Facebook censura la nostra pagina e non dice perché

Facebook censura la democrazia e non ritiene necessario spiegare perché. Dall’8 settembre scorso il social network impedisce a Libertà e Giustizia e a Valigia Blu di amministrare la pagina “Ridateci la nostra democrazia“, creata due giorni prima per sostenere una raccolta congiunta di adesioni contro la legge elettorale Porcellum. Le firme, arrivate numerose anche attraverso facebook hanno raggiunto in tutto quota 100 mila. La raccolta include anche il contributo di numerose altre associazioni che rilanciano l’appello sui loro siti, come avaaz.org che ha raccolto altre 25 mila firme o di Articolo 21. La pagina facebook dedicata all’iniziativa risulta ancora esistente e continua a raccogliere iscrizioni e messaggi da parte degli iscritti che sono al momento più di 21.500, e in crescita costante, ma gli amministratori non possono intervenire in alcun modo per pubblicare aggiornamenti o moderare eventuali contenuti inappropriati scritti dagli altri partecipanti. Ai tentativi di ottenere spiegazioni, attraverso ogni possibile canale, Facebook finora non ha ritenuto di dover dare risposte, nemmeno se si tratta di un malfunzionamento o di un’azione deliberata, legata a una improbabile violazione del regolamento o, peggio ancora, alla segnalazione non giustificata da parte di chi non gradisce l’iniziativa. Dopo cinque giorni di ragionevole e paziente attesa, Libertà e Giustizia e Valigia Blu hanno deciso di denunciare il comportamento censorio di Facebook con ogni mezzo finché non otterranno risposte convincenti e il pieno ripristino delle funzionalità. Tra le iniziative, l’apertura su Facebook della pagina Ridateci ridateci la nostra Democrazia!“. E su Twitter la mobilitazione è all’indirizzo twitter. com/noporcellum.

5 commenti

  • é una vergogna!!!! dopo tutte le firme raccolte questa “censura” minaccia l’adesione di quanti lo vogliono a questa iniziativa!

  • non ho mai usato facebook per tantissimi motivi legati alla sua origine e che indicano esattamente il luogo di “controllo” che doveva diventare

    quellla piattaforma va benissimo per chi ha bisgno di supplire, con altri mezzi ,la distanza fra famiglie parenti o amici, condividendo foto o diari o racconti, altrimenti affidati, in precedenti tempi,ai mezzi normali di posta

    va bene per chi gia conosce fuori web i suoi contatti … per interessi comuni, di montagna o mare o ricamo o giardianaggio o cucina ecc , ha anche quella piattaforma per scambio documenti, riflessioni , pensieri ecc ecc

    va perfettamente per chi ha propri parenti in zone di guerra ecc ecc

    ma è piu che dimostrato che a livello di denuncia dei problemi politici del nostro paese ha gia fatto dei danni ( vedi esempio sul caso Genchi ,peraltro il giorno della festa del papà ,causa un banale scambio di auguri )

    se prima del web , i luoghi di libera espressione ed azione perfettamente legittima e non violenta, di proposte ed attività culturale e politica , avevano e subivano una mappatura, un controllo e vieppiu una loro inibizione fino a ridurre tutto a liquefatto e atomo, occorre immaginare di necessità che uguale controllo si è sviluppato nellla “REALTA’” nuova data da altri modi paralleli di FARE RETE

    non essere consapevoli che piattaforme come quelle di facebook, potrebbero meglio convogliare e agevolare chi deve “controllare” (non per intervenire sui casi da orrore come i club per i fans di riina o di questo o quel boss, ma per mirare al boicataggio come il caso in questione) , è errore di sopravvalutazione di quella piattaforma, anzi meglio , è non aver esattamente presente tutti i pezzi del truman show.

  • Stando a quanto scrive pasolinante si può insomma dire che facebook,come certe nostre città,rifiuta la raccolta differenziata della monnezza.
    Ma chi sono i suoi gestori ?.

  • L’articolo di Guido Scorza su L’Espresso chiarisce numerosi punti di come stanno le cose:

    http://espresso.repubblica.it/dettaglio/le-strane-censure-di-facebook/2134138/8/0

    ve ne offro un piccolo estratto:

    “Basta una segnalazione – non importa se e quanto fondata – una richiesta di rimozione, di adozione di provvedimenti che – specie se il contenuto del quale “si chiede la testa” è suscettibile di urtare la sensibilità di un potente – il gigante decide di immolare la libertà di parola del singolo o di centinaia di migliaia di singoli sull’altare del suo profitto e della serena prosecuzione della propria attività commerciale.

    [...]

    Se non avremo il coraggio di cambiare direzione, dovremo accettare l’idea che Facebook e quella enorme parte della Rete in mano ai Giganti di argilla concorrenti di Zuckerberg, possono solo regalarci l’illusione di quella libertà che, in molti, desidereremmo fosse reale e dovremmo prepararci a raccontare ai nostri figli che la Rete – o almeno una parte quantitativamente importante di essa – si è trasformata, negli anni, in un enorme parco giochi”.

    in un parco giochi dei potenti aggiungerei io.

  • Un solo sistema per l’ intera umanita’ e’ pericoloso. Per questo io cerco un social network davvero indipendente da Facebook (esiste?).

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