“L’Olanda la pagherà” ha giurato Matteo Salvini durante la vicenda della Sea-Watch3, che è di proprietà di una Ong tedesca ma batte bandiera olandese. Naturalmente, è bastato il ruggito del nostro Ministro degli Interni-degli Esteri-dell’Economia-delle Infrastrutture-dello Sport e immediatamente la nazionale olandese femminile ha battuto le italiane con un secco 2-0 nella partita di ieri.
Come li chiamano, a Napoli, quelli che portano sfiga? Se l’obiettivo è replicare il bombardamento di Rotterdam del 10 maggio 1940 da parte dei tedeschi, Salvini potrebbe dare ordine alla portaerei Cavour di dirigersi a tutta velocità verso Gibilterra, circumnavigare il Portogallo, affrontare il golfo di Biscaglia, forzare il passaggio della Manica (dopo aver avvertito la Royal Navy, speriamo) e giungere finalmente in vista delle coste olandesi contro le quali potrebbe scatenare la potenza di fuoco dei suoi otto aerei AV 88 Harrier.
“Spezzeremo le reni ai mangiatulipani” ripete in queste ore Salvini ai suoi Pontidaboys. In attesa di mettere a ferro e fuoco Rotterdam e Amsterdam, il nostro Ministro-dei-Minibot potrebbe decretare sanzioni severissime contro le multinazionali olandesi che operano nel nostro paese. Potrebbe, ad esempio, vietare la vendita della birra Dreher, che si spaccia per una bevanda triestina ma è in realtà controllata dall’olandese Heineken, le cui disgustose lattine verdi dovrebbero sparire dai supermercati.
Vietare le birre olandesi potrebbe però avere conseguenze impreviste: finirebbero sulla lista nera di Salvini anche la friulana Moretti, la siciliana Messina e perfino la sarda Ichnusa, tutte comprate dalla solita Heineken. Con la canicola che soffoca l’Italia ci ridurremmo tutti a bere solo le birre tedesche Beck’s, Paulaner e Spaten.
Anche questo però potrebbe essere problematico: parlando dei 42 migranti a bordo della SeaWatch3 le minacce di Salvini avevano toccato anche Angela Merkel: “I governi di Germania e Olanda ne risponderanno. Facciano partire un aereo per caricarne un po’ ad Amsterdam, un po’ a Berlino e quello che avanza a Bruxelles”. Niente birre olandesi, niente birre tedesche.
Le sanzioni italiane potrebbero poi colpire altre multinazionali predatorie che vengono a “rompere le palle in Italia”, per esempio la Unilever. Questo impero, nato nel 1930 con il ridicolo nome di Nederlandische Margarine Unie, monopolizza l’igiene delle case italiane con i suoi marchi Omo, Cif, Lysoform e perfino “Coccolino”.
Ha occupato militarmente i nostri bagni con il sapone Lux e con il bagno schiuma Badedas. Spadroneggia nelle nostre cucine con i dadi Knorr, la margarina Gradina e la maionese Calvé (dopo un’eroica battaglia, abbiamo invece riconquistato nel 2008 l’olio Bertolli, ora spagnolo).
Si è infiltrato in salotto con il tè Lipton e il tè Ati. E, per finire, gli schiavisti olandesi sfruttano i nostri bambini con i gelati Algida. Di nascosto, poi, una loggia massonica olandese controlla anche i dentifrici Mentadent e Pepsodent ma Salvini, furbissimo, per lavarsi i denti usa solo la “Pasta del Capitano”.
il manifesto, 30 giugno 2019