Le donne lanciano le manifestazioni “In piazza per liberarci di Berlusconi”

31 Gen 2011

MILANO – Quello andato in scena sabato, proprio sotto la Scala, era solo un prologo. Donne in piazza, con le loro sciarpe bianche e la loro indignazione, per chiedere a Berlusconi di andarsene. La protesta continua, con un culmine negli otto giorni compresi tra sabato prossimo e il 13 febbraio. Mentre nelle piazze d´Italia prosegue la raccolta di firme del Pd (obiettivo dieci milioni per chiedere le dimissioni del Cavaliere) il primo appuntamento sarà ancora a Milano, il 5 febbraio. Promuove Libertà e Giustizia, l´associazione che sta mandando un avviso di sfratto on line a Berlusconi, con una raccolta di firme che, annuncia la responsabile Sandra Bonsanti, «sta ormai toccando quota centomila». Lo slogan della manifestazione dice tutto: «Dimettiti, per un´Italia più giusta». La location è il Palasharp, la stessa (ma allora si chiamava Palavobis) presa d´assalto nel febbraio del 2002, quando in 40mila risposero all´appello di Micromega in difesa della legalità minacciata dal governo (c´era sempre Berlusconi). Tema ancora attuale, in più adesso ci sono gli scandali “privati” che inguaiano il presidente del Consiglio. Spiega Bonsanti: «È la nostra risposta alle migliaia di cittadini che non si sono accontentati di firmare l´appello, dicevano: ci stiamo, ma vogliamo fare qualcosa; sentono la gravità del momento».
Si comincia alle 15, sul palco del Palasharp Umberto Eco, Gustavo Zagrebelsky, Roberto Saviano e Paul Ginzborg. Poi una lunga serie di interventi, tra cui quelli di Giovanni Bachelet, Bice e Carla Biagi, Daria Bonfietti, Susanna Camusso, Maurizio Landini, Beppino Englaro, Gad Lerner, Gae Aulenti. Società civile, professioni, sindacato: gli stessi ingredienti del cocktail girotondino che infiammò la primavera del 2002. Ma niente paragoni, avverte Bonsanti: «Bello tornare in quel posto, però allora c´era un´altra Italia». L´attesa è grande, L&G sta prenotando i pullman per portare a Milano gente da tutto il Paese.
Il giorno dopo, domenica 6, il Popolo viola organizza una gita collettiva ad Arcore, al grido di «ultima fermata hard-core». L´invito a Berlusconi è di andare in Procura «a discolparsi dei gravi reati di cui è accusato». Proprio davanti alla Procura di Milano domenica 13 febbraio ci sarà il presidio a difesa dei magistrati annunciato in tv da Michele Santoro, in prima fila i giiornalisti Marco Travaglio e Barbara Spinelli. E sempre domenica 13, si mobilitano di nuovo le donne, con tante manifestazioni nelle principali piazze del Paese. Tutto è partito con una lettera appello firmata da un folto gruppo di donne impegnate in politica, nel sindacato e nel modo della cultura, che chiedono a tutti di mobilitarsi «se non ora quando?», perché «il modello di relazione tra donne e uomini, sostenuto da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni». Tra le firmatarie, anche una religiosa, suor Eugenia Bonetti: la stessa che, intervistata ieri da Radio Vaticana, spiega: «Di fronte alla realtà di queste settimane ci sentiamo veramente umiliate e anche indignate per come stanno strumentalizzando la donna; sentiamo il bisogno di ribellarci contro una proposta di donna e di vita fatta di festini, di allettamenti, di tante cose che, nel sostrato, non sono la donna». Firmano l´appello, tra le altre, le editrici Inge Feltrinelli e Rosellina Archinto, la leader della Cgil Susanna Camusso, le giornaliste Natalia Aspesi e Tiziana Ferrario, le attrici Claudia Mori e Margherita Buy, le parlamentari Anna Finocchiaro, Livia Turco, Patrizia Toia (Pd), Giulia Bongiorno e Flavia Perina (Futuro e libertà).

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