alternati sul palco Gustavo Zagrebelsky, Roberto Saviano, Umberto Eco, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia assieme a Sandra Bonsanti – presidente di Libertà e Giustizia – e Lella Costa. «Ridare presto la parola agli elettori», è stato il messaggio leitmotiv della serata condotta da Concita De Gregorio, una manifestazione costruita sull´appello «Dipende da noi» già sottoscritto da 35 mila persone.
«Questo documento non è un modo per partecipare alle piccole e grandi manovre in vista della scadenza elettorale né per lanciare segnali – ha sottolineato Zagrebelsky, che ha redatto il testo-manifesto – . Chiediamo che si torni alla politica, che è di tutti noi, e che questo avvenga attraverso il rinnovo dei partiti, che della democrazia sono lo strumento».
Il governo Monti? «È necessario, è una risorsa più che utile. Ma attenzione – ha osservato il presidente onorario di Lg – perché il farmaco può diventare veleno che uccide se la politica non viene decontaminata». Un concetto affrontato anche da Carlo De Benedetti, seduto in prima fila: «Napolitano ha fatto un miracolo mettendo il migliore primo ministro che ci sia. Però, finita questa fase di passaggio, deve tornare la democrazia della politica, che è stata messa da parte per l´emergenza».
Riforma della legge elettorale, rinnovo dei partiti e del reclutamento di chi scende in politica, nuova legge sul finanziamento dei partiti, barra ferma a difesa della Costituzione: eccole le richieste di L&G. «Abbiamo già fatto molto e molto altro dobbiamo fare – ha spiegato Giuliano Pisapia ribadendo di essere sempre stato contrario ai governi tecnici – . Si puó fare buona politica e bisogna farla con gli occhi aperti: perchè Berlusconi non è andato via, sta lavorando e io temo la scarsa memoria degli italiani».
Mentre parla Sandra Bonsanti, prima del collegamento con «L´Infedele» su La7, in galleria va in scena una protesta lampo dell´associazione «PresidioMontecitorio» (striscione «L´Italia si è desta»). Poi sul palco arriva Roberto Saviano e il teatro esplode in un lungo applauso. Lo scrittore ha parlato a lungo e si è soffermato, oltre che sulle infiltrazioni mafiose e camorristiche nei gangli delle istituzioni, sui doveri ai quali è chiamato l´attuale governo per combattere il malcostume che ha infestato e sta schiacciando il Paese. «La legge anti corruzione è fondamentale, questo governo deve farla, perchè si è aspettato troppo tempo. C´è un´ansia diffusa – ha continuato Saviano – e cioé che questo governo sia sotto ricatto di chi è stato al potere fino a ieri e ha dettato come condizione quella di non toccare Rai e giustizia».
Vigilare, e riappropriarsi della politica «sana». Lo chiede anche Umberto Eco: «I partiti, imbarazzati nel fare politica, hanno chiesto una supplenza ai tecnici, ma ora devono tornare, ripuliti e aperti alla gente». La chiusura, che è anche una speranza, sta tutta nella chiosa di Sandra Bonsanti: «Amministrare il bene comune può essere un grande ideale. Non rassegniamoci a essere voce nel deserto».

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