Gaetano Azzariti: Una nuova Costituzione? Preferirei di NO

03 Giugno 2016

 

La scelta che i cittadini compieranno il prossimo autunno sarà fondamentale per definire l’avvenire della politica italiana. Per decidere meglio, Teste Libere ha chiesto al reporter Alessandro Ruggeri di rivolgere alcune domande al Prof. Gaetano Azzariti, professore di Diritto Costituzionale e direttore della rivista Costituzionalismo.it.

Cosa c’è di buono in questa riforma, eventualmente da integrare in un nuovo disegno, più avveduto e ragionato, di revisione costituzionale?
«Ci sono alcune intenzioni, però la realizzazione è molto negativa. L’idea per esempio di differenziare il Bicameralismo è un’idea che convinceva molti. Il problema è che si è passati da un bicameralismo perfetto a un Bicameralismo confuso: in qualche modo l’effetto complessivo sarà quello di un depotenziamento del ruolo del Parlamento e questo è certamente un aspetto negativo.»

Le faccio una domanda molto diretta. Riprendo un tema proposto da Giorgio Cremaschi. Vede dei contatti, delle similitudini fra il Piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli e la Nuova Costituzione Renziana?
«Questi paralleli lasciano un po’ il tempo che trovano. Io farei un altro discorso: ci sono certamente alcuni tentativi di verticalizzazione e di concentrazione del potere che si riflettono anche in questa riforma costituzionale. Complessivamente si passerà da una situazione in cui il potere è più diffuso e disseminato fra Parlamento, Governo e organi di garanzia a una concentrazione nelle mani del Governo e del capo del partito tanto più se si mette insieme la Riforma Costituzionale con la riforma della legge elettorale. È la verticalizzazione ciò che unifica tante ma anche diverse prospettive.»

Perché lei sostiene che questa riforma è pasticciata e peggiora l’attuale sistema?
«È pasticciata prima di tutto perché è scritta malissimo. Un consiglio che do sempre a tutti è di andarsela a leggere. Ha una bruttissima lettura in cui si capiscono le difficoltà. Non è solo una difficoltà di lettura ma anche la difficoltà di realizzarla ove dovesse entrare in vigore. Questo per la Costituzione è terribile: Piero Calamandrei diceva che le costituzioni devono essere chiare e semplici. In questo senso questa è una riforma che ridurrà la Costituzione confusa e complicata.»

Amplia o diminuisce la partecipazione diretta da parte dei cittadini?
«Se la mettiamo insieme alla legge elettorale certamente la riduce. Nel senso che si ispira a una logica che in realtà è anche attuale ovvero la logica maggioritaria. Anche lo slogan che riguarda la legge elettorale che si vuole ripetere “Il giorno delle elezioni avremo sicuramente un vincitore” è quasi una democrazia che cerca di fare a meno della partecipazione dei cittadini.»

Un’ultima cosa Professore… Renzi da quando è diventato Presidente del Consiglio mostra l’intento di semplificare e sburocratizzare la politica. Mi sembra che non ci siamo con questo intento…
«Se si pensa che il prossimo Senato sarà composto dal ceto politico meno autorevole che abbiamo in Italia cioè i consiglieri regionali certamente non è una sburocratizzazione: è un premio al ceto politico.»

Teste libere, 1 giugno 2016 

 

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