“Io sono nato nel 1991: non so cosa sia un partito radicato sul territorio, io un partito così non l’ho mai conosciuto…”: come accade quasi sempre è uno dei nostri studenti a dirci la cosa a cui ancora non abbiamo pensato. Probabilmente la più importante e nuova. Quella che rompe gli schemi del monotono linguaggio della politica. Questa cosa ce l’ha detta Giulio, un ragazzo della scuola di Libertà e Giustizia di Pavia, sabato scorso. E lo ringrazio.
I giovani non sanno cosa fossero i partiti quando erano forti, hanno conosciuto solo questi, malati e in via di esaurimento per mancanza di ossigeno e di legalità. Per mancanza di idee e eccesso di autoreferenzialità.
Allora tocca pensare davvero a come potrebbe essere un partito, il partito che vorremmo votare, senza pensare al passato. Allora tocca inventare.
Forse il radicamento non è un bene assoluto. Lo abbiamo sostenuto perché ci pareva l’unico modo per conoscere il territorio e le necessità dei cittadini: bisogni materiali e aspirazioni etiche. Ma il radicamento può diventare un difetto se è l’anticamera dell’autopromozione, della immutabilità degli assetti, del “funzionariato” pesante e a vita, della distribuzione ai fedeli di posti in aziende pubbliche.
Allora diciamo che vorremmo strutture ponte fra società e la politica: strutture di ascolto come quelle degli “organizzatori di comunità” che lavoravano e lavorano per Obama.
Una volta ascoltato il territorio e raccolto problemi e proposte, serve lo studio per trovare le soluzioni. Dunque il partito nuovo deve avere, oltre alle strutture di ascolto, dei centri di studio che elaborino i dati, li analizzino, cerchino soluzioni. Dunque: esperti, competenti nelle varie discipline. Non funzionari e basta, ma studiosi di economia, del lavoro, di cultura, di diritto delle istituzioni ecc.
Dall’ascolto del territorio dovrebbero nascere anche le scelte dei candidati al Parlamento: competenza, dirittura morale, giovani e donne. E sarà sempre il territorio a deciderne l’eventuale ricandidatura.
Il partito nuovo dovrà avere a rotazione dei segretari responsabili: durano un anno o poco più e sono affiancati da una direzione. Nessuna struttura di vertice radicalizzata.
Credo che questo sarebbe l’inizio di un partito non di professionisti della politica, ma di professionisti del cittadino. Una struttura casa di vetro, una struttura di costo bassissimo.
Molto importante dovrebbe essere lo “studio”: la rielaborazione dei bisogni. Nelle varie discipline. Non più macchine parassite, ma comunità produttive, di soluzioni, di idee, di programmi. Sempre in movimento, con uno sguardo al futuro e non inchiodati al presente o peggio al passato.
Di veramente “fisso”, “stabile” solo una sommaria (molto) carta di identità nella quale il cittadino possa riconoscere i valori di fondo, i “non possumus”: le cose su cui non si transige. Pochi principi e concreti, così forti da offrire strumenti in grado di tener testa alla “finanza” o a chiunque si facesse portatore di disegni contro i diritti e i doveri previsti dalla nostra costituzione.
Alla prossima sezione della scuola di Pavia ne parlerò con Giulio e già da ora lo ringrazio per avermi costretta a ripensare…e a buttar giù queste poche righe che, ovviamente, sono solo un inizio di discussione. Ma da qualche parte bisogna pur cominciare, anche se pare un sogno.
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Sono proprio i valori di cui si sente la mancanza: onestà, impegno, rettitudine, ascolto, preparazione, amore per il bene comune.
Il disinteresse agli onori compensato con l’interesse per la persona.
brava sandra!
E proviamoci davvero, c***o!
Beniamino Placido nella “lettera alla figlia Barbara”,suo testamento politico, dice che “…la politica non si fa solo con la passione e con le emozioni…ma soprattutto con le articolazioni prima sociali e poi istituzionali”. Il progetto di Sandra rappresenta in modo paradigmatico questo modo d’intendere la Politica (guarda casa quello di una delle piu’ brillanti menti di Giustizia e Liberta’). La Politica e’ una cosa troppo importante per essere lasciata ai “professionisti” , ed anche qui l’Atene del V sec.docet,perche’ riguarda la vita dei cittadini ed il loro bene comune; la Politica ci dice come vogliamo vivere, in quale mondo dovremo vivere noi e soprattutto chi verra’ dopo di noi. La politica non e’ ideale , ma la semplice vita di tutti noi.
Una struttura casa di vetro, dove tutti possano guardare dentro. Ascolto del territorio. Rielaborazione dei bisogni. E soprattutto “con uno sguardo al futuro e non inchiodati al presente o peggio al passato”.
grazie continuiamo a pensare e coraggio!!!
Mi sembra un ottimo contributo, quello di Sandra, un’idea che mi affascina e che riporta al ruolo che da sempre cerchiamo di rilanciare nelle nostre iniziative. Libertà e Giustizia vista come un incubatore per la buona politica, un laboratorio di idee, valori nuovi e più consolidati che si mescolano insieme, si rincorrono con le idee e le sollecitazioni anche innovative provenienti dalla società civile verso un implementazione della forma democratica. Perchè di cambiamento c’è sempre più bisogno. E per non disperdere il buono, che storicamente ci è stato tramandato dai padri nobili della Repubblica e dai maestri di vita che ci hanno aperto la strada a percorsi democratici e riformatori del pensiero, dovremo essere di stimolo alla nascita di un “nuovo soggetto” che sappia fondere il meglio della cultura liberale, democratica e socialista con le istanze volte a cercare nuovi modelli di ordine economico e di vita in simbiosi con l’ecosistema e costruire su questo le basi di forme originali della rappresentanza politica. Sono d’accordo con Sandra perciò sulle caratteristiche di base che dovrebbe avere questa idea di partito. Si tratta di dare il nostro contributo affinchè questa “idea” faccia cultura.
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IL PARTITO NUOVO DEVE AVERE, OLTRE ALLE STRUTTURE DI ASCOLTO, DEI CENTRI DI STUDIO CHE ELABORINO I DATI, LI ANALIZZINO, CERCHINO SOLUZIONI…
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Signora Bonsanti,
il fatto che il 20enne Giulio non conosca un Partito radicato sul territorio NON significa che i presenti Partiti non lo siano. Infatti lo sono, eccome! Ma lo sono solo per tutti quei milioni di Elettori che barattano il loro voto per una contropartita ‘personale’. Per Giulio – e per altri milioni come Lui – questi Partiti sono come assenti, al punto di non conoscerne l’esistenza, per il semplice fatto che Lui aspira ad una visione di ‘bene comune’ per cui non c’e’ posto alcuno nei Partiti.
Non e’ quindi – come il Suo scritto erroneamente suggerisce – che i presenti Partiti non sappiano più recepire le aspirazioni e le problematiche del territorio, ma e’ che i Partiti prendono il loro ossigeno esistenziale da una ben precisa clientela elettorale ‘parassitaria’.
Il dato di fatto di cui il nostro Giulio dovrebbe, pertanto, prendere atto – possibilmente con la Sua guida – e’ che noi in Italia ci troviamo oggi con DUE Elettorati: uno costituito da Italiani arroccati nel loro egocentrismo e, consequenzialmente, antagonisti dello Stato; e l’altro costituito da Italiani che si identificano con lo Stato e le Sue Istituzioni.
E’ avvenuto fino ai giorni nostri – e temo molto che continuerà ad avvenire nel prossimo futuro – che l’Elettorato amico dello Stato, – in nome di un riferimento ideologico, ma soprattutto per la mancanza di una alternativa elettorale che rispecchiasse la propria visione ed aspirazione sociale – ha confluito il proprio apporto elettorale negli stessi Partiti rappresentanti l’opposto Elettorato. Paradossalmente, e’ fin qui’ avvenuto che l’Elettorato della Civilta’ e’ stato ‘connivente’ con l’Elettorato della Barbarie!
Abbiamo SI disperatamente bisogno di un nuovo Partito, ma NON che sia più presente sul territorio locale, ma che sia l’ALTERNATIVA ELETTORALE a tutti i Partiti sul territorio nazionale! Abbiamo bisogno di una Sigla Civica Nazionale su cui possano convergere tutti gli Italiani che vogliono riscattare l’Italia dallo squallore in cui e’ stata precipitata dall’altro Elettorato parassitario della Partitocrazia.
E’ questa Alternativa Elettorale di cui abbiamo bisogno! E’ questa Alternativa di cui Giulio percepisce la mancanza. E’ bene che Lei Lo aiuti a più lucidamente comprendere.
Cordialmente,
jb Mirabile-caruso.
Cara Sandra,
Libertà e Giustizia è già una boccata di ossigeno per chi non vuole soffocare, ma andiamo avanti con coraggio, diventiamo quello di cui le persone comuni hanno bisogno, il resto verrà da sè e sarà una valanga!
Lidia Castellani
I miei nipoti sono nati nel 2003, 2005 e 2007. Sono la generazione del terzo millennio. È per loro, per tutti cittadini del terzo millennio, che io mi arrabatto per contribuire a che qualcosa di nuovo succeda. Che parte-cipo, viaggio per centinaia di chilometri, discuto accalorandomi, mi tengo aggiornato, utilizzo le nuove tec-nologie della comunicazione e altro ancora. Invece di fare solo il nonno ai giardini pubblici.
L’esigenza della “buona politica” e perciò del partito nuovo è da me avvertito da molti anni, è stato argo-mento di appassionate chiacchierate con Donato Manni, ed è il motivo profondo della mia caparbia adesione a Libertà e Giustizia. È proprio LeG il “luogo” che ho fissato per tentare di incidere sul processo di evolu-zione della società Italiana ed europea. (a mio avviso sono possibili, in questa fase storica, solo due strade: una di evoluzione con possibile sviluppo, ma non crescita; l’altra di involuzione verso un imbarbarimento e impoverimento generale. Altre strade non ne vedo).
Cara Sandra il tuo scritto, perciò, è fonte di soddisfazione per me; apri un dibattito che ha la “visione” del futuro. A partire dall’oggi.
Quello su cui non sono in accordo con te è quando parli di: ” Di veramente “fisso”, “stabile” solo una sommaria (molto) carta di identità nella quale il cittadino possa riconoscere i valori di fondo, i “non pos-sumus”: le cose su cui non si transige.”
Qualsiasi “buona politica”, e “partito nuovo” che la gestisce, deve nascere e svilupparsi sulla base di un “progetto di società” forte e incardinato su “valori” dichiarati, riconosciuti e base di riferimento costante.
Ecco perché alla sollecitazione di Giunio Luzzatto, in relazione al progetto di piattaforma elettorale progres-sista, ho posto una domanda come:
Esiste una “visione” di società prossima ventura nei partiti di sinistra ed in LeG?
Abbiamo la fortuna di avere un Carta Costituzionale preveggente. È uno strumento per la costruzione del “nuovo” estremamente valido. Costruita nel novecento si dimostra, a saperla veramente leggere ed applica-re, di validità piena per percorrere la strada della evoluzione. (ricordarsi, che con la scusa della costituzione “materiale”, la nostra Carta è stata scarsamente applicata o bellamente ignorata. Esempio: il candidato premier è una invenzione di Berlusconi, da tutti accettata, non previsto dalla Costituzione. Anzi il governo Monti è il più aderente allo spirito, alla lettera e alla sostanza della Costituzione).
Partiamo dalla Costituzione per un “progetto” di società per il terzo millennio, e conseguente buona politica e partito nuovo.
Nessun dorma, Alberto
Certo ci vuole una rifondazione dei partiti politici, nella direzione indicata così lucidamente da Sandra Bonsanti, ma con una carta d’identità (ideale) non troppo sommaria, e ben fedele alla nostra Costituzione! LeG non potrebbe dare il buon esempio?
Gabriella
Quando sento parlare di nuovo partito mi irrigidisco e quando sento parlare di lista civica mi irrigidisco ancora di più. La destra c’è e sa benissimo cosa vuole e la sinistra? Ci vuole chiarezza ed onestà per schierarsi, ma è un passo che bisogna fare perchè questa situazione non può continuare e nel 2013 andare a votare con questi partiti, di destra e di sinistra uniti, significa essere conniventi con chi persegue interessi che nulla hanno a che fare col bene comune. Rompere questa ambiguità mi sembrerebbe un buon inizio. Quindi si potrebbe anche pensare ad un Partito diverso, rispettoso dei principi costituzionali purchè schierato su precisi valori.
Personalmente sono pronto a dare un contributo su : italiani all’estero, miglioramento del funzionamento della pubblica amministrazione italiana all’estero (consolati, Istituti Italiani di cultura).
Vivo a Bruxelles stabilmente dal 1984 e faccio parte dell’esecutivo del circolo L & G di Bruxelles.