Il Parlamento, quello che rappresenta tutti noi cittadini, “tra qualche lustro non sarà più necessario”.
Parola di Davide Casaleggio, guru e gran tutore della “piattaforma ” grillina, quella in cui tutto dovrebbe essere deciso in diretta.
Le sue parole, gravissime, hanno sollevato solo per poco polemiche e reazioni contrarie, subito coperte e tacitate dalle solite altre notizie, più ghiotte, quelle che fanno da risonanza comoda al governo Lega-M5S.
Qui invece non si può tacere o soprassedere. Qui la cosa è gravissima: non si tratta, infatti, degli effetti di una visione futurista intravista dal grande indovino, né di abbagli da troppo caldo estivo, nemmeno si tratta di facile battuta ad effetto.
È un deliberato, calcolato e violento attacco sferrato per capire fin dove si possa oggi arrivare a spostare il confine della tenuta democratica del Paese, senza subire contraccolpi per il proprio Movimento.
Si saggia il terreno per scoprire se la gente segue è abbocca,preda di questo facile populismo.
È la solita vecchia solfa: mettere il potere nelle mani di pochi e senza controllo dei molti.
Con una raffinatezza in più rispetto al passato: il popolo si autopriva dei suoi diritti di rappresentanza e lo si spaccia per una forma di nuova, più avanzata democrazia. Eliminare il Parlamento per essere più rappresentati!
Dopo il maldestro e fallito tentativo renziano avanza ora un nuovo e più subdolo attacco alla Costituzione della Repubblica, in particolare all’ articolo 139, non a caso l’ultimo: ” La forma Repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”.
E per forma Repubblicana si intende non qualunque cosa, ma la Repubblica parlamentare, così come definita dalla Costituzione stessa.
La fine del Parlamento, dunque, non è una nuova frontiera della democrazia, è la fine della democrazia in quanto tale.
Niente tentennamenti, esitazioni o sottovalutazioni.
Urge che tutti coloro che credono nella democrazia e nella Costituzione, singoli o organizzati, adesso alzino la voce e facciano sentire la loro condanna ferma e netta.
Circolo Polesano di Libertà e Giustizia