ROMA Primo sì alla riforma del Terzo settore. Lo ha pronunciato ieri la Camera dei deputati (297 voti a favore, 121 contrari, 50 astensioni), approvando la delega al governo per, appunto, la riforma del volontariato ma anche dell’impresa sociale e la nuova disciplina del servizio civile. Il testo deve ora andare al Senato.
Undici articoli, quasi un anno di discussione in commissione: con questo provvedimento si fornisce per la prima volta la definizione giuridica di Terzo settore. Così come spiega Donata Lenzi, deputata del Pd, e relatrice a Montecitorio.
Dice infatti Lenzi: «Grazie a questa riforma abbiamo organizzato un settore che era frammentato in tante legislazioni diverse e le abbiamo riunite in un codice unico. Abbiamo istituito anche un registro unico: oggi esistevano più di quindici registri per gli enti del Terzo settore (i soggetti sono 300 mila circa di cui un terzo soltanto costituito dalle associazioni sportive dilettantistiche)».
Con la legge uscita dalla Camera dei deputati la prima volta si definisce anche un ambito ben preciso di ente del Terzo settore. Lasciando inalterata la massima libertà di associazione, infatti, si mettono nero su bianco i criteri attraverso i quali gli enti hanno diritto agli sgravi fiscali oppure a ricevere le donazioni del 8 per mille.
Importante in questa riforma è anche il riordino del servizio civile che, non a caso, viene definito universale. Rivolto ai ragazzi fra i 18 e i 28 anni, è infatti aperto anche ai cittadini stranieri da lungo tempo residenti in Italia (la Lega aveva presentato un emendamento per bocciare questa apertura, ma è stato respinto). C’è una novità interessante: con questa legge delega si prevede anche la possibilità di poter esercitare all’estero il servizio civile.
Prosegue Donata Lenzi: «Il nostro obiettivo è arrivare a 100 mila ragazzi “arruolati” nel 2017, quest’anno sono già 50 mila. Possono rimanere nel servizio civile da un minimo di otto mesi ad un massimo di 12. Ognuno avrà diritto a poco più di 400 euro al mese». Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, illustra quali sono le risorse economiche che potranno permettere di avviare nel 2015 al servizio civile circa 50 mila giovani.
Ovvero: «Nella legge di Stabilità sono già stati stanziati 115 milioni che si sommano ai 10 milioni ottenuti dai risparmi sulle spese generali della Presidenza del Consiglio. E non bisogna dimenticare i 500 milioni destinati alla stabilizzazione del 5 per mille che consentiranno alle organizzazioni del Terzo settore di progettare e programmare i loro interventi».
Non mancano le polemiche attorno ad alcuni dettagli della legge delega. Tra queste quelli che riguardano la definizione di impresa sociale. Nel testo vengono aggiunti altri settori di competenza, oltre a quelli già esistenti (come l’assistenza sanitaria, sociale, la tutela ambientale, il turismo). Ovvero: il microcredito, l’housing sociale, il commercio equo e solidale. «Il punto critico è che in questa legge vengono specificati i settori nei quali l’impresa sociale può operare» dice Letizia Moratti, ex sindaco di Milano e cofondatrice della comunità di San Patrignano.
E poi spiega: «Sarebbe opportuno non citare affatto i singoli settori ma indicare che l’impresa sociale può operare in tutti gli ambiti, purché ci sia controllo sull’impatto sociale. Nel testo approvato non vengono citati settori importanti, come ad esempio le energie rinnovabili e la green economy».
Corriere della Sera, 10 Aprile 2015
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