Il “non detto” del governo Monti

07 Dic 2011

Le domande sono tanto più inquietanti in quanto il professore continua a non esprimersi su due punti chiave che riguardano il risparmio e la maggior equità. L’asta per le frequenze televisive, i beni commerciali della Chiesa

Non finiremo mai di esser grati al presidente della repubblica per aver saputo indicare una rotta al paese che andava alla deriva. Ha trovato il nocchiero, il nocchiero ha cominciato a navigare. Dietro di lui il mare già in tempesta; davanti la linea dell’orizzonte è nascosta da una nebbia molto fitta e insidiosa.

Mario Monti ieri sera nel salotto dove Libertà e Giustizia e dodicimila cittadini gli avevano chiesto di non andare, ha parlato di continuità e discontinuità. Continuità:  con gli impegni già presi da Berlusconi, e discontinuità nel senso di maggiore equità nella realizzazione degli impegni.

Ecco, la cosa che più ci inquieta in queste ore sono proprio dovute alla conclamata continuità.

Quali sono le cose non dette? C’è un non detto negli accordi che ha portato Monti a Palazzo Chigi? E quale è il peso di questo non detto?

E poi: era possibile fare senza questo non detto?

Le domande sono tanto più inquietanti in quanto il professore continua a non esprimersi su due punti chiave  che riguardano il risparmio e la maggior equità, appunto.

L’asta per le frequenze televisive, i beni commerciali della Chiesa.

Naturalmente su questi due punti scomodissimi l’intervistatore di Porta a Porta non risulta che abbia fatto domande.

E allora?

E poi: perché “Il Sole 24 Ore” riferisce il sospetto che esista un patto Monti-Berlusconi concentrato su Corrado Passera quale futuro leader di un polo cattolico moderato e che proprio questo accordo consenta al Cavaliere di vivere in una calma apparente questa fase del suo impegno politico?

Insomma, “salvare” l’Italia vuol dire anche questo: tirarla fuori una volta per tutte dalle piaghe della corruzione, dei macro conflitti di interesse, del potere Occulto che in questi anni hanno lavorato contro il nostro Paese .

Dal professor Monti e dal suo governo di gente per bene ci aspettiamo questo. Perché è da lì, da quell’area grigia che sono cominciati e sono cresciuti i nostri guai.

E per favore, professore, rispetti il dissenso.

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