Ci si chiede, in queste ore in cui il segretario della Lega prevede di “stravincere” le prossime elezioni politiche, cosa pensino gli elettori della Lega dei legami tra Salvini e la Russia di Putin e, ancor prima, quanto ne siano consapevoli.
Le affinità culturali e politiche tra Salvini e Putin non sono episodiche né marginali. Al contrario, Putin è stato e continua ad essere un riferimento fondamentale per il segretario della Lega.
Quanti elettori sono a conoscenza del fatto che la Lega, unico partito di un paese occidentale, ha stipulato con il partito di Putin, Russia Unita, un vero e proprio accordo di collaborazione? Un accordo che prevede tra i due partiti e i loro esponenti scambi di informazioni, cooperazione a livello legislativo ed economico, iniziative comuni e così via. Un accordo che è stato rinnovato tacitamente proprio nei giorni scorsi, nonostante l’invasione dell’Ucraina e le stragi e distruzioni che ne sono derivate.
Del resto Salvini non nasconde certo la sua propensione per il regime autoritario e guerrafondaio di Putin: appena può, mette in discussione le sanzioni conseguenti all’invasione dell’Ucraina e le misure che l’Unione Europea adotta per difendersi dal ricatto su gas e petrolio.
Ma è una vicenda assai risalente. Quanti elettori della Lega si riconoscono nelle entusiastiche dichiarazioni di Salvini sul suo idolo? Quando disse “Darei due Mattarella per mezzo Putin!” davanti al Parlamento Europeo; quando si fece fotografare a Mosca con indosso la famosa maglietta con l’effigie di Putin; quando dichiarò che “per il nostro futuro e il futuro dei nostri figli è molto più pericolosa Bruxelles di Mosca!”; o ancora: “l’Europa è una gabbia da cui liberarsi il prima possibile”; e addirittura: “la Russia è sicuramente più democratica della UE”. (La nozione di democrazia di Salvini diverge evidentemente da quella comunemente adottata nei paesi civili).
E quanti apprezzano le gesta e il pensiero di Gianluca Savoini, per anni portavoce di Salvini e responsabile dei rapporti con la Russia per la Lega? Savoini è anche presidente dell’associazione Lombardia-Russia, le cui convinzioni “combaciano perfettamente con la visione del mondo enunciata dal presidente della Federazione russa” tanto che “la Russia appare oggi l’unico baluardo e l’unico faro cui guardare con speranza”.
Dopo la vicenda dell’hotel Metropol e l’indagine nei confronti di Savoini per gli ipotizzati finanziamenti dalla Russia alla Lega, Savoini è tornato nell’ombra. Ma nulla è cambiato nella sostanza; ne sono prova, tra l’altro, gli incredibili interventi di Medvedev e della Pravda che, auspicando apertamente la vittoria della destra alle prossime elezioni italiane, attaccano Meloni per le sue dichiarazioni atlantiste e pro-Kiev.
Cosa pensano dunque gli elettori della Lega del modello autoritario, illiberale e violento che Putin rappresenta e che tanto piace a Salvini? Sono proprio sicuri di volere che quel modello venga replicato nel nostro paese?
Non crediamo che la maggioranza degli elettori della Lega condivida la fascinazione per Putin incarnata da Salvini; pensiamo piuttosto che ne sottovalutino la portata e le conseguenze. Prima fra tutte la catastrofe economica e sociale che conseguirebbe a quella rottura con l’Unione Europea che certamente Putin auspica e per la quale si spende.
Al di là delle promesse più o meno credibili di natura economica elencate da tutti i partiti, la vera posta in gioco di queste elezioni appare essere la collocazione dell’Italia nel contesto internazionale: con l’Europa o con Putin? La scelta di Salvini è chiara, non c’è modo di equivocarla.