‘Cosa rossa’. La ‘quadra’ c’è anche sulle amministrative. Parte la start up della nuova forza, slitta a gennaio la prima uscita pubblica Nel 2018 o, meglio, alle prossime politiche, un nuovo soggetto di sinistra ci sarà. Stavolta la decisione sembra presa e l’impegno sottoscritto. Il tavolo della «cosa rossa», che nelle scorse settimane aveva sfiorato il fallimento, lunedì sera invece ha trovato la quadra e partorito il testo di un accordo, un «preambolo» sulle principali questioni sul piatto.
La prima, appunto, la partenza immediata di un soggetto «alternativo e autonomo» al Pd. Una partenza «non più procrastinabile» di un processo costituente democratico «di sinistra innovativo, unitario, plurale, inclusivo, aperto alle energie e ai conflitti dei movimenti dei lavoratori e delle lavoratrici, dei movimenti sociali, dell’ambientalismo, dei movimenti delle donne, dei diritti civili, della cittadinanza attiva, del cattolicesimo sociale», ed «europeo» in quanto «parte di una sinistra europea antiliberista, che, con crescente forza e nuove forme, sta lottando per cambiare un quadro europeo insostenibile».
Nel testo si sciolgono due nodi che fin qui avevano rischiato di portare allo stallo. Il primo è una questione di fondo, e cioè il certificato di morte del vecchio ’centrosinistra’: in Italia quella stagione «è finita», dice il testo. Il secondo è la diretta conseguenza sulle prossime amministrative. Sel, il principale azionista del nuovo soggetto — in quanto a numeri, almeno — fin qui ha deciso di partecipare alle primarie milanesi, anche se i compagni del ’tavolo rosso’ per lo più sono contrari alle alleanze con il Pd. Ma nel capoluogo lombardo la situazione è in alto mare, e la candidatura da più parti caldeggiata di Giuseppe Sala potrebbe riaprire la discussione.
In ogni caso Sel oggi sottoscrive un documento stringente e impegnativo su questo punto. Che dice che per la scadenza delle amministrative «vogliamo lavorare alla rinascita sociale, economica e morale del territorio, valutando in comune ovunque la possibilità di individuare candidati, di costruire e di sostenere liste nuove e partecipate in grado di raccogliere le migliori esperienze civiche e dal basso e di rappresentare una forte proposta di governo locale in esplicita discontinuità con le politiche dell’attuale esecutivo». Dove la parola «discontinuità» restringe fino allo zero i margini per il sostegno e l’alleanza con eventuali candidati del Pd, o con il Pd stesso (scenario che del resto si fa sempre più probabile per la stessa Sel; ma non in tutte le città); ma del resto ogni scelta sarà sottoposta a una «valutazione comune».
Il 2016 sarà anche l’anno del referendum sulla riforma costituzionale, che nel testo viene definita «manomissione». Fra i primi impegni del nuovo soggetto ci sarà la campagna referendaria per il no e invece «il sostegno alle campagna referendarie in via di definizione contro le leggi approvate in questi due anni». Pace fatta, cosa rossa in fase di avvio, dunque. stavolta per davvero. Giovedì l’ultima riunione dovrebbe raccogliere le firme di tutte le delegazioni presenti al tavolo: Sel, Prc, L’Altra Europa per Tsipras, Futuro a sinistra (Fassina), Cofferati, Act e altre sigle di movimento.
Anche i rappresentanti di Possibile e di Civati hanno dato il loro ok. Giovedì sarà anche il giorno della definizione della road map: una prima assemblea probabilmente a gennaio, una carta dei valori, l’avvio di una «Carovana dell’Alternativa» per il programma «in un cammino partecipato». E se tutto va bene entro l’autunno 2016, cioè fra un anno, la fine della start up e la nascita ufficiale del soggetto della sinistra.
il manifesto, 04 Novembre 2015
Vediamo cosa nasce, sperando che non si riproduca un delirio assemblearista come quello che ha portato alla figuraccia con Ingroia o un giochino salottiero per “anime belle” come l’altra Europa per Tsipras…
La politica come tale, e dentro di essa la sinistra, ha ormai esaurito ogni credibilità presso la Cittadinanza, per cui non vedo spazi significativi per nuovi partiti di sinistra, destra o centro che siano, ma solo spazi di testimonianza. E poco per quelli vecchi.
Mi portano a queste conclusioni sia la riflessione sull’astensionismo, che sul voto al M5S, che sulle indagini demoscopiche di I. Diamanti, che denunciano una sfiducia nei partiti (97%), nel Parlamento (93%), nello stato (85%).
97% vuol dire che tutta la Società Civile, sia quella più evoluta che soffre per la pessima qualità della democrazia, sia quella che soffre solo per le difficoltà socie-economiche che paga sulla propria pelle, sarebbe pronta per un cambiamento significatico della classe politica dirigente, per un ricambio qualitativo del Parlamento, ad affidare la guida del Paese a persone affidabili. Persone che i partiti hanno allotanato da sè e dalle istituzioni, ma che continuano nelle piazze, nei teatri e dagli spazi mass-mediatici che li ospitano, a tenere vivi quei principi e quel rigore morale e culturale che dovrebbero caratterizzare tutti coloro che si occupano di “res pubblica
Un’aggregazione sociale sarebbe lo strumento giusto per riscuotere gli entusiasmi della Cittadinanza, ma solo se guidata da personalità riconosciute come affidabili, con una storia personale coerente nel tempo che possa garantire un futuro altrettanto coerente: proff. come Prodi, Rodotà, Settis, Zagrebelsky, Carlin Petrini, Chiara Saraceno, Rubbia, Elena Cattaneo, magistrati come Caselli, Imposimato, Onida, Tinti, Gratteri, ed ogni altra personalità di simile spessore .
Ma non per traguardare la prossima tornata elettorale che la Cittadinanza diserta, che la costringerebbe ad una competizione a suon di labili promesse e incerti programmi da campagna elettorale, contro professionisti della propaganda. Ma per una tornata di Democrazia Diretta Propositiva/Impositiva attuata verso un Parlamento suddito e delegato, dalla Sovranità Popolare Realizzata, non solo enunciata, brandendo la Costituzione agli articoli 1, 50, 71 e se servisse il 40, per ritrovare la Dignità di Cittadinanza, per abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby, che siano farmacisti e burocrati, generali ed ammiragli, curie e mafie, perchè contro la Sovranità Popolare Realizzata, non ci sono ricatti o pressioni che tengano, ma conviene solo l’ossequio.
E per blindare la Carta da ogni attacco lesivo del suo spirito originario e autentico, ma non dagli opportuni aggiornamenti restituendole autorità e autorevolezza. Finchè siamo in tempo!
Io sarò a Roma, domani mattina, perché non mi basta ‘ vedere cosa nasce ‘. Anche perché c’è il concretissimo rischio di ‘ vedere ‘ ….attraverso gli occhi dei media, di quei media che già oggi chiamano riduttivamente ‘ cosa ‘ quello che è un processo in atto da tempo e che riguarda valori, principi e persone in carne ed ossa. Sarò a Roma, quindi, per capire se posso contribuire , nel mio piccolo, a creare questo ‘ nuovo campo della sinistra ‘ attraverso un lavoro serio ( sociale, cioè, e culturale insieme come sottolineato qualche giorno fa da Stefano Rodotà ) e continuo ( non ostaggio delle scadenze elettorali , pena gli esiti fallimentari cui fa cenno il sig.Leandro ). Niente di più – se ci pensiamo bene – dell’ambizioso e affascinante compito che i padri costituenti ci hanno lasciato in eredità : ” rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’ eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’ effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla organizzazione politica, economica e sociale del Paese “( art.3, 2°comma).
Giovanni De Stefanis, libertà e giustizia – napoli