La costernazione è universale ma non porta a nulla. Indignarsi denunciare, lanciare appelli
. Tutto ciò non serve a cambiare le cose. L’IS avanza, si fa beffe della coalizione internazionale che dovrebbe combatterlo. E continua ad attirare volontari a migliaia. Secondo quanto ha rivelato ai primi di giugno un giornale svizzero, quest’organizzazione criminale disporrebbe di una droga rara, una sostanza psicotropa particolarmente pericolosa per l’equilibrio mentale, denominata Captagon: una pillola che ha il potere di vincere la stanchezza, sopprimere la paura e minimizzare la morte, consentendo oltretutto a chi l’assume eccezionali prestazioni sessuali. Prodotta in Bulgaria, è vietata ovunque nel mondo, ma l’Is sarebbe riuscita a procurarsela e ne farebbe uso per gli attentati suicidi. Siamo dunque lontani dallo spirito di sacrificio ispirato all’amore di Allah.
Siamo in milioni musulmani o non musulmani, laici, umanisti, persone semplici o colte a non riuscire a comprendere come mai l’Is continui ad avanzare, a occupare città e controllare frontiere. E a saccheggiare banche, vendere al mercato nero il petrolio iracheno, distruggere musei, uccidere donne e bambini senza incontrare quasi nessuna resistenza. In Iraq ha occupato Ramadi, in Siria si è impadronito di Palmira. Il destino del mondo arabo è appeso alla crudeltà di quegli uomini. Dove si fermeranno, se il loro scopo dichiarato è quello di instaurare lo «Stato islamico» dovunque nel mondo arabo? L’alibi è l’Islam, la tragedia è la sua interpretazione. C’è chi li aiuta con armamenti e denaro: qualche anonimo che si cela dietro a qualche Stato che ha interesse alla disgregazione e al caos nel mondo arabo. Si è parlato spesso dei miliardari dell’Arabia Saudita e del Qatar, ma senza prove concrete. Gli Stati negano qualsiasi partecipazione a questi aiuti. Ma allora chi finanzia, chi inquadra, chi arma quell’esercito?
Molti giovani, nel Maghreb ma anche in Europa, abbandonano i loro studi, le loro famiglie, per scambiare il proprio istinto di vita con un istinto di morte. Spesso sono giovani convertiti, musulmani plagiati, o anche ragazzi istruiti e colti, magari con un lavoro che permetterebbe loro di vivere bene. E invece si impegnano a occhi chiusi, mentalmente trasformati da un lavaggio dei cervelli, svuotati per essere poi riempiti di formule prefabbricate, di cliché che funzionano come richiami venuti dal cielo immagini shock che passano velocissime su uno schermo impedendo qualunque riflessione o idea di igiene culturale, mentale o fisica. È l’orrore in tempo reale, che fa uso delle tecniche più efficaci.
C’è da augurarsi che l’Onu intraprenda un lavoro di indagine per individuare chi finanzia lIS e le sue orde barbare e a favorire l’avanzata in Siria, in Iraq o in Libia. A giudicare dal suo arsenale e dai mezzi finanziari il movimento non può essere nato dal nulla. Come è noto, alla testa di quelle truppe vi sono ufficiali del deposto regime di Saddam Hussein, e una parte di quell’esercito che George W. Bush fece l’errore di smantellare dopo aver occupato Bagdad.
Ma l’indagine e il giudizio non sono nei geni di quella società delle nazioni, obbligata com’è a non indisporre nessuno. In ogni caso, i bimbi colpiti dalle bombe siriane, siano esse lanciate da Bashar o dalle bande di Al Nosra o dell’Is, non si aspettano più nulla da questo «marchingegno » che costa molti miliardi.
Benché il Pentagono affermi il contrario, i bombardamenti degli alleati non hanno alcun effetto dissuasivo. Il mondo sta pagando per la politica troppo prudente di Obama e degli europei. Si doveva intervenire in Siria fin dal primo giorno, quando i soldati di Bashar spararono sui manifestanti pacifici. Colpire fin dall’agosto 2013, quando Bashar fece uso di armi chimiche. Lo si è lasciato fare, e tutti hanno continuato a ripetere: meglio un dittatore come Bashar che un regime islamista. Ma Bashar è tuttora al suo posto. Siamo nel caos, con o senza Bashar esattamente come in Libia, con o senza Gheddafi. Non dimentichiamo che Bashar e il suo amico e consigliere occulto Putin hanno favorito l’emergere degli estremisti dell’Is. Oggi questi jihadisti criminali avanzano e si fanno beffe del mondo civile. Perché allora non proclamare ufficialmente che non esiste più nessuna grande potenza, che non c’è più diritto né giustizia, che la barbarie ha vinto e che dobbiamo sottometterci ai suoi orrori? Fu così che il fascismo e il nazismo incominciarono a pianificare i loro crimini; e all’epoca nessuno osava credere che quei sistemi avrebbero gasato milioni di esseri umani.
(Traduzione di Elisabetta Horvat)
la Repubblica, 25 giugno 2015
Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo